Il naufragio che Claudia Cardinale affrontò durante le riprese del “Gattopardo”
Lo racconta Francesco Piccolo all'inizio del suo nuovo libro, sulla rivalità tra i grandi registi Luchino Visconti e Federico Fellini
Nell’estate del 1962 furono girati due grandi film: Il Gattopardo di Luchino Visconti e Otto e mezzo di Federico Fellini. I due film condividevano un’importante interprete, oltre al periodo delle riprese, dato che Claudia Cardinale recitava in entrambi, e il suo alternarsi tra un set e l’altro avveniva nonostante la rivalità tra i due grandi registi. A questo rapporto di inimicizia, cominciato al festival del cinema di Venezia del 1954, lo scrittore Francesco Piccolo ha dedicato il suo nuovo libro, che si intitola La bella confusione ed è stato pubblicato da Einaudi.
Piccolo è uno degli scrittori che parteciperanno all’imminente nuova edizione di Pensavo Peccioli, il festival culturale ospitato nel borgo toscano di Peccioli, in provincia di Pisa, curato dal peraltro direttore del Post Luca Sofri assieme alla fondazione Peccioliper. Il programma di quest’anno è costruito intorno all’ambizione di «capire cosa sta succedendo, a noi e al mondo», grazie a sguardi originali del dibattito culturale italiano, sia nel campo della letteratura che in quello della saggistica. Piccolo parlerà di La bella confusione insieme a Marino Sinibaldi sabato 18 marzo alle 18:30: è uno sguardo rivolto a una storia poco conosciuta ma ricca di personaggi, ripercussioni e vicende intrecciate della storia culturale italiana.
Pubblichiamo l’incipit del libro che racconta di un episodio che avvenne in mare, in Sicilia, e in cui furono coinvolti sia Cardinale che altre persone legate alla produzione del Gattopardo: un naufragio.
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In una domenica di metà luglio del 1962, una barca salpa da Villa Igiea a Palermo con un po’ di gente a bordo. Ci sono Claudia Cardinale e la sua segretaria americana Carolyn Pfeiffer, il produttore Franco Cristaldi che è lí con Claudia; c’è Suso Cecchi d’Amico, Paolo Stoppa, Gioacchino Lanza Tomasi, lontano cugino di Tomasi di Lampedusa che prima di morire lo ha adottato; e qualche altra persona della troupe. È giorno di riposo dalle riprese del Gattopardo, e alcuni hanno deciso di passarlo cosí: giro in barca, pranzo approdando direttamente in un ristorante di pesce, e ritorno con calma, godendosi il mare e il sole che scende verso sera.
Nel tardo pomeriggio finiscono il pranzo a Mondello e risalgono sulla barca, che comincia ad andare lenta nel mare di Palermo. Il tramonto lo guardano sentendo il rumore dell’acqua che sbatte contro la chiglia. A un certo punto però, il motore va in avaria. Il pescatore che li accompagna cerca di fare qualcosa, ma è in difficoltà. E qualcuno si accorge di avere tra i piedi un po’ d’acqua; sembra strano. Il pescatore, che cerca di non allarmare, suggerisce di buttarla fuori: forse c’è una piccola falla. I presenti cominciano a togliere acqua dalla barca per ributtarla in mare, con qualsiasi mezzo, e con un certo divertimento. Un imprevisto che rende un po’ piú allegra quella gita. Soltanto che l’acqua che viene cacciata via è meno dell’acqua che la falla lascia entrare.
E cosí pian piano l’umore cambia, cominciano a stare tutti in silenzio e a buttare acqua fuori con piú rapidità e piú preoccupazione. Ma la barca non può ripartire e l’acqua tra i piedi sale. Lentamente. Sono al largo, il cielo comincia a inscurirsi, è tardi ormai, sarebbe ora di tornare, anzi di essere già tornati. E invece sono lí, fermi.
Qualcuno dice: io non so nuotare. Qualcun altro dice: anch’io non so nuotare. Stiamo calmi, poi si rassicurano tutti. Ma si sta facendo buio. Cristaldi ha un rolex al polso, se lo sfila, lo consegna a Suso e le dice: prenda il mio orologio, vado a nuoto a cercare aiuto. La costa è lontana, il mare è scuro. Suso risponde riallungandogli il rolex: Franco, non dica bischerate, si tenga l’orologio e rimanga qui. Claudia ride di quella scena, e si stempera un po’ la tensione. Cristaldi rinuncia. Cercano tutti rifugio nel punto piú alto della barca, per stare lontani dall’acqua che aumenta. Poi a qualcuno viene l’idea di togliersi qualche vestito, una maglia, quello che ci si può togliere, per fare una specie di bandiera da appendere, cosí che una barca di passaggio possa vederla. Fa anche un po’ freddo, adesso, in mezzo al mare e al buio che cala, con l’acqua che copre i piedi e anche un po’ le gambe. Ma i vestiti vengono annodati l’uno con l’altro e la bandiera viene esposta.
E poi restano in silenzio ad aspettare. Ogni tanto qualcuno butta fuori acqua, piú per aver l’impressione di fare qualcosa che per reale utilità.
Intanto, a terra, a Villa Igiea dove pernottano gli attori, e al castello che Luchino Visconti ha affittato per questi mesi di permanenza a Palermo, cominciano a preoccuparsi. Non sono arrivati, e non li vedono arrivare. Qualcuno decide di andare a Mondello, altri sono davanti all’albergo ad aspettare la barca, con la preoccupazione che cresce. Se stanno nel buio del mare fino a tardi sono degli incoscienti; oppure, e si teme sia sempre piú probabile, dev’essere successo qualcosa.
Tra i gitanti c’è sconforto, perché la barca, anche se lentamente, affonda. Ci metterà del tempo ma alla fine affonderà, e bisogna cominciare a capire come fare. Si continua a sperare che la barca si avvicini verso riva prima di calare giú, ma nessuno sa come comportarsi, ed essersi pentiti di questa gita non serve a niente.
A un certo punto passa un motoscafo, si riesce a intravederlo anche se è a fari spenti nell’imbrunire che volge verso il buio. Tutti si sbracciano, ma quegli altri, anche se sono passati davvero vicino ed è impossibile non li abbiano visti, decidono di andare via; è questo il momento in cui nella barca comincia la disperazione, perché ormai è tardi, sono tutti impauriti e non vedono piú una via d’uscita.
Poi succede qualcosa: chi guida il motoscafo ci ripensa e decide di riavvicinarsi alla barca, per andare in soccorso. Perché allora quando li aveva avvistati se n’era andato? Perché si tratta di contrabbandieri che trasportano materiale illegale e non hanno nessuna intenzione di palesarsi. Ma evidentemente le leggi del mare prendono il sopravvento e il motoscafo si avvicina per soccorrere la barca che affonda, nel buio. Hanno i fari spenti perché non vogliono che dalla costa qualcuno li avvisti; però cosí, senza luci, dal motoscafo la barca non si vede bene, e il motoscafo si avvicina velocemente. Troppo.
E infatti quelli che sono sulla barca sentono un colpo forte, perché il motoscafo, incredibilmente, sperona la barca, non avendo preso le misure e avendo una vista limitata. Cosí, la chiglia viene squarciata in un altro punto, e l’acqua adesso la invade. Alcuni per il colpo sono caduti, altri si buttano in mare, quelli che non sanno nuotare si aggrappano alla barca. Ci sono urla, richieste di aiuto, preghiera di restare calmi. Quelli del motoscafo raccolgono a uno a uno tutti, li issano a bordo, infreddoliti e spaventati.
Quando sono tutti in salvo, accovacciati per coprirsi dal vento, il motoscafo dei contrabbandieri riparte verso riva.
L’incubo sembra finito. Ma non del tutto. Perché i contrabbandieri quando si avvicinano alla costa rallentano, e dicono che hanno merce di contrabbando a bordo e non possono rischiare: cercheranno di avvicinarsi quanto piú possibile alla spiaggia, ma l’ultimo pezzo i naufraghi dovranno farlo a nuoto. Quelli che non sanno nuotare si spaventano molto, ma si decide che quelli che sanno nuotare si faranno carico di due persone fino a quando non ci sarà piede. Non sarà tanto, sarà facile, ce la facciamo.
I motori vengono spenti, la spiaggia di Mondello è vicina, forse vicinissima, ma è comunque là. Si calano in acqua. Claudia Cardinale è una buona nuotatrice, si prende cura della sua segretaria e di un’altra persona. La riva è vicina, e forse ci sarà piede tra poco, ma il problema è che le persone che non sanno nuotare si spaventano, scalciano di continuo, e Claudia fa un’enorme fatica, viene tirata giú – cosí come gli altri che cercano di aiutare: Cristaldi, Suso, Paolo Stoppa.
Alla fine, con fatica e momenti di paura, ecco che toccano. Ecco che escono dall’acqua. E si avviano bagnati, infreddoliti, verso la strada. Ma la voce subito si sparge, e delle persone della produzione, già allertate, accorrono a prenderli.
Questa domenica di riposo dalle riprese, questo giorno di svago in barca nell’estate palermitana, si è rivelato un incubo. Claudia Cardinale, Franco Cristaldi, e chiunque sapesse nuotare, vengono ringraziati dagli altri, come se gli avessero salvato la vita. Forse esagerano, ma in realtà quello che è successo verrà chiamato da tutti, sempre: il naufragio.
Tratto da La bella confusione (Einaudi 2023), per gentile concessione dell’editore