Le borse statunitensi non sono andate male come previsto
Le conseguenze peggiori si sono viste su alcune banche regionali, oltre che sulle borse europee
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto in un discorso alla Casa Bianca che il «sistema bancario è al sicuro», grazie agli interventi straordinari che il governo e le autorità finanziarie hanno intrapreso nel fine settimana a seguito del fallimento di Silicon Valley Bank, il più grande negli Stati Uniti dal 2008. Biden ha parlato per rispondere a forti preoccupazioni da parte dei mercati che temono che il fallimento della banca (a cui è seguita la decisione del governo americano di chiuderne un’altra particolarmente a rischio) possa provocare quello che viene definito un contagio esteso ad altre parti del sistema bancario, eventualità che tuttavia è per ora molto remota.
Proprio per questi timori lunedì le borse europee hanno aperto molto male e hanno chiuso tutte in calo. Il principale indice della borsa di Milano, il FTSE MIB, nel quale i titoli finanziari sono particolarmente rilevanti, ha perso il 4 per cento, mentre la maggior parte degli indici delle altre borse europee ha perso circa il 3 per cento.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, nella giornata di lunedì i titoli in borsa di alcune banche regionali (cioè di medie dimensioni ma molto importanti per il territorio in cui si trovano) sono crollati in maniera piuttosto grave: i cali più seri sono per ora quelli di First Republic Bank e di Western Alliance, i cui titoli in borsa hanno perso rispettivamente il 62 e il 47 per cento, seguite poi da PacWest Bancorp, che ha perso il 21 per cento. Per molte di queste banche, si è trattato della maggiore perdita percentuale da tre anni a questa parte. Ha invece chiuso con perdite contenute (non recuperando tuttavia le perdite avute la settimana passata) il Dow Jones, l’indice azionario di Wall Street che riflette l’andamento dei 30 titoli principali del listino.
I timori erano legati soprattutto al fatto che i conti correnti presso la Silicon Valley Bank, che gestiva quelli di molte delle principali aziende tecnologiche del paese e di tantissime start up, sarebbero rimasti bloccati a lungo. Negli Stati Uniti è previsto che i depositi bancari dei clienti siano garantiti per legge solo entro i 250 mila dollari e che sopra quella cifra, in caso di fallimento di una banca, siano da considerarsi persi.
In questo caso però è stata fatta un’eccezione e il governo americano ha permesso al “fondo assicurativo” che gestisce queste cose di rimborsare integralmente tutti gli importi dei conti correnti della banca. Se così non fosse stato i clienti, che sono appunto principalmente aziende con conti ben superiori ai 250 mila dollari, non avrebbero più potuto pagare gli stipendi dei dipendenti o le fatture dei propri fornitori, causando una crisi finanziaria a catena notevole. «Tutti i clienti di queste banche possono stare tranquilli: saranno tutelati e avranno accesso ai loro conti correnti già da oggi», ha detto Biden.
Il rimborso totale dei conti correnti è un fatto notevole e nel fine settimana l’amministrazione Biden è stata molto criticata dall’opposizione repubblicana, che la accusava di voler rimediare con soldi pubblici alla cattiva gestione dei manager della banca. Biden ha quindi detto: «le perdite non saranno a carico dei contribuenti, e questo è importante. Fatemelo ripetere, non vi saranno perdite a carico dei contribuenti».
Non ci sarà quindi un salvataggio pubblico e i «fondi saranno garantiti dalle quote e dalle commissioni che le banche pagano al Deposit Insurance Fund», un fondo con risorse private gestito dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) proprio per tutelare i conti correnti delle banche che falliscono (il corrispondente statunitense del fondo interbancario italiano che ha garantito i conti correnti delle banche fallite negli ultimi anni).
Biden ha poi detto che «i cittadini americani devono stare tranquilli sul fatto che le somme sui loro conti correnti sono a disposizione per quando ne hanno bisogno». Il punto è importante perché serve a rassicurare tutti i cittadini, che in questi contesti di incertezza finanziaria presi dal panico sono portati a ritirare ingenti somme dai loro conti, generando così una cosiddetta “corsa agli sportelli” che poi si diffonde a tutto il sistema finanziario, mandandolo in crisi.
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Al contrario dei correntisti, gli investitori della banca, ossia chi deteneva titoli della Silicon Valley Bank, «non saranno protetti» – ha detto Biden – «perché investendo in titoli hanno preso consapevolmente un rischio, e quando il rischio non paga gli investitori perdono i loro soldi. È cosi che funziona il capitalismo».
Biden ha anche detto che proporrà di rendere le regole sulla sicurezza finanziaria e bancaria più rigide di quanto siano ora. E proprio perché il FDIC ha preso in carico la gestione dei conti correnti della Silicon Valley Bank, ha detto che tutto il management della banca sarà licenziato.
Intanto si discute di questo anche in Unione europea, dove i mercati finanziari hanno risentito della notizia, memori del “contagio” finanziario che nel 2008 portò a una crisi economica gravissima. Lunedì e martedì i ministri delle Finanze dei paesi che adottano l’euro si riuniscono a Bruxelles per parlare – tra le altre cose – anche del rischio che corrono le banche europee dopo il fallimento di Silicon Valley Bank. Al momento l’eventualità di un contagio sembra ancora piuttosto remota, come detto anche dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni.