La polizia turca ha arrestato decine di persone che stavano partecipando al corteo organizzato a Istanbul per la Giornata internazionale delle donne
Mercoledì migliaia di donne hanno manifestato a Istanbul per la Giornata internazionale delle donne, chiedendo quindi più diritti e il ritorno del paese nella Convenzione di Istanbul (che si occupa della lotta contro la violenza nei confronti delle donne), dopo il ritiro deciso dal presidente Recep Tayyip Erdoğan nel 2021. I partecipanti al corteo hanno sfidato il divieto imposto per il secondo anno consecutivo dal governo cittadino: inizialmente la polizia turca aveva permesso lo svolgimento del corteo, seppur impedendo che passasse dal centro, ma poi è intervenuta con gas lacrimogeni per far disperdere le manifestanti.
In serata, dopo la fine della manifestazione, sono state arrestate varie persone, anche se al momento non è chiaro quante: un giornalista di Associated Press ha parlato di almeno 30.
La manifestazione di mercoledì riguardava in parte le proteste per il gravissimo terremoto che a inizio febbraio ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria. Le autorità di Istanbul avevano vietato il corteo nel centro città sostenendo che potesse «provocare» alcune parti della società ed essere sfruttato da gruppi terroristici per minacciare la sicurezza nazionale. Come nel caso della sfilata del Pride, le ragioni ufficiali dei divieti sono di ordine pubblico: si ritiene tuttavia che siano segnali della crescente repressione favorita dal governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan, di orientamento islamista e conservatore.