Le accuse di Xi Jinping contro gli Stati Uniti, esplicite e inusuali
Il presidente cinese ha sostenuto che il governo americano voglia impedire lo sviluppo economico della Cina, usando parole molto dure
In una dichiarazione molto rara, il presidente cinese Xi Jinping ha accusato direttamente gli Stati Uniti e tutto l’Occidente di voler impedire lo sviluppo economico della Cina con una campagna di «contenimento» ai suoi danni. Abitualmente i leader cinesi – e soprattutto quelli di altissimo rango come il presidente – usano una retorica molto vaga e ambigua: quando devono criticare un paese straniero parlano di «alcuni paesi», senza mai rivolgere critiche esplicite e dirette. Ma lunedì, in un discorso fatto a un gruppo di imprenditori, Xi ha preso di mira gli Stati Uniti direttamente.
Lo stesso giorno anche il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha fatto dichiarazioni molto aggressive contro gli Stati Uniti, accusandoli di volere lo scontro diretto con la Cina: è un segno del fatto che la retorica della Cina contro l’Occidente sta diventando gradualmente più dura, con l’inizio del terzo mandato di Xi da presidente.
Xi ha detto, secondo la trascrizione in cinese del discorso: «I paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, hanno applicato una politica complessiva di contenimento, accerchiamento e oppressione nei nostri confronti, e hanno creato problemi di una gravità senza precedenti allo sviluppo del nostro paese». Nella trascrizione in inglese distribuita dai media di stato, la frase contro gli Stati Uniti e l’Occidente non c’è.
Secondo alcuni esperti, come per esempio Michael Swaine, un ricercatore del centro studi americano Quincy Institute for Responsible Statecraft, questa «è la prima volta che Xi ha pubblicamente identificato gli Stati Uniti» come il principale ostacolo allo sviluppo cinese. Data l’abituale vaghezza dei discorsi ufficiali cinesi, le parole di Xi sono state interpretate come un tentativo di ingraziarsi la parte più nazionalista dell’opinione pubblica.
Il discorso di Xi si è tenuto davanti a un gruppo di imprenditori nell’ambito delle cosiddette “Due Sessioni”, cioè le due riunioni delle maggiori assemblee della Repubblica Popolare: la Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC) e il Congresso Nazionale del Popolo. Queste due riunioni avvengono una volta all’anno e danno la conferma ufficiale di alcune decisioni prese dalla leadership del Partito comunista cinese, come gli aumenti della spesa militare, gli obiettivi di crescita del PIL. Xi Jinping riceverà anche formalmente dal Congresso la nomina per il terzo mandato come presidente, che è già stata decisa mesi fa.
Le “Due Sessioni” sono uno degli eventi più importanti della politica cinese, e in quest’occasione ha tenuto una conferenza stampa aperta ai giornalisti il nuovo ministro degli Esteri cinese Qin Gang, che è stato nominato soltanto pochi mesi fa, dopo una lunga carriera come ambasciatore a Washington. Qin Gang ha parlato in maniera piuttosto bellicosa, accusando gli Stati Uniti di voler aggredire la Cina sia sul piano economico sia su quello diplomatico, e di essere i colpevoli principali delle sempre maggiori tensioni tra i due paesi.
Gli Stati Uniti, ha detto Qin, non si limitano a voler competere con la Cina, ma cercano una «repressione completa». «Se gli Stati Uniti non frenano ma invece continuano ad andare sempre più veloci sulla strada sbagliata, non ci sono guardrail che possano evitare un deragliamento: sicuramente ci sarà conflitto e scontro». Secondo Qin, gli Stati Uniti starebbero mettendo a repentaglio «il futuro dell’umanità».
In contrapposizione al comportamento a suo dire irresponsabile degli Stati Uniti, Qin ha invece elogiato la relazione solida e stabile che la Cina ha con la Russia di Vladimir Putin, che «è un esempio per tutte le relazioni internazionali del mondo». Qin ha esaltato l’amicizia tra i due paesi, sostenendo che «quando la Cina e la Russia lavorano assieme, il mondo ha una forza trainante», e dicendo che la partnership diventerà «sempre più forte».
Qin ha tuttavia smentito le indiscrezioni diffuse dagli Stati Uniti secondo cui la Cina starebbe pensando di inviare armi alla Russia per sostenerla nella sua invasione dell’Ucraina.