Il suicidio di un adolescente in Polonia è diventato un caso politico
Era il figlio di una parlamentare di opposizione: poco tempo prima i media di stato avevano divulgato che era stato vittima di abusi
In Polonia si sta discutendo moltissimo della morte di un adolescente, che secondo l’indagine in corso sul caso sarebbe avvenuta per suicidio: il tema è di per sé rilevante e particolarmente sentito nel paese, ma se ne sta parlando molto anche perché il ragazzo in questione era figlio di una parlamentare, Magdalena Filiks, esponente del principale partito di opposizione.
Il figlio di Filiks aveva poco meno di 16 anni e si è suicidato poche settimane dopo che i media di stato polacchi, controllati dal governo, avevano reso pubblica una notizia che lo riguardava personalmente: cioè che nel 2020 era stato vittima di abusi sessuali da parte di un uomo. Ora nel paese si è creato un movimento di opinione secondo cui la diffusione di questa notizia avrebbe creato le condizioni che hanno poi portato al suicidio del figlio di Filiks: alcuni politici di opposizione hanno accusato esplicitamente i media di stato e il governo, espressione del partito di destra radicale Diritto e Giustizia (PiS), di avere responsabilità dirette nella vicenda.
L’accusa è in particolare di aver usato un fatto privato e molto delicato come strumento politico con l’intento di mettere in difficoltà il partito di Filiks, Piattaforma Civica (PO), di centro.
I media di stato coinvolti sono due: la televisione Telewizja Polska, anche nota con la sigla TVP, e Radio Szczecin. A fine dicembre del 2022 un giornalista di quest’ultima, Tomasz Duklanowski, aveva pubblicato per primo un articolo sul sito dell’emittente in cui si ricostruiva la storia della violenza sessuale ai danni del figlio di Filiks: il ragazzo non veniva citato esplicitamente e veniva descritto come «il figlio di un importante politico di opposizione», ma ne venivano indicati il genere e l’età, rendendo possibile quasi immediatamente la sua identificazione.
Il colpevole dell’abuso sessuale, condannato nel 2021 a oltre quattro anni di carcere, veniva indicato nell’articolo col solo nome e l’iniziale del cognome, “Krzysztof F.”: anche in questo caso però era facilmente intuibile che si trattasse di Krzysztof Falinski, un collega di partito della stessa Filiks, peraltro decisamente riconoscibile dalla foto usata come illustrazione dell’articolo in cui gli venivano coperti solo gli occhi.
In un caso come questo a livello legale non sarebbe stato possibile divulgare l’identità del ragazzo dato che era minorenne, e probabilmente la storia era rimasta sconosciuta per oltre due anni proprio per questo motivo. Radio Szczecin ha di fatto reso possibile l’attribuzione univoca di quell’avvenimento, che poi era stato ripreso anche da TVP: sono entrambi due media che erano già stati criticati in precedenza dall’opposizione per il fatto che venissero usati dal governo come strumento propagandistico.
Venerdì 3 marzo Filiks ha comunicato sui propri profili social la morte del figlio, specificando però che era avvenuta due settimane prima, il 17 febbraio. Tra questa data e venerdì 3 marzo, intanto, aveva smesso di comparire pubblicamente. Non ha fornito dettagli sulle cause della morte, ha solo scritto quando si sarebbe tenuto il funerale e dove, chiedendo ai “media” (indicati proprio in questo modo, tra virgolette) di «rispettare la privacy della mia famiglia e non venire».
I media polacchi non controllati dal governo hanno iniziato a parlarne fin da subito come di un suicidio, e nonostante la notizia non sia stata confermata da Filiks anche gli interventi di alcuni suoi colleghi di partito hanno lasciato intendere che fosse così.
I media statali che avevano riferito la notizia dell’abuso sessuale in questi giorni non hanno parlato affatto della morte del figlio di Filiks, ma di fatto sono stati accusati di aver causato la morte dell’adolescente. Il leader di Piattaforma Civica, ex primo ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha scritto su Twitter: «Chiederemo conto a Diritto e Giustizia di ogni malvagità, di tutti i danni umani e le tragedie che ha causato mentre era al potere. Lo prometto». L’attivista per i diritti umani polacco Adam Bodnar ha detto che il figlio di Filiks «è stato ucciso dal regime mediatico di Diritto e Giustizia».
Il parlamentare di Piattaforma Civica Artur Lacki, che è stato tra i primi a commentare la morte del figlio di Filiks, ha proposto a tutta l’opposizione di boicottare i media di stato: «Finché non vi scuserete, finché questi pseudo giornalisti, queste creature giornalistiche non subiranno conseguenze, io, e credo qualunque altro politico onesto, rinunceremo a partecipare ai vostri programmi». Il portavoce del governo, Piotr Müller, si è rifiutato di commentare la vicenda.
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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.
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