Una nuova giornata di grossi scioperi in Francia
Contro la riforma delle pensioni voluta dal governo: si prevedono disagi in molti settori lavorativi e manifestazioni in più di 250 città
Oggi in Francia sarà una nuova giornata di grossi scioperi in tutto il paese contro la riforma delle pensioni proposta dal governo e che nelle scorse settimane aveva già causato molte proteste. La riforma, presentata a gennaio e ora in discussione al Senato, prevede soprattutto l’innalzamento dell’età minima per la pensione da 62 a 64 anni, provvedimento che ha causato le maggiori contestazioni da parte delle organizzazioni sindacali, dall’opposizione e da buona parte dell’opinione pubblica francese.
C’erano state già cinque giornate di sciopero tra la fine di gennaio e febbraio, ma si stima che quella di oggi possa essere la più partecipata e che causerà più disagi. I sindacati che hanno proclamato lo sciopero hanno detto che il loro obiettivo è che oggi la Francia venga completamente «bloccata».
Lo sciopero riguarderà il trasporto ferroviario, aereo e locale, gli impianti energetici, le raffinerie, le scuole e gli autotrasportatori. Ci saranno inoltre manifestazioni in più di 250 città francesi, a cui la polizia stima che parteciperà più di un milione di persone.
Il disegno di legge sulla riforma delle pensioni era stato presentato dopo settimane di trattative inconcludenti tra governo e sindacati: tra le altre cose prevede l’anticipazione dal 2035 al 2027 della cosiddetta legge “Touraine”, che aumenta di un anno il periodo per cui è necessario versare contributi per andare in pensione, e l’abolizione di alcuni regimi pensionistici speciali, oltre a una serie di altre misure.
Il presidente francese Emmanuel Macron aveva già provato a riformare le pensioni francesi nel 2019, e già allora c’erano state grosse e partecipate proteste. Non è il primo presidente francese a voler cambiare il sistema pensionistico, ritenuto da molti eccessivamente complicato, inefficiente e ingiusto.
In Francia esistono 42 regimi pensionistici diversi, con notevoli differenze nelle agevolazioni e nei trattamenti delle singole categorie. Ed è un sistema pensionistico anche molto costoso: nel 2020 è costato l’equivalente del 13,6 per cento del PIL, meno di quello italiano in proporzione (15,6 per cento del PIL), ma comunque più che nella maggior parte dei paesi europei. Secondo stime e previsioni ufficiali il sistema francese potrebbe non essere sostenibile sul lungo periodo e rischiare di tornare in deficit (come successo nel 2020, l’ultima volta).
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