L’inchiesta di una tv polacca su papa Giovanni Paolo II
Sostiene che Karol Wojtyla fosse a conoscenza dei casi di pedofilia nella diocesi di Cracovia ben prima di diventare papa
Un’inchiesta della televisione polacca TVN24, trasmessa lunedì 6 marzo, sostiene che quando Karol Wojtyla era vescovo e cardinale di Cracovia, e dunque prima di essere eletto papa, fosse a conoscenza dei casi di pedofilia nella Chiesa polacca. Ai sacerdoti accusati di aver commesso abusi sui minori avrebbe dato copertura spostandoli in altre parrocchie lontane da Cracovia.
L’inchiesta è iniziata due anni e mezzo fa e si intitola “Franciszkańska 3” come la via e il numero civico della sede della Curia di Cracovia dove Karol Wojtyla ha vissuto come studente del seminario e dove è stato ordinato sacerdote, nel 1946. Da lì in poi divenne vescovo, arcivescovo, cardinale e infine papa. L’autore del reportage è il giornalista investigativo Marcin Gutowski.
Gutowski dice che Wojtyla, già dagli anni Sessanta, non solo era a conoscenza degli abusi commessi dai sacerdoti nella sua diocesi, ma che intervenne direttamente spostando alcuni dei preti accusati da una parrocchia all’altra: una pratica assai comune all’interno della Chiesa. Uno di questi sacerdoti fu ad esempio inviato dal futuro papa in Austria. Wojtyla scrisse per lui anche una lettera di raccomandazione all’allora cardinale di Vienna Franz König, senza informarlo delle accuse contro il sacerdote. Un testimone rimasto anonimo ha poi confermato a Gutowski di aver denunciato personalmente al cardinale Wojtyla gli atti di pedofilia che aveva subito da un sacerdote nel 1973: «Wojtyla voleva prima accertarsi che non si trattasse di un bluff. Mi ha chiesto di non segnalarlo da nessuna parte, ha detto che se ne sarebbe occupato lui», ha spiegato l’uomo.
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Gutowski ha spiegato di aver incontrato alcune vittime di preti pedofili nella diocesi di Cracovia, le loro famiglie e gli ex dipendenti della diocesi stessa trovando conferma di un generale atteggiamento di omertà. Nella sua inchiesta il giornalista cita anche una serie di documenti dell’ex polizia segreta comunista (SB, Służba Bezpieczeństwa) e alcuni documenti della Chiesa che è riuscito a ottenere fuori dalla Polonia. La diocesi di Cracovia gli ha invece negato l’accesso ai propri archivi. Negli anni passati la Chiesa polacca si era già rifiutata di fornire documenti alla magistratura o alla commissione d’inchiesta pubblica che sta indagando sui casi di abuso nella Chiesa. «Spero che questo reportage metta fine alla discussione. Non si potrà più dire che Karol Wojtyla non sapesse, e molto prima di diventare papa», ha detto Gutowski.
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«Quello che è stato scoperto è rivoluzionario perché mostra ciò che molte persone sospettavano da anni e cioè che Giovanni Paolo II, ancor prima di diventare papa, sapesse che questo problema esisteva», ha commentato a sua volta il prete statunitense Thomas Doyle, specialista di diritto canonico e autore di uno dei primi rapporti sugli abusi sessuali sui minori compiuti dal clero cattolico negli Stati Uniti, che fu redatto nella primavera del 1985 e che venne a sua volta insabbiato. «Qui abbiamo le prove», ha detto Doyle. Queste prove smentirebbero un argomento centrale di chi fino ad ora ha difeso Wojtyla, e cioè che quando era papa non fosse a conoscenza della portata reale del fenomeno degli abusi sui minori della Chiesa, credendo che si trattasse di un problema circoscritto agli Stati Uniti.
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In Polonia è in uscita un libro con accuse simili a quelle contenute nel reportage di Gutowski, nato da un’inchiesta del giornalista olandese Ekke Overbeek e intitolato “Maxima Culpa. Giovanni Paolo II sapeva”.
La Polonia è uno dei paesi più cattolici d’Europa, oltre il 40 per cento della popolazione partecipa alla messa ogni domenica. Il cattolicesimo ha avuto un ruolo decisivo nel plasmare l’identità nazionale del paese. Papa Giovanni Paolo II, il primo papa polacco, è venerato sia come autorità morale sia per la sua opposizione al comunismo. Nel 2014 è stato canonizzato, ossia fatto santo, dall’attuale papa Francesco.
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