In Iran sono state arrestate alcune persone in relazione ai casi di avvelenamento di studentesse
Martedì il viceministro dell’Interno iraniano, Majid Mirahmadi, ha detto in un messaggio alla televisione di stato che ci sono stati alcuni arresti, i primi, per i numerosi casi di avvelenamento di studentesse avvenuti negli ultimi mesi. Mirahmadi non ha specificato il numero di persone arrestate né ha spiegato i dettagli dell’inchiesta che ha portato alla loro identificazione.
Negli ultimi mesi circa 200 bambine e ragazze di quattro città dell’Iran avevano avuto problemi di salute dopo essere state a scuola, con sintomi come nausea, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie, palpitazioni e stati di sonnolenza acuta; in decine di casi erano stati necessari brevi ricoveri in ospedale. Secondo alcuni media locali le ragazze sarebbero state avvelenate da movimenti di estremisti religiosi, probabilmente ispirati dalle politiche dei talebani afghani, che negli ultimi mesi hanno vietato l’accesso alle scuole a bambine e ragazze. Al momento, però, non ci sono conferme al riguardo.
Dei casi di avvelenamento si è parlato moltissimo in tutto il mondo negli ultimi giorni, e lo ha fatto anche la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, la più importante figura politica e religiosa del paese, definendoli «un crimine imperdonabile» che le autorità «dovrebbero perseguire severamente».