Cassa Depositi e Prestiti vuole comprare la rete di Tim

È la seconda offerta dopo quella del fondo KKR: è economicamente più vantaggiosa, ma servirà un'approvazione dell'Antitrust

(ANSA / MATTEO BAZZI)
(ANSA / MATTEO BAZZI)

Domenica Cassa Depositi e Prestiti (CDP), istituto finanziario controllato dal ministero dell’Economia, ha presentato un’offerta per acquistare tutta l’infrastruttura di rete di Tim, la principale azienda di telecomunicazioni italiana di cui possiede già circa il 10 per cento delle azioni. L’offerta prevede la partecipazione del fondo d’investimento australiano Macquarie Asset Management.

Di una possibile offerta di CDP si parlava da giorni, soprattutto dopo che a inizio febbraio il fondo statunitense KKR ne aveva presentata una analoga. La proposta di CDP e del fondo Macquarie, come già quella di KKR, prevede l’acquisto di NetCo (la nuova società che includerà tutta l’infrastruttura di rete di Tim), le attività di FiberCop (azienda che si occupa dello sviluppo e della posa dei collegamenti in fibra ottica, di cui Tim è la principale azionista e in cui KKR ha già il 37,5 per cento delle quote) e una partecipazione in Sparkle (società che gestisce infrastrutture di rete internazionali, di proprietà di Tim).

L’offerta non è vincolante e scadrà il prossimo 31 marzo: Tim ha fatto sapere che sarà probabilmente valutata nel consiglio di amministrazione già in programma per il 15 marzo. Non è stata rivelata l’entità dell’offerta, ma secondo quanto riferito a diversi giornali da fonti a conoscenza dei fatti sarebbe leggermente più vantaggiosa di quella di KKR: l’offerta prevederebbe infatti 10 miliardi di euro da versare subito nelle casse di Tim, due in più di KKR, e 8 miliardi per sanare i debiti.

Ci sono però alcuni dubbi sulla riuscita dell’operazione: se infatti la proposta sembra effettivamente migliore dal punto di vista economico (seppure inferiore di circa 10 miliardi al valore stimato dall’azionista di maggioranza di Tim, il gruppo francese Vivendi), è possibile che i tempi per concludere la trattativa con CDP sarebbero più lunghi che con KKR.

Come detto CDP è azionista di Tim, e ha anche il 60 per cento di Open Fiber, la principale rivale di FiberCop: un acquisto di quest’ultima porterebbe molto probabilmente quindi a una fusione delle due società, per creare un’unica infrastruttura di rete italiana. Se Tim accettasse l’offerta di CDP, sarebbe quindi inevitabile una pronuncia del Commissario europeo per la concorrenza per valutare che non ci siano state violazioni delle regole antitrust: questo allungherebbe molto i tempi, mentre l’offerta di KKR sarebbe efficace da subito.

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