La battaglia per il controllo di Bakhmut
Per la prima volta si parla di una possibile ritirata dei soldati ucraini dalla cittadina del Donbass: per la Russia sarebbe comunque una vittoria assai limitata
Non è ancora chiaro come potrebbe concludersi la battaglia per Bakhmut, la piccola città nell’oriente ucraino su cui da mesi si concentrano gli sforzi militari della Russia. Bakhmut è ormai circondata su tre lati, e negli ultimi giorni si è cominciato a parlare per la prima volta della possibilità che l’esercito ucraino si ritiri dalla città. Al tempo stesso, nemmeno le posizioni russe sono particolarmente solide: i soldati russi stanno avanzando lentamente e con costi enormi, e si parla di carenza di munizioni.
Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), rispettato centro studi americano, è probabile che l’esercito ucraino decida di mettere in atto una «ritirata in combattimento», cioè che decida di arretrare lentamente cercando di infliggere più perdite possibili ai russi. L’assalto dell’esercito russo contro Bakhmut è compiuto soprattutto da reclute inesperte, e secondo la maggior parte delle analisi militari le perdite affrontate per conquistare la città sono molto più alte dalla parte dei russi.
Secondo l’ISW, una completa conquista militare di Bakhmut da parte della Russia sarebbe molto difficile, perché le difese ucraine rimangono solide: secondo varie analisi militari, gli ucraini occupano ancora il centro della città, e uno scontro casa per casa sarebbe un massacro per entrambi gli eserciti. La Russia sta continuando tuttavia a usare un’enorme quantità di uomini e mezzi: domenica l’esercito ucraino ha fatto sapere che il giorno precedente aveva respinto ben 130 attacchi da parte dei russi.
La strategia russa, probabilmente, è di convincere gli ucraini che le perdite per difendere la cittadina sarebbero troppo elevate, e quindi a ritirarsi. Effettivamente per la prima volta gli ucraini stanno considerando la possibilità di indietreggiare, ma appunto continuando a combattere e cercando di infliggere più perdite possibile ai russi.
Questa strategia della Russia di investire enormi quantità di uomini e mezzi su Bakhmut sta affaticando anche l’esercito russo e il gruppo Wagner, una compagnia di mercenari affiliata all’esercito russo e comandata da Yevgeny Prigozhin, un imprenditore e politico vicino a Putin. Domenica Prigozhin ha detto che il gruppo Wagner non ha sufficienti munizioni per garantire le posizioni conquistate finora a Bakhmut, e ha chiesto un intervento del ministero della Difesa russo. Prigozhin è da mesi critico sulla gestione della guerra, e in più di un’occasione ha già chiesto che il gruppo Wagner riceva maggiori rifornimenti. Non è chiaro se quest’ultima richiesta d’aiuto sia sincera o sia un tentativo di posizionamento politico.
Oltre che militarmente azzardata, un’eventuale conquista russa di Bakhmut sarebbe anche strategicamente poco rilevante. La cittadina si trova sulla strada che porta alle più importanti città ucraine di Sloviansk e Kramatorsk, e dunque è un passaggio obbligato se l’esercito russo vuole avanzare, ma non ha particolare valore strategico.
Inoltre, come ha detto al New York Times un analista militare, «la realtà è che se i russi infine conquistano Bakhmut stanno conquistando delle rovine. È una cittadina con un’importanza strategica minima, e senza infrastrutture ancora in piedi capaci di sostenere una forza di occupazione. Che i russi abbiano investito così tanto per conquistarla dice molto della loro scarsa strategia in guerra».
Nonostante questo, la conquista di Bakhmut potrebbe essere per la Russia la prima vittoria in mesi di guerra, e avrebbe probabilmente un grosso valore simbolico.