In Israele continuano le proteste contro il governo di Netanyahu
Ormai da settimane e soprattutto per la contestata riforma della giustizia proposta dal governo, ma non solo
Nel fine settimana in Israele decine di migliaia di persone hanno nuovamente protestato contro il nuovo governo di Benjamin Netanyahu, il più di destra della storia d’Israele: le proteste si sono svolte in diverse città, per la nona settimana di fila dall’elezione di Netanyahu a inizio gennaio. Le manifestazioni, tra le più estese organizzate negli ultimi anni, riguardano soprattutto la riforma del sistema giudiziario proposta dal nuovo governo Netanyahu, che toglie poteri di controllo alla Corte suprema per affidarli al governo.
In Israele la Corte suprema ha un ruolo eccezionalmente importante nella vita politica del paese, che non ha una costituzione (pur avendo una serie di Leggi fondamentali che sanciscono i diritti individuali e le relazioni tra cittadini e stato) e ha relativamente pochi contrappesi al potere del governo in carica. Il manifestanti protestano proprio perché ritengono che la riforma proposta da Netanyahu sia un pericolo per la democrazia israeliana.
Le proteste di questo fine settimana sono state complessivamente pacifiche, anche se da Tel Aviv, dove si è svolta una delle più estese proteste finora, sono arrivate notizie e video di scontri anche violenti tra manifestanti e polizia. L’intensità delle proteste contro Netanyahu è aumentata proprio negli ultimi giorni, raggiungendo il culmine mercoledì scorso, quando la polizia ha sparato granate stordenti contro i manifestanti e ci sono stati violenti scontri.
Domenica hanno protestato contro Netanyahu anche alcuni membri dell’aeronautica israeliana: 37 piloti hanno dichiarato che non si sarebbero presentati a una giornata di addestramento prevista per il prossimo mercoledì per «dedicare il proprio tempo al dialogo e alla riflessione, per il bene della democrazia e dell’unità nazionale». È un gesto di protesta considerato senza precedenti in Israele.
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Sempre nel fine settimana ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti israeliani anche ad Hawara, città palestinese circa 6 chilometri a sud di Nablus che all’inizio della settimana era stata attaccata da decine di coloni israeliani. Venerdì un gruppo di manifestanti israeliani aveva organizzato una manifestazione di solidarietà nei confronti dei palestinesi: l’esercito israeliano ha risposto sparando granate stordenti e gas lacrimogeni. In alcuni casi, ha scritto Associated Press, i manifestanti sono stati immobilizzati a terra con le ginocchia degli agenti premute sul collo e sulla schiena, oppure presi a calci.