Alle elezioni in Estonia si parla molto di Ucraina
Il cui sostegno durante l'invasione in corso è uno dei temi più discussi della campagna elettorale
Domenica 5 marzo in Estonia si vota per eleggere il nuovo primo ministro e rinnovare i 101 seggi del parlamento unicamerale. Uno dei temi più discussi della campagna elettorale è il sostegno all’Ucraina durante l’invasione russa. L’attuale prima ministra Kaja Kallas, di centrodestra, è una forte sostenitrice dell’Ucraina e convinta europeista, che nel corso di quest’anno ha adottato posizioni molto dure nei confronti della Russia: se non venisse rieletta le cose potrebbero cambiare.
Kaja Kallas ha 45 anni, è un’ex avvocata ed è un personaggio piuttosto popolare in Estonia. I sondaggi più recenti realizzati da Politico la danno in vantaggio di 14 e 11 punti percentuali rispetto ai candidati dei due principali partiti d’opposizione: l’ex primo ministro Jüri Ratas del Partito di centro estone, di centrosinistra, e Martin Helme del Partito popolare conservatore dell’Estonia (EKRE), populista e di destra. Kallas fa parte del Partito riformatore estone, liberale e di centrodestra.
Da quando è iniziata l’invasione russa, Kallas è stata tra le più esplicite sostenitrici di misure dure nei confronti della Russia, così come del rafforzamento della presenza militare della NATO, l’alleanza militare che comprende buona parte dei paesi occidentali, sul cosiddetto “fianco orientale” europeo, quello cioè più vicino alla Russia. Ha fatto capire in più occasioni di considerare la difesa dell’Ucraina una difesa della democrazia come valore occidentale.
La posizione di Kallas nei confronti della Russia è in parte radicata nella sua storia familiare – sua madre fu deportata in Siberia come migliaia di altre persone durante l’occupazione sovietica dell’Estonia – e rispecchia un sentimento condiviso da buona parte della cittadinanza, e tendenzialmente trasversale anche ad altri partiti.
A Euronews l’analista Merili Arjakas dell’International Centre for Defence and Security di Tallinn, la capitale dell’Estonia, ha detto che non ci sono enormi differenze tra i partiti. Lo stesso tema del sostegno all’Ucraina è comunque piuttosto trasversale, e non ci si aspettano radicali cambi di posizione al riguardo.
Le divisioni riguardano piuttosto il livello di impegno nei confronti dell’Ucraina e l’enfasi data all’importanza di questo tema.
Kallas ha posto al centro della sua campagna elettorale la necessità di continuare a condannare duramente la Russia, di sostenere l’Ucraina e di mantenere legami saldissimi con l’Unione Europea e la NATO. I suoi oppositori hanno invece portato l’attenzione su problemi soprattutto interni, come l’impatto che la guerra sta avendo sul costo della vita, la sanità e la scuola. In alcuni casi hanno accusato Kallas di preoccuparsi troppo dell’Ucraina e troppo poco dell’Estonia.
Helme, il candidato dell’EKRE, ha per esempio accusato Kallas, durante un dibattito, di aver inviato troppi obici (cannoni) all’Ucraina, lasciando l’esercito estone sguarnito e incapace di difendersi. L’EKRE è un partito tradizionalmente euroscettico, e se avesse un qualche incarico di governo potrebbe adottare posizioni decisamente diverse da quelle di Kallas sull’Ucraina. Lo stesso vale per l’altro partito, il Partito di centro estone, che in passato aveva adottato posizioni favorevoli nei confronti della Russia governata dal presidente Vladimir Putin.
L’idea di alcuni analisti è che se Kallas non venisse rieletta, o se non ottenesse la maggioranza assoluta dei voti, l’Ucraina potrebbe perdere uno dei suoi più decisi alleati all’interno dell’Unione Europea.