Il parlamento in Cina confermerà ancora il potere di Xi Jinping
A Pechino i suoi 3mila membri ratificheranno il terzo mandato del presidente, la nomina del nuovo premier e gli obiettivi economici del paese
Fra sabato e domenica nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen a Pechino, in Cina, sono previste le due riunioni annuali delle maggiori assemblee della Repubblica Popolare: la Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC) e il Congresso Nazionale del Popolo. La prima, sabato, raccoglie circa 2mila rappresentanti dei partiti e della società civile cinese: imprenditori, economisti, lavoratori, funzionari, letterati, professori universitari e sportivi. La seconda è l’assemblea del parlamento cinese, che comprende circa 3mila membri, i cui lavori legislativi inizieranno domenica e dureranno almeno una settimana.
Entrambe le assemblee, molto celebrate in Cina, in realtà si limitano ad approvare o ratificare decisioni prese in precedenza dal presidente Xi Jinping e dal Comitato permanente del Politburo, l’organo esecutivo attraverso cui il Partito comunista governa la Cina. I sette membri di questa cerchia ristretta, così come i venticinque del Politburo, sono stati rinnovati nel Congresso nazionale del Partito comunista cinese (PCC) di ottobre, quando Xi Jinping aveva ottenuto il terzo mandato da segretario generale e ulteriormente accentrato il potere posizionando nei ruoli chiave uomini a lui fedeli.
Questa tendenza sarà confermata anche nelle due sessioni assembleari di questo fine settimana, in cui una delle nomine più importanti sarà quella del nuovo premier. Li Qiang, 63 anni, sostituirà Li Keqiang, che sta per compierne 68, età in cui convenzionalmente i politici cinesi vanno in pensione. Li Keqiang, in carica da dieci anni, aveva posizioni piuttosto distanti da quelle di Xi Jinping su alcuni temi, soprattutto di natura economica: il suo sostituto, che non ha esperienza nel governo centrale, è invece molto allineato alle posizioni del presidente.
Li Qiang è stato il capo del partito a Shanghai, la città in cui lo scorso aprile c’erano state grosse e partecipate proteste contro il governo a causa delle durissime restrizioni imposte (proprio attraverso la sua autorità) per il coronavirus. Il nuovo premier era stato molto criticato per la gestione di quel lockdown, ma la nomina di ottobre nel Comitato permanente aveva indicato che gli stretti rapporti con Xi erano stati più importanti.
Li Qiang ha gestito la provincia che è il motore economico della Cina: il rilancio dell’economia sarà al centro delle nomine e delle attenzioni in questi due giorni. Sono attesi gli annunci delle nomine del governatore della banca centrale, di un nuovo commissario al regolamento del mercato azionario e di altri ruoli fondamentali nell’economia cinese, così come indicazioni sulla politiche monetarie e gli interventi per stimolare la crescita.
Nell’occasione il governo dovrebbe fissare anche un obiettivo di crescita per il 2023, dopo aver mancato, anche a causa dei ripetuti lockdown per il COVID, quello del 2022. L’anno scorso la crescita del PIL (prodotto interno lordo) si è fermata al 3 per cento, ai minimi da 40 anni e ampiamente sotto le stime del 5,5 per cento previste. Dopo il repentino abbandono della strategia “zero COVID”, che oltre a rigidi lockdown prevedeva test di massa per cercare di ridurre al minimo la diffusione dei contagi, i segnali economici sembrano essere tornati positivi: l’obiettivo dovrebbe essere fissato nuovamente sopra il 5 per cento su base annua.
Xi Jinping, che riceverà formalmente dal parlamento la nomina per il terzo mandato come presidente della Repubblica Popolare, ha annunciato nei giorni scorsi nuove misure per aumentare il controllo statale in settori strategici come scienza e tecnologia, oltre che nel settore finanziario.