Lucio Dalla, 4 marzo 1943
Una delle canzoni più note e amate del cantautore bolognese, che avrebbe compiuto 80 anni
Per chi ascolta musica da qualche decennio, la data del 4 marzo è legata a una certa canzone, ma soprattutto all’artista che la cantò: Lucio Dalla, che nacque proprio il 4 marzo del 1943 a Bologna e nel 2023 avrebbe compiuto 80 anni. “4/3/1943” fu scritta assieme alla Nuova Equipe 84 e all’autrice Paola Pallottino: Dalla la presentò al Festival di Sanremo del 1971, dove si piazzò al terzo posto.
Dice che era un bell’uomo e veniva,
veniva dal mare
parlava un’altra lingua,
però sapeva amare
e quel giorno lui prese a mia madre
sopra un bel prato
l’ora più dolce prima di essere ammazzatoCosì lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto
con l’unico vestito ogni giorno più corto
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi aspettò come un dono d’amore fin dal primo meseCompiva 16 anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna,
le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare
giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare.E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo più grosso
è tutto in questo nome
che io mi porto addossoE ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino
e ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino
e ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù Bambino
(Lucio Dalla, 4 marzo 1943)
La canzone parla di una ragazza che ha un figlio con un soldato alleato e divenne una delle più conosciute e amate di Dalla: il suo testo tuttavia fu spesso modificato in alcuni punti perché ritenuto troppo volgare, come nell’ultimo passaggio, che originariamente diceva: «E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e puttane sono Gesù Bambino». Considerato uno dei più grandi cantautori del suo tempo, Dalla morì il primo marzo del 2012, tre giorni prima di compiere 69 anni.
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