È morto il sassofonista Wayne Shorter
Fu uno dei più grandi musicisti e compositori del jazz moderno, da solo, con Miles Davis e con i Weather Report: aveva 89 anni
È morto a Los Angeles il sassofonista e compositore statunitense Wayne Shorter, uno dei più grandi della storia del jazz e della fusion: aveva 89 anni. Nella sua lunga carriera, prima col sax tenore e poi con il sax soprano, contribuì a definire il suono del jazz moderno con composizioni come “Footprints”, “Black Nile” e “Speak No Evil”, e fu membro di alcune delle formazioni più importanti degli anni Sessanta e Settanta: i Jazz Messengers di Art Blakey, il cosiddetto “secondo quintetto” di Miles Davis e i Weather Report. La notizia della morte è stata confermata dalla sua addetta stampa.
Shorter nacque il 25 agosto del 1933 a Newark, nel New Jersey. Nel 1959 si unì ai Jazz Messengers, leggendaria band del batterista Art Blakey, sia come sassofonista che come compositore, e pochi anni dopo entrò a far parte del secondo quintetto di Miles Davis insieme al pianista Herbie Hancock, al contrabbassista Ron Carter e al batterista Tony Williams. Negli anni Sessanta Shorter registrò diversi dischi per la Blue Note Records, con la quale pubblicò i suoi più importanti album da solista – come Adam’s Apple e Speak No Evil – e continuò a suonare con Davis per quelli che furono tra i primi dischi fusion, che cioè introdussero elementi del rock elettrico nel jazz, In a Silent Way e Bitches Brew.
Shorter formò poi il gruppo fusion Weather Report assieme al pianista Joe Zawinul e Miroslav Vitouš. La band ebbe un enorme successo di pubblico e fu tra le più importanti del jazz degli anni Settanta. Shorter collaborò in seguito con celebri artiste e artisti, tra cui la cantautrice Joni Mitchell e il chitarrista Carlos Santana, continuando anche a esibirsi da solo. Nel 2000 formò poi il Wayne Shorter Quartet assieme al pianista Danilo Pérez, al bassista John Patitucci e al batterista Brian Blade. Nella sua carriera ha vinto 12 premi Grammy.