La “sindrome dell’Avana” difficilmente fu causata da attacchi ostili
L'intelligence statunitense ha diffuso le sue conclusioni sul malessere che ha colpito centinaia di diplomatici, le cui cause però restano ignote
Il governo degli Stati Uniti ha detto di ritenere «molto improbabile» che la cosiddetta “sindrome dell’Avana” fosse stata causata da qualche paese ostile. Il misterioso malessere era stato segnalato negli ultimi anni da centinaia di diplomatici statunitensi sia nella capitale di Cuba sia all’estero, portando a ipotesi su un potenziale coinvolgimento della Russia o della Cina. Le cause del malessere rimangono sostanzialmente ignote, ma secondo le nuove valutazioni sono riconducibili a fattori ambientali o ad altri problemi medici, non necessariamente uguali per tutte le persone interessate.
L’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti ha reso pubblici alcuni documenti che riprendono le valutazioni di sette diverse agenzie di intelligence del paese, che nel corso di questi anni avevano valutato oltre 1.500 casi di “problemi di salute anomali” segnalati da altrettante persone in giro per il mondo. Tra gli interessati c’erano funzionari del governo, militari e soprattutto diplomatici, anche di alto livello. Cinque delle sette agenzie hanno concordato sul fatto che sia «molto improbabile» che i problemi di salute siano stati causati da «avversari degli Stati Uniti». Il livello di certezza su questa valutazione varia comunque a seconda di ogni agenzia: per alcune è alto, mentre per altre è moderato.
I primi casi di sindrome dell’Avana erano stati riscontrati nel 2016, quando vari funzionari e diplomatici dell’ambasciata statunitense a Cuba avevano cominciato ad avere nausea, spossatezza e forti mal di testa, sintomi accompagnati spesso da problemi alla vista e all’udito. Alcuni avevano inoltre segnalato di avere problemi di memoria e attenzione. Negli anni seguenti erano stati registrati casi simili tra diplomatici canadesi che avevano lavorato a Cuba e in seguito tra centinaia di funzionari per lo più statunitensi di ambasciate in altri paesi, come Austria, Germania, Russia, Cina e Colombia.
Nel gennaio del 2022 la CIA aveva diffuso un rapporto preliminare nel quale definiva poco probabili gli attacchi stranieri come causa della sindrome dell’Avana. Il documento indicava comunque una decina di casi che rimanevano senza spiegazioni e per i quali non si poteva escludere un fattore esterno di qualche tipo.
Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato statunitense, ha spiegato mercoledì in una conferenza stampa che: «Una valutazione di questo tipo è basata sulle migliori informazioni disponibili in un dato momento», indicando quindi la possibilità che in futuro parte di queste valutazioni sia rivista, nel caso in cui emergessero nuovi dati.