Le proteste per l’incidente ferroviario in Grecia
In varie città ci sono state manifestazioni per criticare il pessimo stato delle ferrovie, dopo il disastro in cui sono morte almeno 57 persone
Dopo il disastro ferroviario di mercoledì in Grecia, in cui due treni si sono scontrati mentre viaggiavano sullo stesso binario e in cui sono morte almeno 57 persone e 85 sono state ferite, in diverse città del paese sono state organizzate grosse proteste.
La protesta più partecipata si è svolta nella capitale, Atene, dove i manifestanti, soprattutto giovani e studenti universitari, hanno sfilato davanti al parlamento e alla sede di Hellenic Train, la società che gestisce il trasporto passeggeri e merci in Grecia e che dal 2016 è privata e controllata dalle Ferrovie dello Stato Italiane. OSE è invece la società pubblica che ha la responsabilità di gestire la circolazione dei treni e ammodernare la rete ferroviaria. Ci sono stati scontri con la polizia, che ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per respingere la folla.
I manifestanti sostengono che l’incidente si sarebbe potuto evitare se il governo dell’attuale primo ministro Kyriakos Mitsotakis e quelli precedenti avessero fatto di più per migliorare il sistema ferroviario del paese: hanno criticato soprattutto il pessimo stato delle infrastrutture, considerate molto arretrate e con tecnologie non all’altezza di un paese europeo, e la scarsità di personale. Altre proteste molto partecipate sono state organizzate a Salonicco, nel nord-est del paese, e a Larissa, che è a circa 20 chilometri da Tempes, la città dove è avvenuto l’incidente.
Ci sono state proteste anche da parte dei sindacati dei lavoratori delle ferrovie, che hanno annunciato per la giornata di giovedì un giorno di sciopero in tutto il paese. Lo stesso faranno anche i lavoratori della metropolitana di Atene. «Purtroppo le richieste che avanziamo da molto tempo per l’assunzione di più personale, per una migliore formazione e soprattutto per l’uso di tecnologie per la sicurezza moderne finiscono sempre nel cestino della carta straccia», hanno detto i sindacati in una nota.
Nel frattempo continuano le ricerche di eventuali sopravvissuti tra i rottami dei treni: da mercoledì soccorritori e vigili del fuoco lavorano scavando con le gru tra le lamiere dei vagoni, ma le speranze che tra i dispersi ci sia ancora qualcuno in vita sono molto poche. Dei feriti 57 sono ancora ricoverati in ospedale, e di questi 6 sono in terapia intensiva, mentre gli altri sono stati dimessi.
Resta in arresto il capostazione della stazione di Larissa, responsabile del tratto di ferrovia in cui è avvenuto l’incidente, fermato dalla polizia mercoledì pomeriggio perché si sospetta che un suo errore abbia contribuito all’incidente. Le accuse nei suoi confronti verranno formalizzate nella giornata di giovedì.