Alfredo Cospito ha sospeso gli integratori e proseguirà lo sciopero della fame

Nel frattempo il suo collegio difensivo sta valutando di fare ricorso alla Corte europea dei diritti umani, ma i tempi sono lunghi

La lettera di Alfredo Cospito mostrata dal suo avvocato, Flavio Rossi Albertini
(ANSA NPK)
La lettera di Alfredo Cospito mostrata dal suo avvocato, Flavio Rossi Albertini (ANSA NPK)
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Mercoledì l’avvocato dell’anarchico Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, ha tenuto una conferenza stampa in Senato in cui ha parlato della situazione del suo assistito, che è tornato nel carcere di Opera dopo essere stato ricoverato nell’ospedale San Paolo di Milano ed è al 134esimo giorno di sciopero della fame. La sua protesta contro il regime del 41-bis, a cui è sottoposto da maggio del 2022, è iniziata il 20 ottobre. Secondo Rossi Albertini, Cospito ha sospeso gli integratori «salvavita» che stava prendendo ed è determinato a proseguire lo sciopero della fame.

Inoltre Rossi Albertini, insieme agli altri avvocati del collegio difensivo, sta valutando di fare ricorso alla Corte europea dei diritti umani, dal momento che i mezzi legali a disposizione in Italia per contestare il 41-bis di Cospito sono terminati.

Durante la conferenza stampa Rossi Albertini ha detto che Cospito «ha perso 50 chili» ma il suo «spirito è assolutamente tenace». Secondo Cospito al 41-bis non dovrebbe essere sottoposto nessuno perché non rispetta la ratio per la quale era stato introdotto. In particolare nel suo caso ci sarebbe stata una «dilatazione del perimetro dell’ambito applicativo» perché lui si definisce un anarchico “anti-organizzativo”, cioè che rifiuta la possibilità di un’ipotesi associativa. «Pensare a un anarchico che dà o riceve ordini è un ossimoro. Questo gli fa vivere questa condizione detentiva come un’evidente violenza», ha detto Rossi Albertini.

Cospito è determinato ad andare avanti e ha sospeso anche quegli integratori – potassio e zucchero – che aveva assunto nei giorni precedenti alla decisione della Corte di Cassazione che venerdì scorso ha respinto il ricorso contro l’applicazione nei suoi confronti del 41-bis. L’avvocato ha anche ripetuto che il suo assistito non ha nessun intento suicida ma fa «questa battaglia perché ritiene che quella al 41-bis non sia una vita. Per cui la sua è una battaglia per la vita».

I tempi della Corte europea sono estremamente lunghi, perciò gli avvocati di Cospito dovrebbero richiedere un provvedimento d’urgenza. La Corte europea dei diritti umani è un organo giurisdizionale internazionale indipendente, il cui compito è quello di giudicare in merito alle violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Possono rivolgersi alla Corte tutti coloro che ritengono di aver subito una violazione dei diritti fondamentali previsti dalla Convenzione, e le persone che hanno passato tutti i gradi di giudizio nel proprio paese ma ritengono comunque di aver subito un torto. Una volta inviato, il ricorso deve passare una serie di verifiche da parte della divisione giuridica, che controlla che abbia i requisiti (criteri di ricevibilità). In sostanza, prima che venga valutato il merito del ricorso, deve essere controllato che il suo contenuto rientri nella fattispecie della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Durante la conferenza stampa si è parlato anche di un rapporto dell’intelligence presentato al parlamento, secondo cui non ci sarebbero «saldature» tra gli anarchici e altre organizzazioni criminali. Molti giornali nelle scorse settimane avevano riportato con enfasi la notizia secondo cui Cospito avrebbe parlato in carcere con membri della criminalità organizzata, in particolare con persone appartenenti alla camorra e alla mafia. Il rapporto dell’intelligence ridimensiona in parte quella tesi. Mario Parente, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna, presentando al parlamento la relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, ha parlato di queste presunte contiguità tra anarchici e mafia dicendo: «Allo stato delle cose, non abbiamo evidenze. Il monitoraggio è in corso. Allo stato non ci sono elementi in questo senso; il che non può essere una risposta valida per l’immediato futuro».

Il regolamento del 41-bis prevede che al detenuto sia concessa l’ora d’aria (solitamente sono due) in uno spazio ristretto e delimitato in compagnia di un massimo di tre persone, sempre le stesse, anche loro al 41-bis. In Italia quasi tutti i detenuti sottoposti al 41-bis sono appartenenti alla criminalità organizzata, di conseguenza Cospito durante l’ora d’aria ha potuto parlare solo con mafiosi o camorristi. L’avvocato Rossi Albertini ha detto che «C’è stato un tentativo di strumentalizzazione e mostrificazione di Cospito. Solo chi non conosce l’anarchismo o soggetti in malafede possono affermarlo. Cospito non aveva intenzione di legarsi ai mafiosi se non rispetto alla condizione che vivono al 41-bis, ovvero la privazione dei diritti».

Quando era ancora nel carcere di Sassari, Cospito aveva scritto una lettera da consegnare al suo avvocato che era poi stata trattenuta durante il trasferimento e nei giorni successivi. È infine stata consegnata all’avvocato che ha reso noto un passaggio, riportato da Radio Radicale:

Il più grande insulto per un anarchico, o anarchica, è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di Alta sorveglianza [un circuito detentivo per detenuti ritenuti particolamente pericolosi ma con meno restrizioni rispetto al 41-bis, ndr] avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli di giornali per riviste anarchiche. Soprattutto ero libero di ricevere libri e riviste e scrivere libri e leggere quello che volevo. Insomma, mi era permesso di evolvere, vivere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa sia realmente il 41-bis: 750 persone lo subiscono senza fiatare.

Rossi Albertini ha detto che «sarebbe una violazione evidente» se si divulgasse uno scritto di un detenuto al 41-bis: è un reato previsto dall’articolo del codice penale, il 391-bis, e si rischia una pena da tre a sette anni. «Questo è uno scritto che è passato dalla censura e quindi riteniamo di poterne dare lettura proprio perché il soggetto al 41-bis non può fornire indicazioni ai propri sodali all’esterno, ma non è un soggetto al quale è stata recisa la lingua o tagliata la mano».