Fin dove vuole arrivare Stefano Bandecchi?
È il proprietario della Ternana che ha sputato sui tifosi, ma è anche un imprenditore sotto indagine e un politico con interessi un po’ ovunque
di Pietro Cabrio
Stefano Bandecchi si definisce «un imprenditore poliedrico dai mille ruoli», parla di sé in terza persona, si dice di destra e dà del fascista a chi lo insulta. Nato a Livorno nel 1961 ma legato anche a Roma, è stato paracadutista con la Folgore e in missione in Libano, sostiene di aver fatto il manovale e il pescatore e ora si presenta come «uno dei maggiori contribuenti italiani».
Fino a pochi mesi fa era conosciuto perlopiù come fondatore e presidente dell’Università Niccolò Cusano, nata come università telematica, cioè frequentabile da remoto, e riconosciuta come tale dal ministero dell’Istruzione fin dal 2006. Nel corso degli anni, però, l’Unicusano è diventata anche molto altro sfruttando le agevolazioni fiscali con cui lo Stato permette agli istituti universitari di reinvestire le loro entrate, al netto di costi di gestione e contributi, in società di capitali, quindi in attività imprenditoriali.
Tramite l’Unicusano, Bandecchi è arrivato ad amministrare oltre una decina di società attive nel mercato immobiliare, nella sanità, nelle telecomunicazioni e nell’agroalimentare, anche all’estero e anche nel calcio professionistico: dal 2017 l’Unicusano è proprietaria della Ternana, attualmente in Serie B dopo la retrocessione in Serie C alla prima stagione dopo il cambio di proprietà. Bandecchi sostiene anche di aver finanziato diversi politici, in modo piuttosto trasversale: dal ministro degli Esteri Antonio Tajani all’ex ministro Luigi Di Maio.
Queste agevolazioni alle università non permettono però la distribuzione di dividendi tra azionisti, e così, oltre a investire in società, concedere finanziamenti e stipendi piuttosto alti, come i 4 milioni di euro lordi all’anno percepiti da Bandecchi, l’Unicusano è solita comprare beni, anche appariscenti. Nel parcheggio del campus universitario di Roma vengono per esempio custodite Ferrari e Rolls Royce da oltre mezzo milione di euro, teoricamente destinate alla rappresentanza ma di fatto inutilizzate o quasi.
In questo modo, con i guadagni generati da un’università meno strutturata di tante altre, e che alcuni ritengono fornisca una preparazione scarna, se non inadeguata, l’Unicusano è diventata il centro di investimenti milionari in ambito commerciale che avrebbero superato di gran lunga quelli legati alla sua attività istituzionale. È quello che sostiene la Guardia di Finanza, che da inizio anno sta indagando il gruppo per evasione fiscale, e Bandecchi per aver occultato milioni di euro.
Bandecchi può essere definito anche un politico. Nel 2022, a titolo personale, ha riesumato Alternativa Popolare, il partito di centrodestra fondato nel 2017 da Angelino Alfano, con cui alle ultime elezioni regionali ha sostenuto i candidati del centrodestra in Lombardia e nel Lazio. Proprio nel Lazio aveva donato 10mila euro al candidato Francesco Rocca, poi eletto, il quale però glieli aveva restituiti alla notizia delle indagini.
Prima che si iniziasse a indagare su di lui, Bandecchi si presentava come un imprenditore loquace, energico e all’apparenza cordiale, con grande spirito di iniziativa e molte idee da vendere. Lo scorso novembre aveva annunciato la sua candidatura con Alternativa Popolare a sindaco di Terni, e tra i suoi progetti c’è ancora quello di istituire «un assessorato a San Valentino», il patrono della città, per far diventare Terni «la città dell’amore».
Negli ultimi tempi però sta facendo parlare per tanti altri motivi, come se le immagini delle Ferrari e delle Rolls Royce custodite nei parcheggi del campus dell’Unicusano avessero svelato al pubblico un altro personaggio, lo stesso che in certi audio pubblicati di recente online minaccia di «murare vivi» i suoi dipendenti o di licenziarli in mancanza di risposte «entro cinque minuti».
È stato più volte ospite al talk Piazzapulita su La7, dove ha difeso le perplessità emerse sulle sue attività, dandosi ironicamente del criminale e dell’evasore fiscale. Ma soprattutto sta affrontando grandi contestazioni a Terni — città che grazie a lui sarebbe diventata già «famosa in tutto il mondo» — per via della crisi della Ternana, a inizio stagione in testa al campionato e ora scesa a metà classifica.
In una delle ultime partite ha sputato verso alcuni tifosi dopo essere stato provocato allo stesso modo dagli spalti. Poi in conferenza stampa si è sfogato per mezzora davanti ai giornalisti presenti, dicendo tra le altre cose: «Oggi c’erano tremila persone in questo stadio del cazzo, e scusate se dico stadio. In duemila sono rimasti a mandarci affanculo, questa sarebbe una tifoseria? Si facessero un giro in Inghilterra, imparassero a vedere cos’è il calcio. Altro che rifare lo stadio: può darsi che butto giù questo e non ci costruisco una minchia, manco le seggioline da bar ci metto».
Bandecchi usa molto i social, Instagram in particolare, dove ora alterna foto degli aiuti che manda in Ucraina per conto di Alternativa Popolare a commenti alle scritte sempre più frequenti con cui a Terni gli danno del «verme» o lo invitano ad andarsene. Da gennaio si sfoga anche lì, come quando scrisse a certi tifosi della Ternana: «Non vi meritate un cazzo, siete esaltati nei momenti positivi e delle merde inutili in quelli negativi. Collegate il cervello sennò smettete di rompere i coglioni perché la bottiglia che mi avete lanciato oggi ve le rimetterò nel culo».
Lui però non sembra avere intenzione di lasciare Terni, di cui peraltro è cittadino onorario dal 2022 «per il suo impegno sportivo e sociale». È in trattative per vendere la Ternana, anche se stando alle sue ultime dichiarazioni, l’Unicusano dovrebbe rimanere coinvolta con una quota di minoranza, ed è ancora candidato sindaco alle elezioni amministrative di maggio. Ha inoltre diversi interessi commerciali sul territorio, sempre tramite la sua università, come la costruzione di un centro benessere, di una clinica privata ed eventualmente la ricostruzione dello stadio della Ternana.