Un acceso dibattito sulle coppie che ordinano la stessa cosa al ristorante
È nato dopo un articolo del Washington Post intorno alla scelta di Joe e Jill Biden di prendere lo stesso piatto a cena fuori
Poco prima di partire per la sua visita a sorpresa a Kiev, in Ucraina, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha cenato con la moglie Jill in un ristorante di Washington, DC. Era la sera del 18 febbraio e la coppia presidenziale aveva scelto il Red Hen, un ristorante nel quartiere di Bloomingdale a una decina di minuti di auto dalla Casa Bianca. Fin qui nulla di strano, non è insolito che un presidente esca a cena con la moglie, ma un dettaglio colto dal Washington Post in un articolo di costume ha aperto un’accesa discussione su come le coppie ordinano da mangiare al ristorante.
Al centro della discussione, che ha portato in poche ore a oltre 2.400 commenti sotto l’articolo, c’è una questione banale riassunta dal titolo stesso scelto dal giornale: «I Biden hanno ordinato lo stesso piatto al ristorante. Chi mai fa una cosa del genere?». Nel pezzo la giornalista Emily Heil spiega che quella sera, al Red Hen, Joe e Jill Biden avevano ordinato un’insalata di cicoria con pane tostato e burro, seguita da due piatti di rigatoni con ragù di pomodoro e salsiccia. Una buona scelta, a quanto pare il ristorante prepara un’ottima pasta, ma ciononostante disapprovata dai molti che ritengono assurdo e controproducente per una coppia ordinare lo stesso piatto al ristorante: perché si riducono le possibilità di provare cose nuove.
La vicenda e il successo della discussione, che era iniziata sui social ma è stata rafforzata soprattutto dall’articolo, mostrano come ci siano convinzioni alquanto radicate su come dovrebbe comportarsi una coppia al ristorante (si applica anche ai gruppi di amici). Alcuni vedono l’andare al ristorante come un’esperienza da condividere non solo per il luogo scelto, l’ambiente, l’atmosfera e ciò che succede intorno al tavolo, ma anche per i piatti che si scelgono, che in ultima istanza sono ciò che definisce l’esperienza stessa quando si va a mangiare fuori. In quest’ottica, per alcuni prendere lo stesso piatto riduce le possibilità di sperimentare il più possibile.
Le coppie più metodiche scandagliano il menu, concordano di provare due piatti che piacciono a entrambi e fanno esattamente a metà, così da sperimentare due cose diverse. L’obiettivo può essere quello di fare una degustazione nel caso sia la prima volta in un nuovo ristorante, o di andare sui piatti forti e più graditi nel caso di un posto dove si va spesso a mangiare. Di solito seguono recensioni sui piatti appena assaggiati e compiaciute valutazioni sull’avere condiviso l’esperienza.
Si comportano diversamente le coppie da condivisione occasionale. In questo caso rimane il mutuo assenso su ordinare piatti diversi, ma ciascun membro della coppia mangia il proprio piatto e lascia al partner la possibilità di assaggiarne porzioni anche abbondanti. Può accadere che entrambi i membri della coppia orientino la scelta sullo stesso piatto, ma in questo caso solitamente uno dei due rimedia allentando la tensione prima che sia troppo tardi: «No no, ma va benissimo, allora io prendo l’insaccato a base di interiora di pecora: è una vita che volevo provare l’Haggis».
Ci sono poi le coppie di altruisti, i quali contemplano sempre l’importanza di ordinare piatti diversi, ma sono disposti a farsi carico dell’eventuale scelta poco oculata del partner. In questo caso la condivisione è forzata: uno dei due assaggia il piatto dell’altro e «ma sai che il tuo è molto meglio?». Certo che lo è pensa l’altruista, che però proprio perché vede la vita come una serie di sacrifici per chi ha davanti a tavola cede offrendo la pietanza che aveva scelto, tanto «mi piacciono tutte e due». (No.)
La catalogazione potrebbe proseguire a lungo: siamo tutti diversi e lo sono anche le coppie, con i loro gusti e le loro abitudini. Joe e Jill Biden sono sposati da 46 anni ed è presumibile che dopo una frequentazione così lunga abbiano maturato gusti simili in molti ambiti. Non c’è niente di male: gusti e preferenze comuni si possono aggiungere a quelli che si avevano in precedenza, senza sostituirli. È un segno di crescita della coppia e riduce il rischio di litigare per quella parete che «non andava dipinta color ottanio, te l’avevo detto dal primo giorno».
I Biden negli anni hanno mostrato di essere golosi di pasta al sugo e nel menu del Red Hen col pomodoro ci sono solamente i mezzi rigatoni o i cavatelli “alla genovese”. Alcuni hanno osservato che potrebbe essere stata una scelta obbligata, altri che semplicemente ci sono gusti di coppia molto simili e che non c’è nulla di male ad assecondarli. Ci sono del resto ricorrenti articoli che raccontano di coppie di lunga data che hanno piccoli riti comuni, compresi quelli di andare con regolarità in un certo ristorante e di ordinare sempre lo stesso piatto.
Heil ha chiesto a Michael Friedman, proprietario e chef del Red Hen, che cosa ne pensasse della faccenda e soprattutto dell’inattesa pubblicità per il suo ristorante su un argomento che ha coinvolto così tante persone. Si è detto divertito dal confronto e ha confermato che per quanto lo riguarda di solito ordina cose diverse, quando va a cena con sua moglie: «Sono quello che ordina le frattaglie, mentre lei preferisce il salmone. Ma può accadere che finiamo con l’ordinare la stessa cosa, se è ciò che entrambi desideriamo».
Friedman ha poi confermato che i rigatoni sono il piatto forte del ristorante, nel menu da quando il Red Hen ha aperto una decina di anni fa. Sono molto richiesti e di conseguenza ne vengono spesso effettuati più ordini per uno stesso tavolo, come hanno fatto i Biden.
L’articolo del Washington Post è stato molto condiviso e commentato online, generando uno di quei casi in cui un argomento un po’ discusso sui social network, ma comunque lateralmente, viene ripreso da un giornale che gli dà maggiore visibilità rendendolo a quel punto molto più presente sui social. L’accoglienza è stata mista, con opinioni divergenti e qualche critica, forse per l’argomento all’apparenza un po’ frivolo, ma che può portare a qualche riflessione sul modo in cui vediamo e affrontiamo il mondo.
C’è chi ha difeso la scelta dei Biden, ricordando appunto che quei rigatoni sono ambiti da molte persone a Washington, e chi ha commentato facendo un poco di introspezione: «Cambio spesso il mio ordine al ristorante quando qualcuno ordina la mia stessa cosa. Di solito va a finire con me che rimpiango di non avere mantenuto la mia scelta iniziale, a prescindere dalla sua mancanza di originalità». Un altro commento ha confermato la buona scelta della coppia presidenziale: «Ho una posizione molto rigida su questo. È assolutamente OK ordinare lo stesso piatto del tuo partner, ed è consigliabile quando si tratta dei rigatoni del Red Hen. Mangiatene il più possibile».
Altri commenti sono stati più duri, non per la scelta dei Biden, ma per quella di dedicare un articolo a un simile argomento. C’è chi ha detto di «volere indietro i cinque minuti che ho speso a odiare questo articolo mentre lo leggevo» e chi ha commentato più laconicamente: «Forse stiamo finendo le idee» e «Questa potrebbe essere la cosa più stupida che abbia mai letto». Un’impressione che del resto potrebbe albergare anche in chi sta leggendo questo, di articolo. Nel caso, ce ne sono diversi altri più concreti e seri quest’oggi sul Post: questo, questo, ma anche – hic – questo.
L’argomento comunque ha avuto una certa presa anche tra le persone più critiche, che hanno condiviso l’articolo e spesso aggiunto ugualmente la propria opinione sugli ordini al ristorante. Sembra che in un modo o nell’altro interessi a molti, forse proprio perché racconta qualcosa sulle nostre abitudini e su come cambiano dopo tanto tempo passato con altre persone.