I grossi litigi tra le case discografiche del K-pop
L'etichetta che gestisce i BTS vuole comprare la sua più grande rivale, creando grosse polemiche per i rischi di monopolio
di Guido Alberto Casanova
Nelle ultime settimane in Corea del Sud ci sono stati grossi scontri tra le principali aziende di intrattenimento del paese che si occupano di pop coreano, il cosiddetto K-pop, molto celebre in tutto il mondo. L’industria musicale sudcoreana ha subìto una forte spinta verso l’accentramento monopolistico da parte di Hybe, la più grande agenzia musicale del paese, che ha provato ad acquistare uno dei propri maggiori rivali. Hybe è nota in tutto il mondo soprattutto per essere l’etichetta che gestisce i BTS, il gruppo K-pop più famoso in assoluto e fenomeno culturale di dimensioni globali.
Negli ultimi decenni l’industria musicale del paese ha avuto una rapidissima espansione grazie al successo mondiale del K-pop. I cantanti sudcoreani hanno conquistato fan in tutto il mondo e ottenuto posizioni nelle classifiche musicali più prestigiose, accrescendo il prestigio della Corea del Sud nel mondo.
Lo scorso mercoledì Hybe è diventata socia di maggioranza di una delle principali società d’intrattenimento musicale del paese, SM Entertainment, in un’operazione di borsa molto rapida. Nel giro di pochi giorni Hybe è passata da non comparire nemmeno tra gli azionisti di SM ad avere la maggioranza delle azioni. Mercoledì l’etichetta ha annunciato di aver acquistato il 14,8 per cento della società, e intende comprare un ulteriore 25 per cento sul mercato aperto tra i piccoli investitori. Se la manovra dovesse avere successo, Hybe arriverebbe a possedere circa il 40 per cento di SM, la quale a sua volta ha definito l’operazione come una “acquisizione ostile” da parte di un rivale.
Hybe e SM Entertainment sono le due più importanti etichette discografiche di K-pop in Corea del Sud. Hybe in particolare, soprattutto grazie ai BTS, si è espansa in altri settori del mercato, e oggi è una delle aziende culturali più importanti del paese. Sono entrambe quotate in borsa.
Il primo grosso pacchetto di azioni di SM, quello che ammonta al 14,8 per cento dell’azienda, è stato ceduto a Hybe proprio dal fondatore della società, Lee Soo-man, che precedentemente ne deteneva il 18,5 per cento. Lee è una delle figure più rispettate e con più esperienza nell’industria, tanto da essere conosciuto come il “padrino del K-pop”. La sua gestione di SM però è stata molto discussa, anche perché Lee non ricopre cariche formali da oltre un decennio ma ha esercitato un’influenza pervasiva sulle decisioni prese dall’agenzia musicale grazie al fatto che ne ha riempito la dirigenza coi propri alleati. Oltre alla gestione poco trasparente, Lee è anche stato accusato di essersi appropriato di una porzione molto consistente dei profitti di SM a scapito degli altri azionisti.
Nell’ultimo periodo però la sua leadership è entrata in crisi e si è aperta una lotta interna all’azienda che assomiglia a una faida familiare. L’amministratore delegato di SM, nonché nipote della moglie di Lee, si è alleato con Align Partners, un piccolo fondo d’investimenti proprietario dell’1 per cento della società ma molto attivo nella richiesta di un cambio nella direzione. Grazie al sostegno di Align, l’anno scorso per la prima volta l’ad ha cominciato a modificare la struttura di potere che Lee aveva costruito dentro a SM.
Questo nuovo corso ha ottenuto il consenso dei piccoli azionisti, insoddisfatti dal ristagno dell’azienda sui mercati. A inizio anno, sulla spinta della dirigenza e di Align, SM ha annunciato un piano per aumentare i propri profitti, diversificando le fonti di reddito con il merchandise e con le licenze sulle sue proprietà intellettuali. Il piano prevedeva l’alleanza con una enorme azienda digitale sudcoreana chiamata Kakao, che ha investimenti in molti settori, dalla telefonia all’internet banking, che possiede la principale piattaforma di streaming musicale coreana, Melon, e controlla una fetta consistente del mercato dei webtoon (i fumetti online sudcoreani). Kakao era interessata al progetto per via dei diritti d’immagine dei gruppi musicali di SM, dai quali mirava a ricavare nuovo materiale da utilizzare per i propri fumetti.
Per sostenere il progetto di riforma aziendale, a inizio febbraio Kakao aveva proposto di acquistare il 9 per cento delle azioni di SM. Queste in parte avrebbero dovuto essere emesse ex novo dalla società, ma il fondatore Lee ha immediatamente presentato un esposto in tribunale per fermare l’emissione a proprio giudizio “illegale” delle nuove azioni accusando la società di voler diluire la propria quota azionaria (se una società emette nuove azioni, la quota percentuale di chi già ne possiede si abbassa). A metà febbraio, Lee ha quindi raggiunto un accordo sulla vendita a Hybe di gran parte della sua partecipazione in SM e lo scorso mercoledì l’acquisto è stato concluso.
L’amministratore delegato di Hybe Park Ji-won ha tentato di rassicurare gli azionisti, il personale, i cantanti e i sostenitori di SM, dicendo che la propria agenzia rispetterà i progetti e l’identità della società che si appresta a guidare. “Sosterremo attivamente gli artisti di SM che cercano di entrare in nuovi mercati usando le conoscenze e la rete di rapporti che abbiamo costruito fino qui” ha detto Park. “Hybe e SM Entertainment lavoreranno assieme per creare la miglior etichetta che possa confrontarsi da pari a pari con le tre più grandi società di musica al mondo”. Ad oggi il mercato mondiale della musica è dominato da Universal Music, Warner Music e Sony Music.
Riguardo le reali intenzioni di Hybe c’è però un certo scetticismo e tra i dipendenti di SM è circolata una lettera aperta in cui si accusa il vecchio fondatore Lee Soo-man di aver raggirato il personale della società e di essere colpevole di evasione fiscale e “azioni fraudolente per il proprio tornaconto personale”. Uno dei timori tra i molti amanti dei K-pop è che Hybe, il nuovo proprietario, decida di dare la priorità ai propri interessi sacrificando quelli di SM.
Per certi versi queste preoccupazioni sono esagerate. Nel 2021 il 70 per cento dei ricavi realizzati da Hybe derivavano esclusivamente dai BTS, i cui membri però dall’anno scorso si sono presi un periodo di pausa di almeno due anni per adempiere all’obbligo del servizio militare cui sono chiamati in quanto cittadini sudcoreani. Negli ultimi mesi Hybe ha diversificato molto le proprie attività, tra le quali rientra anche l’acquisto di SM, e l’agenzia ha quindi tutto l’interesse che la società di intrattenimento riesca a generare dividendi per sostenersi finanziariamente.
L’affare però rimane molto problematico. Hybe e SM rappresentano assieme oltre la metà del mercato musicale sudcoreano e secondo molti sarebbe necessario l’intervento dell’antitrust per bloccare la creazione di un monopolio nell’industria dell’intrattenimento.
Ci sono però alcune ragioni per essere cauti. La prima è il fatto che, da quando Hybe ha offerto di comprare le quote degli azionisti di minoranza di SM, le azioni della società hanno aumentato molto il proprio valore e il loro prezzo di vendita ha sorpassato quello offerto dall’agenzia. Il 40 per cento della proprietà rimane quindi molto lontano. Il secondo è che il tribunale non si è ancora espresso sulla vendita del 9 per cento a Kakao e in caso di verdetto favorevole la leadership all’interno di SM sarebbe molto più contesa.