L’opposizione in Nigeria sta contestando lo spoglio delle elezioni
Stando ai primi risultati è in vantaggio il candidato del partito del presidente uscente, ma ci sono dubbi sulla registrazione dei voti
Lo spoglio delle elezioni presidenziali e parlamentari che si sono tenute sabato in Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa e uno dei più importanti del continente, sta procedendo a rilento e fra varie contestazioni. Stando ai primi dati ufficiali, il candidato in vantaggio è Bola Tinubu del Congresso di tutti i progressisti (APC), il partito del presidente uscente Muhammadu Buhari. I principali partiti di opposizione del paese, il Partito democratico popolare (PDP) e il Partito laburista, stanno però contestando i conteggi, sostenendo che il sistema elettronico per la trasmissione dei risultati impiegato per la prima volta nelle elezioni di sabato sia stato usato in maniera poco trasparente.
Al momento sono stati certificati ufficialmente i risultati di solo 13 dei 36 stati della Nigeria, che ha 213 milioni di abitanti ed è una repubblica federale, in cui il presidente è sia capo di stato che di governo. In base ai risultati parziali, Tinubu ha vinto in sei stati, ottenendo il 44 per cento dei voti, mentre il candidato del PDP Atiku Abubakar ha vinto in quattro, arrivando al 33 per cento. Peter Obi, espresso dal Partito laburista e considerato il candidato più interessante di queste elezioni, ha vinto in tre stati, tra cui quello di Lagos, il principale centro economico nigeriano, nonché la città più popolosa del paese, dove storicamente Tinubu era il politico più in vista. È però fermo al 18 per cento a livello nazionale.
Durante il voto in numerosi seggi si sono verificati problemi tecnici che hanno impedito di trasmettere come previsto il risultato del voto espresso dagli elettori al sito della commissione elettorale nazionale (INEC), l’organo indipendente che si occupa delle elezioni in Nigeria. In vari casi però gli elettori hanno segnalato che gli scrutatori si erano rifiutati di caricare il loro voto sul sito dell’INEC: un funzionario del PDP ha denunciato truffe nel processo elettorale, accusando l’APC di aver fatto accordi con la commissione elettorale, mentre il Partito laburista ha chiesto la sospensione dei conteggi e l’annullamento delle elezioni, proponendo di ripeterle.
Pur avendo ammesso alcuni inconvenienti tecnici, che ha attribuito in qualche caso alla mancanza di internet, l’INEC ha negato che ci siano state irregolarità nel processo di raccolta dei voti e ha fatto sapere che i conteggi procederanno regolarmente.
Con i prossimi conteggi comunque le cose potrebbero cambiare molto. Mancano ancora i voti di diversi stati del nord del paese, un’area abitata prevalentemente da persone musulmane, che tendono a votare per candidati che vengono da lì, come Abubakar. Ma manca anche la gran parte degli stati del sud-est, che invece sono abitati perlopiù da persone cristiane, come Obi, che ha anche il sostegno della gran parte della popolazione più giovane (il 70 per cento dei nigeriani ha meno di 30 anni e l’età media è 18 anni).
In Nigeria per vincere le elezioni al primo turno non bisogna solo ottenere più voti rispetto agli altri candidati, ma è anche necessario avere almeno il 25 per cento delle preferenze in due terzi dei 36 stati del paese e nel territorio della capitale Abuja. Se nessuno dei candidati ce la farà, si andrà a un ballottaggio entro 21 giorni: sarebbe la prima volta nella storia del paese.
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