Il ciclista italiano che ha ucciso il gatto di un ministro di San Marino
Antonio Tiberi è stato condannato a 4.000 euro di multa ed è stato sospeso dalla sua squadra, la Trek-Segafredo
Antonio Tiberi, ciclista professionista italiano di 21 anni, è stato condannato dal tribunale di San Marino a pagare 4.000 euro di multa per aver ucciso un gatto. Il 21 giugno scorso Tiberi, che corre per la squadra americana Trek-Segafredo e vive a San Marino dal 2022, si era affacciato alla finestra del suo appartamento e aveva sparato con un fucile ad aria compressa contro un gatto che stava passando. L’aveva colpito alla testa, uccidendolo. Sarebbe già di per sé una storia piena di dettagli insoliti, ma ce n’è uno ulteriore: il gatto apparteneva alla famiglia di Federico Pedini Amati, attuale ministro del Turismo e delle Poste di San Marino che in passato è stato anche Capitano Reggente, cioè capo dello Stato (a San Marino i Capitani Reggenti sono due e ricoprono la carica per sei mesi).
Dopo la condanna la Trek-Segafredo ha sospeso fino al 28 marzo Tiberi, che domani avrebbe dovuto partecipare al Trofeo Laigueglia, che si disputa ogni anno in questo periodo in Liguria. Tiberi salterà anche altre gare: la Strade Bianche, la Tirreno-Adriatico, la Parigi-Nizza e la Milano-Sanremo. Secondo la Gazzetta dello Sport rischia di essere addirittura licenziato dalla squadra.
A denunciare alla gendarmeria di San Marino la morte del gatto era stato proprio Pedini Amati. I gendarmi erano arrivati a Tiberi incrociando i dati sui residenti nella zona con l’elenco dei possessori di armi. Tiberi, già piuttosto noto nel mondo del ciclismo professionistico (ha vinto la medaglia di bronzo agli Europei del 2018 e quella d’oro nella cronometro juniores ai Mondiali 2019) viveva a San Marino da marzo. Non è raro che sportivi professionisti si trasferiscano lì, per via del regime fiscale favorevole. La carabina usata per uccidere il gatto era stata acquistata a metà giugno, ora gli è stata confiscata.
A novembre Tiberi aveva testimoniato di fronte al giudice, spiegando di non aver voluto uccidere il gatto, ma di aver voluto verificare la portata di tiro della carabina. Aveva comunque ammesso di aver mirato verso l’animale, senza però pensare che il colpo potesse essere mortale.
La multa di 4.000 euro decisa dal giudice è stata contestata da molti cittadini di San Marino e in particolare dallo stesso Federico Pedini Amati, che la ritiene troppo bassa. Al Corriere della Sera ha detto che il gatto non dava fastidio a nessuno e che sua figlia di tre anni lo adorava: «Non si può ammazzare un animale domestico e cavarsela con 4.000 euro di multa. Ho apprezzato che il ragazzo abbia ammesso il fatto, detto questo non abbiamo bisogno di dare la residenza a queste persone».