Ve li ricordate i menu dei DVD?
Erano molto più che schermate di selezione dei contenuti, in alcuni casi, e mostrarono una creatività poi diventata superflua con lo streaming
Nel periodo di massima popolarità dei DVD, nei primi anni Duemila e molto prima dell’attuale e prolungato declino delle vendite, una parte degli sforzi dell’industria dell’intrattenimento si concentrò sui diversi modi di sfruttare pienamente il nuovo supporto fisico, più versatile rispetto ai formati precedenti. Il modo più ovvio fu utilizzare il maggiore spazio di archiviazione disponibile, aggiungendo nel disco – o in altri dischi inclusi nei cofanetti – contenuti laterali rispetto al film o alla serie: scene tagliate, versioni estese, commenti del regista, interviste e contenuti nascosti (easter eggs).
Un’altra parte significativa di quegli sforzi si concentrò sulla realizzazione di un elemento nuovo e diventato necessario: i “menu”, le schermate interattive che permettevano di accedere ai contenuti aggiuntivi e alle impostazioni del DVD. Affidato nella maggior parte dei casi a società esterne, quel lavoro raggiunse in alcuni casi e per un certo periodo di tempo livelli molto alti di creatività e qualità. E contribuì almeno in parte al successo del mercato dell’home video, prima che la necessità di menu notevoli venisse del tutto assorbita e risolta dalle interfacce delle piattaforme di streaming, attraverso una completa omologazione.
Da qualche tempo diversi utenti mostrano e commentano sui social network i risultati più apprezzati e ricordati di quel lavoro marginale ma creativo di realizzazione dei menu dei DVD. Moltissimi video condivisi su TikTok utilizzando l’hashtag #dvdmenu e visualizzati milioni di volte mostrano gli utenti inserire un certo DVD sul loro pc o sulla loro tv solo per mostrarne i menu. Un recente articolo sul Guardian ha anche ipotizzato che le numerose condivisioni possano descrivere non un fenomeno nostalgico come tanti ma un più esteso rimpianto di quel tipo particolare di qualità e creatività.
Alcuni casi molto citati contribuirono a fare dei menu dei DVD quasi un genere a sé: il risultato di un lavoro parallelo e relativamente autonomo e indipendente da tutti gli altri, nella produzione cinematografica. A volte erano altri pezzi di film: il menu del DVD del film horror del 2003 La casa dei 1000 corpi è il piano fisso di un personaggio del film, capitan Spaulding, che da dietro un bancone parla e interagisce con lo spettatore, prendendolo in giro e insultandolo se ci mette troppo tempo a decidere quale contenuto visualizzare.
In altri casi la versatilità del supporto permise un livello di interattività più simile a quello dei videogiochi che non del telecomando della tv. Nel DVD del film del 2001 Harry Potter e la pietra filosofale il selettore delle voci del menu diventa una bacchetta magica, in alcune sezioni, e in un’altra la risoluzione di un enigma permette di accedere ad alcune scene tagliate del film. E nel DVD di 2 Fast 2 Furious, del 2003, la grafica del menu iniziale è quasi indistinguibile da quella di un videogioco.
@joshua_cubed My original #HarryPotter and the philosopher’s stone DVD #DeletedScenes #Game ♬ original sound – 【Joshua³】
La creatività e il gusto estetico nelle scelte di composizione dei menu valeva anche per i film meno recenti, a volte ripubblicati in edizioni integrali e tecnicamente migliorate. I vari menu nei DVD del cofanetto del Padrino sono piani fissi ottenuti mostrando a ripetizione – come una specie di GIF – brevi parti dei film in cui l’inquadratura è fissa su una scena del crimine. Sono scelte abbastanza raffinate: le inquadrature non mostrano quasi mai sangue, e a volte nemmeno permettono di capire che si tratta di una scena del crimine a chi non abbia già visto il film. Tra i contenuti speciali del cofanetto c’è poi una scena della serie tv I Soprano.
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Nel menu del film del 2005 Sin City, un altro esempio molto apprezzato, scene del film sono combinate con sequenze di illustrazioni animate.
Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, all’inizio del periodo di massimo successo del DVD, non c’erano standard già definiti nella grafica dei menu perché la tecnologia era completamente nuova. E questo favorì una grande libertà creativa, come ha raccontato al Guardian Thomas Fletcher, dipendente di una società californiana, la DZN, che all’epoca si occupava della realizzazione dei menu dei DVD: «Potevamo fare quello che volevamo».
È di Fletcher, per esempio, la faccia dietro il telone di lattice che fa da menu al DVD del film horror del 2003 Jeepers Creepers 2. E Fletcher è anche l’autore dei menu del DVD del film del 2002 La morte può attendere: per realizzarli girò delle scene coinvolgendo una modella, quella che si vede passeggiare in penombra attraverso le varie sezioni dei menu.
Per i menu di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, del 2004, Fletcher si fece passare dalla produzione una mappa originale utilizzata nel film. E per quelli di Big Fish collaborò direttamente con il regista Tim Burton.
I menu diventarono più elaborati nel corso del tempo, man mano che la tecnologia migliorava e la diffusione di altri formati estendeva i margini di sperimentazione. Nel Blu-ray del film del 2010 Alice in Wonderland, uscito dopo l’introduzione nel 2006 di nuove funzionalità rispetto a quelle disponibili sui DVD, i menu mostrano delle illustrazioni in movimento in cui sono indicate ora del giorno e condizioni meteorologiche (ma funzionano soltanto se il lettore è connesso a Internet).
Almeno inizialmente i vincoli più rilevanti nel lavoro di realizzazione dei menu dei DVD erano soprattutto tecnici, e la libertà creativa era limitata dalla tecnologia. «In realtà l’unica cosa che potevi fare era scegliere una posizione sullo schermo in coordinate XY e scegliere quale azione associare al clic in quella posizione», ha spiegato Danielle Corey, che lavorava nella stessa azienda di Fletcher.
C’erano anche limiti che riguardavano i televisori: era vietato sistemare punti di selezione del menu negli angoli, per esempio, perché lo schermo di alcuni modelli all’epoca ancora diffusi, curvo ai bordi, avrebbe potuto renderli invisibili. E poi non si potevano utilizzare certi colori, come i bianchi e i rossi troppo accesi, perché nelle schermate fisse producevano tremolii e altri effetti indesiderati sullo schermo di alcuni televisori.
Queste limitazioni stimolarono tuttavia una grande fantasia e favorirono in alcuni casi un approccio più scanzonato e scherzoso alla creazione dei menu: approccio che fu mantenuto anche in seguito, quando quelle limitazioni vennero meno.
Uno degli esempi più citati in assoluto è il “falso menu” del DVD di Fight Club uscito nel 2009 in occasione del decimo anniversario del film. Il primo menu che compare sullo schermo è quello di un altro film: la commedia romantica del 1999 Mai stata baciata, prodotta da Fox, la stessa azienda di produzione di Fight Club. Il titolo corretto del film contenuto nel DVD non compare nemmeno dopo, quando l’immagine del menu di Mai stata baciata scompare.
Lo scherzo richiese il coinvolgimento e l’approvazione dell’attrice che compare nel primo menu, Drew Barrymore, che contattata da Fox apprezzò molto la trovata. A giudicare da alcune recensioni di chi ha acquistato il DVD nel corso degli anni, non è chiaro se quella scelta sia mai stata del tutto compresa o apprezzata. O se siano scherzose a loro volta anche le recensioni.