Cosa fu il Maurizio Costanzo Show
Uno dei primi talk show di successo e un programma molto longevo, che mescolava temi alti e bassi, personaggi famosi e altri sconosciuti che diventavano celebri su quel palco
Il Maurizio Costanzo Show, ideato e condotto dal giornalista morto venerdì a 84 anni, è stato il talk show più longevo della televisione italiana: ne sono andate in onda migliaia di puntate divise in 42 edizioni, la prima nel 1982, l’ultima nel 2022. È stato anche il primo talk show italiano di successo, nonché un appuntamento fisso della seconda serata delle reti Mediaset, dal lunedì al venerdì, per quasi vent’anni dal 1987 al 2005. È stato un pezzo di storia della televisione italiana, uno dei primi programmi a mescolare personaggi famosi e meno famosi, a trattare nello stesso contesto e spesso nella stessa puntata temi alti e bassi. Si alternavano discussioni di politica, arte, cultura, letteratura a questioni legate a gossip ed episodi di cronaca, c’erano interviste a personaggi televisivi, a magistrati e alla cosiddetta “gente comune”.
Andava in scena da un teatro, per gran parte delle edizioni il teatro Parioli di Roma, prevedeva la presenza del pubblico in sala, spesso coinvolto dallo stesso Maurizio Costanzo o calmato con l’appello diventato di uso comune «Bboni, state bboni…». Formula e scenografia erano semplici: sul palco erano posizionate una serie di sedie, o di poltrone o di divanetti (a seconda delle edizioni), Costanzo sedeva quasi sempre su uno sgabello, un po’ più in alto. Questo dava un effetto anche visivo della sua conduzione, e gli permetteva di vedere tutti gli ospiti.
In una posizione più laterale era posizionato il pianoforte su cui prima Franco Bracardi e poi Demo Morselli suonavano la sigla (sempre la stessa, molto riconoscibile per generazioni di pubblico) e vari accompagnamenti musicali durante la puntata, che potevano essere “stacchi” in un discorso più serio o accompagnare un tema con risvolti musicali.
A volte agli ospiti sul palco si aggiungevano quelli seduti nelle prime file del teatro, spesso giornalisti, che potevano intervenire per domande, puntualizzazioni, polemiche: una delle formule ricorrenti era Uno contro tutti, in cui l’ospite si prestava a rispondere alle domande di giornalisti e opinionisti in sala.
La puntata aveva quasi sempre un tema centrale, ma poi lo sviluppo si prestava a divagazioni, favorite dalla grande eterogeneità degli ospiti presenti, uno degli ingredienti fissi nonché uno dei segreti del successo del talk show. Fu una caratteristica sin dalla prima puntata, andata in onda in prima serata su Rete 4, quando gli ospiti furono l’avvocato penalista Nino Marazzita, l’attore e scrittore Paolo Villaggio (che divenne una presenza ricorrente), l’attrice di teatro Paola Borboni, allora già ultraottantenne, l’ex miss Italia Federica Moro e Eva Robin’s, uno dei primi personaggi televisivi apertamente transgender.
Il programma poi trovò una collocazione quasi definitiva nella seconda serata di Canale 5 e, inizialmente settimanale, divenne quotidiano su insistenza dello stesso Silvio Berlusconi, proprietario delle reti allora Fininvest, poi Mediaset. Nel corso degli anni ha ospitato premi Nobel, quasi tutti i maggiori leader politici italiani (da Giulio Andreotti a Massimo D’Alema a Matteo Salvini), ma anche personaggi che allora non erano famosi affatto, e che lo diventavano proprio per la loro presenza al Maurizio Costanzo Show. A Costanzo erano riconosciute grandi doti da talent scout, e soprattutto sapeva riconoscere i personaggi che per particolari caratteristiche, doti comiche o vena polemica, potevano accendere e rendere interessanti le puntate. Altre volte gli ospiti venivano invitati dopo segnalazioni, via lettera, dei telespettatori.
I comici erano una presenza quasi fissa in ogni puntata e per questo il Maurizio Costanzo Show ne lanciò molti: Lello Arena, Enzo Iacchetti, Daniele Luttazzi, Giobbe Covatta, Alessandro Bergonzoni, Gioele Dix (solo per citarne alcuni) divennero famosi per il grande pubblico televisivo con le partecipazioni allo show. Ma Costanzo inserì nel programma anche personaggi come il critico d’arte Vittorio Sgarbi (allora sconosciuto e poi ricorrente), lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini, i giornalisti Giampiero Mughini e Pierluigi Diaco, e fece conoscere a un pubblico diverso e più ampio la poetessa Alda Merini e lo scrittore Aldo Busi.
Lo show diventava poi lo strumento per portare avanti campagne di sensibilizzazione su temi specifici: la lotta alla mafia fu tema ricorrente e centrale (il giudice Giovanni Falcone fu ospite in più occasioni), che rese Costanzo obiettivo di un attentato fallito, ma la trasmissione si occupò anche di salute mentale, questioni ambientali e ospitò più volte il fondatore di Emergency Gino Strada. Altre volte le serate erano più legate al commento di casi di cronaca o di trasmissioni televisive, sfruttavano l’effetto nostalgia invitando noti attori e cantanti di qualche anno prima o ospitavano promozioni di iniziative editoriali e teatrali. Dopo una pausa durata dal 2009 al 2015, le ultime edizioni avevano faticato a tornare centrali in un panorama televisivo e sociale molto mutato e avevano finito per fare notizia soprattutto per qualche clamorosa lite sul palco (una delle ultime fu quella fra Sgarbi e Mughini).
Il programma mise insieme oltre 4.000 puntate, invitò più di 30.000 ospiti, generò alcuni spin-off e aprì le porte di un genere, quello del talk show, che ancora oggi è uno dei più utilizzati nella televisione italiana. Accompagnò anche diverse stagioni della vita politica italiana, dalla Prima Repubblica all’ingresso in politica di Berlusconi, editore per quasi tutta la carriera di Costanzo, fino alle più recenti affermazioni di Movimento 5 Stelle e Lega.