La Banca Mondiale sta cercando un nuovo presidente
L'ultimo si era dimesso per le sue posizioni negazioniste sul riscaldamento globale, e potrebbe sostituirlo l'indo-statunitense Ajay Banga
La Banca Mondiale, istituzione internazionale con sede a Washington che comprende la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e l’Agenzia internazionale per lo sviluppo, sta cercando un nuovo presidente dopo che l’ultimo, l’americano David Malpass, ha annunciato le dimissioni la settimana scorsa. Malpass era stato messo a capo dell’istituzione nel 2019 dall’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e negli ultimi mesi si era scontrato con l’amministrazione Biden per essersi rifiutato di dire se riconosceva o meno il prevalente consenso scientifico sul fatto che l’uso dei combustibili fossili fosse la causa del riscaldamento globale.
Il presidente americano Joe Biden ha scelto come candidato per sostituire Malpass l’imprenditore indo-statunitense Ajay Banga, ex CEO dell’azienda di pagamenti elettronici Mastercard. Nell’annuncio, Biden ha sottolineato che Banga ha decenni di esperienza nella creazione di aziende internazionali e partenariati tra pubblico e privato per finanziare possibili soluzioni ai cambiamenti climatici e alla migrazione, nonché la capacità di interfacciarsi con i vari leader globali. Tra gli altri punti di forza ci sono anche la sua profonda conoscenza dei paesi in via di sviluppo e la capacità di mobilitare grossi capitali privati per affrontare problemi sociali di enorme portata, come il cambiamento climatico.
Banga è attualmente vicepresidente di General Atlantic, una società che ha investito oltre 800 milioni di dollari nella ricerca di nuove soluzioni per veicoli elettrici, energia solare e agricoltura sostenibile. Nei dodici anni in cui ha lavorato a Mastercard ha spesso guidato progetti riguardanti il clima, l’uguaglianza di genere e l’agricoltura sostenibile.
La Banca Mondiale è un’istituzione creata alla fine della Seconda guerra mondiale insieme al Fondo Monetario Internazionale, e tradizionalmente la nomina del presidente della prima spetta agli Stati Uniti, mentre quella del direttore del secondo ai governi europei. Non è comunque sicuro che Banga finirà per essere il presidente dell’istituzione: oltre agli Stati Uniti, anche l’India dovrebbe sostenerne la candidatura, ma la Germania sta prendendo in considerazione di candidare una donna di alto livello, dato che la Banca Mondiale è stata guidata da uomini per tutti i suoi 77 anni di storia.
Inizialmente la Banca Mondiale aveva lo scopo di aiutare la ricostruzione dei paesi più colpiti dalla guerra, ma nel corso degli anni il suo scopo è cambiato e si è evoluto. Al momento si occupa di studiare i processi che portano le nazioni allo sviluppo economico e offrire capitali, assistenza e consigli ai paesi più poveri. Se Banga dovesse essere confermato alla presidenza, avrebbe il compito complesso di bilanciare la priorità della lotta al cambiamento climatico – che preoccupa soprattutto i paesi occidentali sviluppati – e quelle dei paesi in via di sviluppo, che sono i primi a soffrire le conseguenze dell’emergenza climatica ma vogliono raggiungere livelli più alti di sviluppo e benessere economico.
La candidatura di Banga è stata criticata da Oxfam, una delle principali organizzazioni non governative che si occupano di lotta alla povertà, che ritiene che la presidenza della banca dovrebbe essere decisa da un processo democratico e trasparente, dato che «la Banca mondiale non è una banca statunitense, una banca commerciale o una società di private equity».