È morto Maurizio Costanzo
Aveva 84 anni: è stato uno dei più noti conduttori televisivi italiani, oltre che giornalista, sceneggiatore e autore di canzoni
È morto a 84 anni Maurizio Costanzo, uno dei più noti conduttori televisivi italiani, che nei suoi quasi cinquant’anni di carriera in Rai e in Mediaset contribuì a portare in Italia il format dei talk show, specialmente con il suo longevo programma Maurizio Costanzo Show, andato in onda con alcune interruzioni a partire dal 1982. La notizia della morte è stata data dal suo ufficio stampa, che non ne ha specificato le cause.
Oltre a condurre altre trasmissioni televisive come Bontà loro e Acquario, Costanzo fu anche giornalista e autore radiofonico, e tra le molte cose scrisse diverse canzoni di successo, tra cui è ricordata soprattutto “Se telefonando” di Mina del 1966 (insieme a Ghigo De Chiara). Fece anche lo sceneggiatore, per quattro film di Pupi Avati e per Una giornata particolare con Sophia Loren e Mastroianni, diretto da Ettore Scola nel 1977.
Costanzo era nato a Roma il 28 agosto del 1938 e dopo essersi diplomato in ragioneria aveva iniziato a lavorare come giornalista per il quotidiano Paese Sera. Aveva in seguito lavorato per il Corriere Mercantile di Genova e per il settimanale TV Sorrisi e Canzoni, e nel 1960 divenne caporedattore della redazione romana di Grazia. Fu in quegli anni che esordì anche come autore e conduttore radiofonico. In tv cominciò nel 1976 con Bontà loro, programma in cui Costanzo intervistò molti importanti personaggi del cinema, della cultura e della politica italiana. La trasmissione andò in onda per due anni in seconda serata su Rai 1, e venne seguita da un’altra analoga chiamata Acquario, caratterizzata dal fatto che c’erano ospiti spesso in netto contrasto di opinioni tra loro.
Continuò a lavorare in Rai fino al 1980, e due anni più tardi passò alla Fininvest di Silvio Berlusconi (la cui divisione televisiva venne rinominata successivamente Mediaset). Qui condusse quello che è ricordato come il suo programma più famoso, il Maurizio Costanzo Show, che già dal nome si proponeva di ricalcare i format dei più noti talk show americani del tempo (come quelli di Johnny Carson e David Letterman).
Il programma ebbe un enorme successo, anche per via della capacità di Costanzo di far dialogare ospiti estremamente diversi, mescolando argomenti pop con altri molto più impegnati. Tra gli altri, Costanzo contribuì a lanciare le carriere di comici come Enrico Brignano, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Gioele Dix e Daniele Luttazzi. Il programma è andato in onda per oltre 4mila puntate, fino al novembre del 2022 (si era interrotto tra il 2009 e il 2015). Tra il 1996 e il 2006 condusse inoltre Buona Domenica, popolare programma domenicale del pomeriggio di Canale 5.
Molte puntate del Maurizio Costanzo Show furono dedicate alla lotta alla mafia, e per quel suo impegno il 14 maggio 1993 Costanzo fu vittima di un attentato da parte di Cosa Nostra: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose mentre Costanzo e la moglie Maria De Filippi passavano in macchina in via Fauro, a Roma. L’attentato non provocò vittime, ma ci furono ventiquattro feriti fra cui l’autista e una delle guardie del corpo di Costanzo.
Nel 1981 Costanzo fu inoltre coinvolto nello scandalo della P2, una loggia massonica segreta a cui appartenevano personalità di ogni tipo e molto influenti, fondata dall’imprenditore Licio Gelli con intenti eversivi. Quando il suo nome venne trovato nella lista degli aderenti alla loggia massonica, inizialmente Costanzo disse di essere stato iscritto a sua insaputa. Lo ammise nel giugno del 1981 in un’intervista a Giampaolo Pansa su Repubblica, in cui disse di aver commesso una leggerezza.