Altri guai per il Barcellona
Negli ultimi vent’anni la squadra catalana ha pagato 7 milioni di euro al vice presidente dell’associazione arbitrale spagnola, e non si sa bene perché
La squadra di calcio del Barcellona, un tempo fra le più ricche e vincenti al mondo, si trova da alcuni anni in una difficilissima situazione economica e opera in una condizione di rischio perenne. Per cercare di rimettere i suoi conti in ordine e far fronte a un indebitamento complessivo di 1 miliardo e 150 milioni di euro, ha intrapreso un grande piano di risanamento che avrà bisogno di anni e soprattutto di risultati.
Per tutti questi motivi, le attenzioni e i controlli delle autorità sulla squadra catalana sono particolarmente stringenti. Di recente, proprio in uno di questi controlli, l’Agenzia delle entrate spagnola ha notato una serie di pagamenti tra i 300mila e i 500mila euro apparentemente non giustificati verso una società riconducibile a José María Enríquez Negreira, ex arbitro e a lungo vice presidente dell’associazione arbitrale spagnola.
Il fisco ha quindi segnalato questi pagamenti alle autorità, le quali hanno fatto partire un’indagine per corruzione proprio per la mancanza di giustificativi. È stato inoltre scoperto che, oltre ai versamenti per circa un milione e mezzo di euro fatti tra il 2016 e il 2018, negli ultimi vent’anni il Barcellona ha pagato a Negreira ben 7 milioni di euro.
La notizia dei pagamenti già da sola ha generato inevitabilmente grandissime polemiche in Spagna, specialmente dopo l’ammissione del Barcellona (che in campionato è primo con un discreto vantaggio). Il presidente Joan Laporta ha confermato infatti l’esistenza di questi pagamenti nell’ambito di quello che ha descritto come un normale rapporto lavorativo. In questo arco di tempo, infatti, Negreira avrebbe lavorato come consulente del club su questioni arbitrali. Rimangono però ancora molte cose da chiarire.
Innanzitutto, né il Barcellona né Negreira sembrano essere in grado di provare con alcun tipo di materiale questo rapporto lavorativo. L’ex arbitro sostiene che si sia trattato di una «consulenza verbale» e che quindi questo materiale richiesto dagli investigatori non possa esistere. Il Barcellona si difende dicendo che figure come Negreira si possono trovare in qualsiasi altro club professionistico, cosa effettivamente vera.
I compensi però sono esageratamente alti per questo tipo di consulenze, e Negreira avrebbe lavorato per il Barcellona mentre aveva un ruolo attivo, e di una certa importanza, nell’associazione arbitrale spagnola, di cui è stato vice presidente dal 1994 al 2018. Il regolamento dell’associazione non lo vieta espressamente, ma va contro il codice di condotta che tutti i suoi membri dovrebbero seguire. Per tutto questo tempo, inoltre, Negreira non figurava nemmeno tra i collaboratori del Barcellona.
L’ex vice presidente degli arbitri spagnoli avrebbe quindi lavorato per il Barcellona sotto quattro diverse presidenze, a partire da quella di Joan Gaspart, e poi con Joan Laporta, Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu. Fu soltanto quest’ultimo, nel 2018, a interrompere i pagamenti, sia per la situazione economica del club, che già iniziava a preoccupare, sia perché quell’anno Negreira lasciò l’incarico nell’associazione arbitri.
Sid Lowe, corrispondente dalla Spagna per il Guardian, ha raccontato che quando il Barcellona smise di pagarlo, Negreira disse al presidente Bartomeu di ritenerlo un insulto nei suoi confronti e gli fece capire che ci sarebbero potute essere delle conseguenze. Chiese inoltre 200mila euro di pagamenti arretrati.
«Queste cose non possono accadere» ha detto il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas. Ora però rimane da accertare se il rapporto tra il Barcellona e Negreira sia soggetto a sanzioni, e se sì a chi. Il Barcellona sostiene che non lo sia, ma intanto gli effetti di queste rivelazioni non stanno di certo aiutando un club già in difficoltà. Diverse squadre del campionato spagnolo stanno protestando e chiedono interventi immediati «per affrontare uno scandalo che minaccia la reputazione del calcio».
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