Nel Regno Unito mancano frutta e verdura fresche
La carenza sta anche facendo aumentare i prezzi: sembra che c'entrino più le condizioni meteorologiche che Brexit
Negli ultimi giorni alcune delle maggiori catene di supermercati del Regno Unito stanno imponendo limiti ai clienti sull’acquisto di certi tipi di frutta e verdura fresche: da Tesco per esempio, il gruppo più grande e presente nel paese, una persona non può comprare più di tre confezioni di pomodori, peperoni e cetrioli per volta. Oltre a Tesco hanno introdotto regole simili le catene Aldi, Asda e Morrisons, mentre per il momento non lo hanno fatto altre come Sainsbury’s e Lidl.
Il motivo dei limiti agli acquisti è che in questo periodo nel Regno Unito c’è una certa carenza di frutta e verdura, e negli ultimi giorni sui social network stanno circolando molte foto degli scaffali vuoti nei supermercati. Secondo il governo britannico la carenza è dovuta soprattutto alle eccezionali condizioni meteorologiche che hanno rovinato i raccolti in Spagna e nei paesi del Nord Africa, da cui il Regno Unito importa una grossa parte di quei prodotti.
In Spagna per esempio l’inverno è stato particolarmente freddo, in Marocco i raccolti sono stati colpiti da frequenti inondazioni, e ci sono stati cancellazioni e ritardi nei traghetti che trasportano le merci da quei paesi a causa delle tempeste. Normalmente in questo periodo dell’anno il Regno Unito avrebbe alcune soluzioni alternative, come la produzione interna e le importazioni dai Paesi Bassi, ma quest’anno il grande aumento dei prezzi dell’elettricità ha ridotto molto l’attività delle serre in cui vengono coltivate frutta e verdura in inverno.
Questo inverno poi è stato particolarmente freddo anche nel Regno Unito, dopo che nei mesi estivi il paese aveva affrontato le temperature più alte della sua storia. Per ora i supermercati hanno imposto limiti solo su pomodori, peperoni, cetrioli, insalata, broccoli, cavolfiori e lamponi, ma le carenze sono in realtà ben più generalizzate e riguardano molti altri prodotti. Tra questi c’è anche l’olio d’oliva, che viene sempre importato in grandissima parte dalla Spagna: quest’estate ne è stato prodotto ed esportato meno del solito per il caldo, e per questo negli ultimi mesi nel Regno Unito il prezzo dell’olio d’oliva è molto aumentato.
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Tim O’Malley, direttore di una delle maggiori società produttrici di cibo fresco nel Regno Unito, Nationwide Produce, ha detto che è probabile che nelle prossime settimane la carenza dei prodotti provochi un generale aumento dei prezzi: e il 2022 per il Regno Unito era già stato l’anno in cui i prodotti alimentari avevano subito i maggiori rincari degli ultimi decenni, con un aumento dei prezzi del 16,7 per cento.
L’associazione di categoria che rappresenta i venditori al dettaglio del Regno Unito, il British Retail Consortium, ha stimato che le carenze dovrebbero durare ancora poche settimane, cioè fino a quando anche nel paese comincerà la stagione di raccolta, e dovrebbero quindi poi esserci più alternative per il reperimento dei prodotti.
Al momento non è chiaro se Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, stia avendo un ruolo nella mancanza di frutta e verdura fresche, ma sembra improbabile: le carenze avrebbero più a che fare con il modo in cui il Regno Unito si procura da sempre certi prodotti freschi, scegliendo e pagando i suoi fornitori anno per anno invece che con soluzioni a breve termine, come fanno spesso altri paesi europei (cosa che gli permetterebbe una maggiore flessibilità per stipulare nuovi contratti con altri paesi fornitori, in caso di crisi).
Se le nuove regole sulle importazioni dall’Unione Europea avranno avuto un impatto sul Regno Unito sarà più chiaro nel 2024, ma nel frattempo sembra che la carenza di frutta e verdura stia riguardando in una certa parte anche l’Irlanda, che invece fa parte dell’Unione Europea.