In Spagna erano stati ordinati treni troppo grossi per passare nelle gallerie
Anche se non sono stati costruiti, una viceministra e il presidente della società delle ferrovie si sono dimessi
In Spagna una viceministra del governo e il presidente della società pubblica che gestisce il servizio ferroviario (Renfe) si sono dimessi per le polemiche relative a un ordine di decine di treni che sarebbero stati troppo grossi per passare nelle gallerie delle regioni in cui avrebbero dovuto essere utilizzati.
I treni ordinati da Renfe, che avevano un costo previsto di quasi 260 milioni di euro, erano destinati a operare nelle ferrovie delle regioni delle Asturie e della Cantabria, nel nord del paese. Le Asturie e la Cantabria sono territori perlopiù montani, dove le gallerie ferroviarie più antiche furono costruite nell’Ottocento e quindi sono più strette degli standard attuali, e i nuovi convogli sarebbero stati troppo grandi per passarci: appena i progettisti si sono accorti dell’errore i lavori sono stati interrotti, e i treni non sono mai stati costruiti.
Lunedì, in mezzo a molte polemiche, la ministra dei Trasporti Raquel Sánchez Jiménez ha accettato le dimissioni della segretaria di Stato (cioè viceministra) per i Trasporti, la mobilità e lo sviluppo urbano Isabel Pardo de Vera e di Isaías Táboas, il presidente di Renfe.
Nel giugno del 2020 Renfe decise di acquistare 31 nuovi treni per arricchire la flotta destinata al trasporto a breve e media percorrenza, 21 dei quali destinati alla Cantabria, che ha per capoluogo Santander, e gli altri alle Asturie, dove si trova Oviedo. L’ordine fu commissionato all’azienda basca CAF per una spesa prevista di 258 milioni di euro. Nel 2021 tuttavia CAF si rese conto che in fase di progettazione erano stati fatti degli errori e i convogli che avrebbe dovuto realizzare erano più alti rispetto all’ampiezza dei tunnel ferroviari più antichi della rete, così ne bloccò la costruzione.
La notizia che nell’ordine erano state fornite delle specifiche tecniche errate e che i nuovi treni sarebbero stati troppo grossi per poter circolare sulle linee locali è stata diffusa alla fine dello scorso gennaio. Le polemiche che si sono generate sui media hanno messo una certa pressione al governo.
In risposta, la ministra dei Trasporti Raquel Sánchez Jiménez aveva già rimosso dai loro ruoli in via preventiva due dirigenti di Renfe e di Adif, la società pubblica che possiede le infrastrutture ferroviarie; il ministero aveva poi aperto un’indagine per chiarire su chi ricadessero le responsabilità degli errori progettuali.
Il governo sostiene che l’errore sia stato riscontrato in tempo per evitare di perdere denaro pubblico. La necessità di riprogettare i nuovi convogli però ne ritarderà la produzione e di conseguenza la consegna, con il risultato che i primi verranno consegnati nel 2026, due anni dopo rispetto a quanto previsto in origine.
Sánchez ha accettato le dimissioni di Pardo de Vera e Táboas poco prima di una riunione con i presidenti di Cantabria e Asturie, che ora stanno facendo pressioni per accelerare la costruzione dei treni. Nel frattempo, ha annunciato che fino alla consegna dei nuovi treni il servizio ferroviario sulle brevi tratte nelle due comunità continuerà a essere gratuito, come previsto dai sussidi pubblici introdotti nell’estate del 2022 per alleviare gli effetti dell’aumento dell’inflazione.
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