A Venezia i soccorritori sono costretti ad andare a piedi
La bassa marea causata anche dalle poche piogge sta seccando i canali: in alcune zone è diventato impossibile navigarli
A Venezia solitamente l’acqua genera disagi e preoccupazione quando è alta, ma nelle ultime settimane c’è stato il problema opposto: un’eccezionale bassa marea, che ha reso alcuni tratti dei canali impossibili da navigare perché in secca, compromettendo necessità quotidiane basilari, come i soccorsi in situazioni di emergenza. La bassa marea è tipica della stagione invernale a causa del freddo e capita in misure diverse ogni anno, ma questa volta sta durando da diversi giorni, decisamente più del solito.
Non c’entra solo il freddo invernale, che quest’anno non ha raggiunto livelli eccezionali rispetto alle medie stagionali, ma anche altri fenomeni meteorologici concomitanti: il responsabile del Centro Maree del Comune, Alvise Papa, parlando col Corriere della Sera ha citato il mancato sviluppo di maree nel mare Adriatico, dovuto alle correnti provenienti da nord, e la scarsità di piogge che non fa crescere il livello dell’acqua.
Il livello dell’acqua nella laguna di Venezia si calcola convenzionalmente prendendo come punto di riferimento il valore medio del livello del mare nel 1897: viene chiamato “zero mareografico” o “zero mareografico di Punta della Salute” (ZMPS), dal nome della zona tra il Canale della Giudecca, il Canal Grande e il bacino di San Marco in cui si trova la principale stazione di rilevamento mareografico della città. Lo ZMPS non coincide con il livello del mare ma è circa 23 centimetri più in basso.
In ogni caso il Centro Maree considera normali livelli di marea tra i 50 centimetri sotto lo zero mareografico e gli 80 centimetri sopra: nelle ultime settimane è capitato spesso che i valori scendessero sotto i 50 o anche i 60 centimetri, con minimi che hanno raggiunto -65: l’ultima volta che i valori erano stati così bassi era stato nel 2018, mentre il record negativo è un -83 registrato nel 2008. Picchi sotto i -60 però solitamente si registrano non più di due volte all’anno, mentre nelle ultime settimane è successo diverse volte.
Di solito si considera la marea a -60 centimetri come il livello sotto al quale la navigazione nei canali minori è compromessa, ma già a -50 possono esserci problemi in alcune zone. In queste condizioni, negli ultimi giorni gli operatori del SUEM (Servizio di urgenza ed emergenza medica), il 118 veneziano, stanno avendo problemi a svolgere le operazioni di soccorso: il primario del SUEM, Paolo Rosi, ha raccontato al Corriere della Sera che in questi giorni i soccorritori sono stati più volte costretti a lasciare le imbarcazioni e a procedere a piedi nelle calli, «in molti casi con un paziente da trasportare a braccia», con una barella.
È una cosa che si fa normalmente per le zone della città che non sono raggiungibili da idroambulanze o lance dei pompieri perché i canali sono troppo stretti, ma che in queste condizioni è particolarmente necessaria. Spesso questi trasporti avvengono usando sedie portantine munite di ruote in cui le persone trasportate stanno sedute.
Secondo il Centro Maree l’attuale situazione durerà almeno per tutta la prossima settimana, con disagi per tutta la città: quello tra il 18 e il 19 febbraio sarà peraltro l’ultimo fine settimana del carnevale di Venezia, e in città sono previsti molti eventi (le celebrazioni sono iniziate il 4 febbraio). La situazione potrebbe anche aggravarsi per il fatto che la prossima settimana ci sarà Luna piena, un fattore che generalmente accentua i fenomeni di alta ma anche bassa marea: le maree sono infatti legate all’attrazione gravitazionale del nostro satellite e alla forza centrifuga dovuta alla rotazione terrestre, con effetti diversi a seconda della conformazione di coste e fondali.
Negli ultimi giorni ci sono stati disagi e interruzioni anche per i trasporti pubblici via mare, che vengono ridotti o del tutto sospesi quando i livelli della marea scendono sotto i -60 centimetri.