I tecnici che manomettono i contatori del gas in Francia per protesta
Contestano la riforma delle pensioni proposta da Macron, azzerando o riducendo le bollette a famiglie e imprese
In Francia sono in corso da settimane grossi scioperi per protestare contro la riforma delle pensioni proposta dal presidente Emmanuel Macron. Tra le altre cose, la riforma prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e la cancellazione del regime “speciale” per alcune categorie di lavoratori, che ad oggi dà loro la possibilità della pensione anticipata. Lo sciopero ha coinvolto diversi settori: quello dei trasporti, della scuola, dell’industria energetica e del gas.
Il sito francese Mediapart ha di recente raccontato come alcuni tecnici delle principali società francesi di distribuzione del gas e dell’energia elettrica, oltre a partecipare agli scioperi e alle manifestazioni di piazza, stiano attuando in modo piuttosto coordinato un’altra forma di protesta: manomettono i contatori di gas e energia elettrica in modo che gli utenti paghino solo la metà del loro consumo effettivo, oppure non lo paghino affatto. Queste pratiche, che non sono comunque una novità, sono state soprannominate “azioni Robin Hood”, il popolare eroe inglese che “rubava ai ricchi per dare ai poveri” e che restituiva ai cittadini le tasse raccolte dallo sceriffo di Nottingham.
La giornalista di Mediapart Khedidja Zerouali ha incontrato due dei tecnici di una grossa società di distribuzione di gas che stanno partecipando alla protesta e li ha seguiti in una delle loro azioni. «Chiameremo il primo Paul e il secondo Marcel», ha scritto, spiegando che Paul Marcel è la figura di riferimento a cui i due hanno detto di volersi ispirare.
Paul Marcel, comunista, fu sindacalista e ministro di quello che al tempo si chiamava ministero della Produzione industriale. Nominato nel 1945 da Charles de Gaulle, fu colui che l’anno dopo propose la nazionalizzazione di produzione, distribuzione e fornitura di gas ed energia elettrica riuscendo a creare un’apposita Agenzia nazionale: la EDF-GDF, che successivamente venne divisa in due enti separati per l’elettricità (EDF) e il gas (GDF). «È stato lui a lasciarci in eredità lo status di cui godiamo ancora oggi e che il governo continua ad attaccare. Ricordiamoci che la riforma delle pensioni prevede la fine del regime speciale per i lavoratori del settore elettrico e del gas» hanno raccontato i due tecnici.
Khedidja Zerouali li ha incontrati domenica 12 febbraio, poco dopo le sei del mattino in una piazzetta nella zona di Marsiglia. Si sono presentati vestiti di nero, con il volto coperto e i guanti, e sono arrivati all’appuntamento su un’auto che non era la loro. Il bagagliaio era pieno di bandiere, di megafoni e di adesivi della CGT, una delle più grandi confederazioni sindacali della Francia, che insieme ad altre ha indetto gli scioperi delle ultime settimane contro la riforma delle pensioni: «Le persone ci prestano la loro macchina quando facciamo queste azioni in modo da non venire con i nostri veicoli ed essere riconosciuti», hanno raccontato.
Quando fanno questo tipo di interventi, lasciano a casa i cellulari e cercano il più possibile di evitare le telecamere di quartiere: un compito comunque piuttosto facile, scrive Zerouali, visto che conoscono molto bene le città, le strade e i luoghi dove si trovano contatori e cabine del gas.
Marcel e Paul aprono queste cabine, le manomettono in modo che venga registrata solo la metà dei consumi effettivi, e le richiudono subito dopo aver attaccato un adesivo blu che dice: «Elettricità e gas aumentati! Potere d’acquisto amputato! Tecnici arrabbiati!». Alcune cabine sono poi prive del dispositivo che trasmette direttamente le informazioni sui consumi all’ente distributore: e in questo caso il registro dei consumi può essere completamente azzerato, senza che l’azienda se ne accorga subito. «Operazione 100% gratuita per gli abitanti di questa zona. E il nostro datore di lavoro non se ne accorgerà finché non manderà un tecnico a leggere i contatori, tra sei mesi o più».
Oltre a rendere gratuiti o a dimezzare i consumi gli interventi consistono anche nel ripristinare gli accessi a elettricità o gas nelle case dove le forniture sono state tagliate o ridotte a causa del mancato pagamento delle bollette.
Paul e Marcel dicono che questi interventi sono un «granello di sabbia», ma anche che è quello che loro, per il ruolo che hanno, possono fare direttamente «per il bene comune»: «Se gli abitanti ci chiedono cosa stiamo facendo noi glielo diciamo, ma se incontriamo la polizia mentiamo».
Nella giornata della loro intervista, e in meno di un’ora, Paul e Marcel hanno manomesso una quindicina di cabine dando gas gratis a centinaia di residenti o permettendo loro di pagare solo la metà del prezzo del loro consumo. Dall’inizio degli scioperi contro la riforma delle pensioni ci sono stati interventi simili anche sui contatori elettrici e, come ha spiegato Renaud Henry, segretario generale del sindacato CGT Énergie di Marsiglia, sono stati scollegati dalla raccolta dati sul consumo di energia circa 60 mila residenti.
A livello nazionale, i sindacati citati da Mediapart hanno parlato di una trentina di strutture sanitarie che dopo questo tipo di proteste non stanno pagando l’elettricità. Interventi simili sono stati fatti in tutto il paese negli asili nido, nelle piscine e nei centri sportivi pubblici, nelle biblioteche o nelle mense. Sono poi circa 500 le famiglie a cui è stata ripristinata l’elettricità dopo che era stata tagliata perché non avevano pagato le bollette, sono almeno 300 le piccole imprese e gli artigiani, come i fornai, a cui è stata data la possibilità di pagare l’elettricità a tariffa ridotta e sono più di centomila le famiglie a cui i contatori dell’elettricità sono stati scollegati.
Avere numeri precisi è comunque molto complicato e non fornirli, per i sindacati, è una strategia: l’obiettivo è non dare troppe informazioni per non attivare fornitori e distributori con controlli, ripristini e, eventualmente, con future emissioni di fatture correttive.
Queste azioni non sono comunque nuove, anche se la novità delle ultime settimane è che vengono svolte in modo coordinato in tutto il paese. Cominciarono a essere praticate dal 2004, quando EDF e GDF furono trasformate da enti pubblici a società di capitali aprendosi dunque agli investitori privati: manomettere cabine e contatori divenne una forma di protesta per opporsi a determinate riforme, all’aumento dei prezzi di gas e energia elettrica o per chiedere aumenti salariali.
Paul e Marcel sono consapevoli che se venissero scoperti perderebbero il lavoro e verrebbero denunciati: «Ma lo stiamo facendo perché se non costiamo caro a questo governo non otterremo mai la revoca della riforma delle pensioni. Troviamo scandaloso anche il prezzo che le persone pagano per l’elettricità e il gas. Per noi questi sono beni comuni, è necessario che le persone vivano con dignità, e non dovrebbero essere soggetti alle leggi del mercato». Accanto alle nuove giornate di sciopero in programma, questa modalità di protesta continuerà ad essere portata avanti, dicono i sindacati. È anche in discussione la proposta di tagliare in modo mirato le forniture ai deputati che si sono dichiarati favorevoli alla riforma delle pensioni.