Anche le divise del baseball avranno gli sponsor
Le squadre di Major League hanno infine ceduto alla necessità di nuove entrate “sacrificando” un piccolo pezzo delle loro famose uniformi
La 121ª edizione del campionato di baseball nordamericano inizierà a fine marzo e avrà una novità a suo modo epocale. Da quest’anno le trenta squadre della Major League potranno applicare il logo di uno sponsor sulle loro caratteristiche divise. Dopo il basket, l’hockey su ghiaccio e il calcio, anche lo sport un tempo più popolare d’America ha ceduto alla necessità di nuove entrate “sacrificando” un piccolo pezzo delle sue uniformi, e quindi della sua lunga storia.
Il baseball è uno degli sport che più ha influenzato moda e costumi contemporanei. I cappelli sportivi con la visiera che oggi si trovano in quasi ogni casa, per esempio, nacquero con il baseball, con il baseball si diffusero negli Stati Uniti nei primi del Novecento e da lì nel resto del mondo. Anche le camicie usate dalle squadre sono ormai di uso comune, e fino a pochi anni fa nessuno avrebbe mai pensato di vederci sopra un logo che non fosse di una squadra, o del produttore.
È infatti consuetudine nello sport nordamericano lasciare indumenti, campi o parquet da gioco i più “puliti” possibile, e in genere senza sponsor al loro interno, per non svalutare l’immagine dei campionati e contemporaneamente aumentare il valore di tutti gli altri spazi visibili al pubblico adibiti a usi commerciali. Questo sistema ha contribuito a rendere le squadre nordamericane le più ricche e imitate nello sport professionistico, ma la prospettiva di ottenere facilmente decine e decine di milioni di dollari di nuove entrate non è più così trascurabile.
È così che già nel 2017 la NBA è stata la prima grande lega sportiva nordamericana a introdurre gli sponsor sulle maglie: sponsor che nella scorsa stagione hanno fatto guadagnare alle sue squadre oltre 225 milioni di dollari. Dal prossimo anno si aggiungerà anche la NHL, mentre nel calcio la MLS li ha sempre avuti, seguendo la tradizione europea.
Nonostante questa apertura, così come nel basket anche nel baseball le regole a cui dovranno attenersi le squadre saranno rigidissime, al fine di evitare svalutazioni e danni di immagine. Ciascuna squadra potrà scegliere individualmente il suo sponsor, ma l’applicazione sulle divise dovrà essere approvata caso per caso dalla Major League. I marchi dovranno essere applicati in uno spazio di 10 centimetri quadrati nella parte alta della manica destra, o sinistra. Gli accordi dovranno essere almeno annuali e i marchi approvati non potranno cambiare forma, colore e composizione nel corso della stagione.
Per Nielsen il valore delle sponsorizzazioni nel baseball potrebbe superare di gran lunga quelle degli altri sport nordamericani, per un motivo tutto sommato prevedibile: le partite di baseball durano di più (il record è di oltre 8 ore), hanno una media spettatori nazionale più alta rispetto a basket e hockey e la staticità del gioco rende gli sponsor più visibili, e più a lungo, soprattutto se si considera che l’applicazione sulle maniche asseconda le posizioni in campo dei giocatori più in vista, quindi battitori e lanciatori.
Queste nuove sponsorizzazioni potrebbero generare complessivamente tra i 350 e i 400 milioni di dollari all’anno. Tante squadre di Major League le hanno già presentate, altre stanno cercando di chiudere gli accordi in vista dell’apertura della stagione. I San Diego Padres, per esempio, verranno sponsorizzati da Motorola per circa 10 milioni di dollari a stagione, mentre i Boston Red Sox si sono legati per dieci anni alla compagnia assicurativa MassMutual, salvo scoprire soltanto dopo che l’amministratore delegato è un grande tifoso dei New York Yankees, i loro storici rivali.
Gli accordi più remunerativi dovrebbero però riguardare le squadre delle grandi aree metropolitane, come Los Angeles, San Francisco e appunto New York. Gli Yankees devono ancora scegliere il loro sponsor fra le tante richieste arrivate in questi mesi da società disposte a pagare decine di milioni di dollari a stagione per vedere il loro logo sopra le famose divise bianche a righine blu, accanto al logo sportivo più riconoscibile al mondo. Fra queste società c’è anche il sito per adulti Stripchat, che ci ha provato offrendo 20 milioni di dollari per una sola stagione.
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