Il trascurato slalom parallelo
Nelle premesse è una disciplina avvincente e televisiva, nella realtà – a parte una notevole eccezione – non è mai riuscito a trovare grande spazio
Lo slalom parallelo è la disciplina dello sci in cui due sciatori o due sciatrici scendono in contemporanea, affiancati, su brevi percorsi di slalom gigante, che è la disciplina a metà strada tra lo slalom speciale, in cui i paletti sono molto vicini, e il supergigante. Le gare di slalom parallelo sono molto televisive e facili da seguire anche dal vivo: sono infatti dei duelli sportivi spesso avvincenti per chi li guarda e stimolanti per chi si trova a farli, con ottavi di finale, quarti di finale, semifinali e finali. Si svolgono inoltre su percorsi brevi con le singole prove che durano giusto una trentina di secondi.
Messa così, lo slalom parallelo (che è anche la disciplina delle gare miste a squadre) sembra avere tutto per avere successo, anche tra chi segue poco lo sci alpino. È invece considerata minore e secondaria rispetto a gare come la discesa libera o lo slalom speciale. Questo perché risulta troppo ibrida, perché non è olimpica (fatta eccezione per la gara mista) e perché è quasi assente in Coppa del Mondo e snobbata ai Mondiali.
Le regole e i formati sono stati cambiati più volte nel corso degli anni, ma lo slalom parallelo sembra comunque destinato a sparire. Eppure era partito come meglio non si poteva. Nel marzo del 1975 debuttò come ultima gara della Coppa del Mondo di sci, la competizione stagionale che assegna la cosiddetta “coppa di cristallo”. La stagione terminò con due gare in Val Gardena, in Alto Adige. Dopo la penultima gara, una discesa libera, nella classifica generale maschile c’erano tre sciatori a pari punti: l’italiano Gustav Thoeni, lo svedese Ingemar Stenmark e l’austriaco Franz Klammer.
Si decideva tutto nell’ultima gara: lo slalom parallelo che peraltro gli organizzatori in Val Gardena avevano accettato di organizzare piuttosto controvoglia e solo a patto che fosse stata assegnata loro anche la discesa. Come raccontato da Lorenzo Fabiano nel libro Thoeni vs Stenmark, l’ultima porta, lo slalom era stato pensato per essere una sorta di passerella finale, un evento perlopiù dimostrativo di una nuova disciplina. Finì invece per decidere quella Coppa del Mondo, davanti a decine di migliaia di spettatori dal vivo e con milioni di spettatori per la diretta trasmessa dalla Rai.
Come già i più arguti hanno intuito dal titolo del libro, nello slalom parallelo Klammer, grande discesista ma non slalomista, uscì subito; restavano quindi il 24enne Thoeni e il 19enne Stenmark, che ancora doveva ottenere la maggior parte delle sue 86 vittorie. I due arrivarono a giocarsi la coppa di cristallo in finale, uno contro l’altro: vinse Thoeni.
Dopo quel gran finale, il parallelo fu riproposto alcune volte, senza mai più avvicinarsi ai risultati del 1975 e spesso in eventi dimostrativi anziché in gare valevoli per la Coppa del Mondo, in cui tornò stabilmente solo dalla stagione 2010/2011. Ai Mondiali, che si svolgono ogni due anni in una località diversa, i paralleli maschili e femminili arrivarono invece soltanto nel 2021 a Cortina d’Ampezzo, in Veneto. Nella Coppa del Mondo 2022/23 le gare previste di slalom parallelo erano una maschile e una femminile: entrambe annullate per carenza di neve.
Ai Mondiali di sci alpino del 2023, organizzati a Courchevel e Méribel, tra gli assenti alle gare di parallelo c’erano Mikaela Shiffrin e Marco Odermatt, i due migliori sciatori in attività, e anche gran parte degli sciatori e delle sciatrici nelle prime posizioni delle classifiche generali di Coppa del Mondo. Un po’ perché considerato minore, un po’ per riposarsi (le singole discese sono brevi, ma sono due per ogni sfida e se sommate diventano tante) e un po’ per concentrarsi sulle gare conclusive dei Mondiali, molti hanno scelto di non partecipare al parallelo.
A vincere l’oro nello slalom parallelo maschile e femminile sono stati il tedesco Alexander Schmid e la norvegese Maria Therese Tviberg: hanno entrambi 28 anni e nessuno dei due aveva mai vinto prima una gara ai Mondiali o in Coppa del Mondo (e Tviberg nemmeno era mai arrivata sul podio in una gara che non fosse di squadra).
Come raccontato da L’Équipe, lo slalom parallelo può essere considerata una disciplina «in via di estinzione», e anche la Federazione internazionale dello sci è «ben consapevole della sua scarsa attrattiva». Una fine simile, per ragioni non troppo diverse, potrebbe toccare anche alla combinata, una disciplina introdotta negli anni Settanta che alterna una prova di velocità a una più tecnica, e che spesso – quando c’è – è scelta dagli atleti giusto come forma di allenamento.
Intanto, comunque, gli slalom paralleli restano eventi che assegnano medaglie, e alla fine conteranno tanto quanto quelle della discesa o dello slalom speciale.
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