La Nuova Zelanda ha dichiarato l’emergenza nazionale per i grossi danni del ciclone Gabrielle
Il governo neozelandese ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale a causa del passaggio del ciclone Gabrielle, che in questi giorni sta portando allagamenti improvvisi, frane e grosse onde soprattutto lungo le coste nel nord del paese. È la terza volta nella storia della Nuova Zelanda che viene dichiarata l’emergenza nazionale, che come ha detto il primo ministro Chris Hipkins è dovuta alla «gravità e all’estensione dei danni»: almeno 225mila persone sono senza elettricità, i venti forti hanno sradicato alberi e piegato pali della luce, e le piogge abbondanti hanno provocato estesi allagamenti.
Lo stato di emergenza nazionale si applica a sei regioni che avevano già dichiarato lo stato di emergenza, tra cui quella in cui si trova Auckland, la città più popolosa del paese, sull’isola del Nord, e prevede aiuti straordinari per assistere la popolazione. Circa un terzo dei 5 milioni di abitanti della Nuova Zelanda vive in aree in cui il ciclone Gabrielle sta facendo danni.
Il governo neozelandese ha attribuito la gravità della situazione alla crisi climatica. Solo due settimane fa nel nord del paese c’erano state grandi inondazioni che avevano provocato la morte di quattro persone oltre a varie frane e danni strutturali a strade ed edifici. Secondo i dati diffusi dal MetService, l’agenzia meteorologica nazionale, solo nei primi 45 giorni del 2023 a Auckland è caduta metà della pioggia che solitamente cade in un anno. Si prevede che nelle prossime ore il ciclone continuerà a muoversi verso sud-est, in direzione della costa orientale dell’isola del Nord.