C’è tutto un caso attorno al nuovo videogioco di Harry Potter
Molti fan e siti specializzati stanno boicottando l’atteso “Hogwarts Legacy” per le posizioni di J.K. Rowling sulle persone trans
Il 10 febbraio è uscito Hogwarts Legacy, videogioco ambientato nell’universo di Harry Potter, uno dei mondi immaginari che ha tuttora più fan a livello globale. Si tratta di uno dei giochi più attesi dell’anno: sia perché è dal 2013 che non esce un videogioco legato al mondo di Harry Potter (escludendo qualche piccolo gioco per smartphone), sia perché Hogwarts Legacy propone una storia inedita, slegata per la prima volta da quella raccontata nei libri e nei film. Ma anche perché è il primo videogioco legato al mondo di Harry Potter a essere “open world”, ovvero a permettere al giocatore di interagire liberamente con lo spazio circostante e ad avere tantissima libertà negli spostamenti e su ciò che decide di fare nel gioco.
Il gioco era da mesi in cima alle classifiche delle prenotazioni di Steam, il più grande tra i negozi di videogiochi online, e ha ottenuto delle recensioni generalmente buone dalla critica e a tratti entusiaste da parte dei fan, che aspettavano da almeno un decennio di poter esplorare i luoghi in cui sono ambientate le avventure di Harry Potter, come la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, con le sue aule, le sue cucine e le sue sale comuni, la Foresta Proibita, Diagon Alley e Hogsmeade. Ma ha anche attirato moltissime critiche – e una campagna di boicottaggio – per varie ragioni.
La più importante è il fatto che una parte degli incassi andrà a J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter che negli ultimi anni è stata estesamente accusata di transfobia, per le posizioni che nel tempo ha espresso sui temi legati all’identità di genere e per aver criticato alcune leggi pensate per garantire maggiore inclusione e riconoscimento nella società alle persone trans.
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Rowling è una delle persone più note a livello mondiale a sostenere – con una certa costanza, spesso sul suo account di Twitter – idee riconducibili a quello che viene definito “femminismo essenzialista o trans-escludente”, o gender critical. È quella frangia del femminismo che ritiene, semplificando, che ci sia una corrispondenza diretta tra sesso e genere, ovvero che una donna o un uomo si definisca esclusivamente in base al suo sesso biologico. E che, partendo da questa premessa, ha assunto spesso posizioni politiche corrispondenti o compatibili con quelle delle destre più estreme, contro le rivendicazioni delle persone trans e di parte dei movimenti LGBTQ+.
Tra le altre cose, nel giugno del 2020 un senatore repubblicano statunitense aveva usato un testo di Rowling sul tema per giustificare la decisione del Partito Repubblicano di bloccare la discussione in aula dell’Equality Act, un disegno di legge per proteggere anche le donne e le persone LGBTQ+ dalla discriminazione sul posto di lavoro, nell’istruzione e dell’assegnazione di alloggi popolari.
In questo contesto, il fandom di Harry Potter negli ultimi anni si è diviso moltissimo sul tema. Gran parte dei fan che si riconoscono nella comunità LGBTQ+ o che ne sostengono le rivendicazioni ha dovuto decidere se e come conciliare la propria passione per un prodotto culturale che è stato centrale nella formazione di almeno una generazione e le posizioni di Rowling. Altri invece non si sono ritenuti toccati dalla questione, o ritengono che si possa conciliare più o meno serenamente la fruizione dei prodotti collegati a Harry Potter e un eventuale disaccordo rispetto alle opinioni della sua autrice.
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Il discorso era già emerso in concomitanza con l’uscita dei film della saga Animali fantastici e dove trovarli, una serie di film ambientati sempre nel mondo di Harry Potter, ma negli anni Venti del Novecento. In vista dell’uscita di Hogwarts Legacy, però, ha assunto una centralità senza precedenti: molti fan hanno partecipato a una campagna di boicottaggio, rifiutandosi di comprare un gioco a cui avrebbero altrimenti giocato volentieri, e diverse testate specialistiche come TheGamer, GameSpot, GamesHub e Checkpoint Gaming hanno deciso di non recensirlo e di non produrre contenuti a riguardo, nonostante sia una delle uscite più importanti dell’anno e quindi porti molto traffico verso i siti che ne scrivono.
IGN, tra i più importanti siti di informazione e intrattenimento legati ai videogiochi, ha spiegato all’interno della recensione che nella sua valutazione non si tiene conto delle opinioni politiche di Rowling, ma che al contempo è corretto darne conto ai lettori. Il sito TheGamer ha deciso di non pubblicare alcun contenuto legato al gioco, mentre Rock Paper Shotgun, oltre a non recensirlo, pubblicherà una serie di articoli e anteprime di altri giochi che hanno come elemento comune il tema della magia, con una particolare enfasi su quelli prodotti da sviluppatori trans.
L’azienda che ha sviluppato il videogioco, Avalanche Software, aveva cominciato a lavorare a Hogwarts Legacy nel 2018, prima che Rowling rendesse pubbliche le sue posizioni sui diritti delle persone trans, e negli anni ha cercato in vari modi di separare la reputazione del videogioco a quella di Rowling stessa. Sul sito ufficiale di Hogwarts Legacy si legge che «J.K. Rowling non è stata coinvolta nella creazione del gioco, ma in quanto creatrice del mondo magico di Harry Potter e una delle più grandi scrittrici del mondo, il suo straordinario corpus di scritti è alla base del progetto. Questa non è una nuova storia di J.K. Rowling, ma abbiamo collaborato a stretto contatto con il suo team su tutti gli aspetti del gioco per assicurarci che rimanga in linea con le magiche esperienze che i fan si aspettano».
La casa di produzione ha posto anche molta importanza sul fatto che il gioco permetta (come fanno moltissimi “open world”) di scegliere non solo la casa di appartenenza del proprio personaggio, ma anche di controllarne l’aspetto, la corporatura, la voce e il genere. Inoltre, ha annunciato l’inclusione del primo personaggio trans dell’universo di Harry Potter, una strega di nome Sirona Ryan. La sua inclusione nel gioco è stata considerata però una specie di diversivo da molti critici.
Oltre al rapporto con la creatrice della saga di Harry Potter, comunque, ci sono vari aspetti di Hogwarts Legacy che hanno provocato critiche, sia nella fase di sviluppo del videogioco che dopo la sua uscita. C’è stato per esempio il fatto che inizialmente a capo dello sviluppo del gioco era stato messo Troy Leavitt, uno sviluppatore e youtuber, poi allontanato per le posizioni misogine e vicine all’alt-right espresse sul suo canale YouTube. C’è anche chi accusa la trama del gioco di antisemitismo perché uno degli obiettivi principali del gioco è sedare una ribellione di goblin, delle creature immaginarie che nel mondo di Harry Potter sono sempre state caratterizzate con tratti fisici che ricordano quelli delle caricature antisemite delle persone ebree.
Anche alcune dinamiche interne a Hogwarts Legacy sono state oggetto di dibattiti e critiche. Per esempio il gioco consente di fare le “maledizioni senza perdono” – incantesimi che permettono di torturare e uccidere le altre persone – in maniera disinvolta e senza particolari conseguenze. Jaina Grey, che ha dato al gioco un voto bassissimo in una recensione su Wired, scrive che quella del gioco «dice di essere Hogwarts, ma non è Hogwarts. A prescindere dalle polemiche su Rowling, il gioco sembra essere stato fatto apposta per attingere alla nostalgia ansiosa dei fan, senza metterci abbastanza attenzione per renderlo davvero degno di essere giocato».
Nessuna di queste questioni, in ogni caso, divide la comunità dei giocatori come le discussioni su Rowling, che sui social network e sui forum dedicati sono diventate spesso violente. Tanto che parlare di J.K. Rowling è ora vietato all’interno del canale ufficiale dedicato a Hogwarts Legacy sia su Reddit che su Discord.
Su GameSpot (uno dei più importanti siti di videogiochi al mondo, che non ha ancora pubblicato una recensione del gioco), la critica Jessie Earl, che è anche una donna trans, ha scritto che «non c’è niente di sbagliato nel voler giocare a Hogwarts Legacy; sembra un progetto fatto con passione che è stato in grado di creare un gioco di ruolo ambientato nel Wizarding World che tanti, inclusa me stessa, hanno sempre sognato fino a qualche anno fa. Nonostante questo però è difficile per una persona trans guardare a ogni elemento del mondo di Harry Potter e non accorgersi del male che la sua creatrice gli sta facendo. (…) Io adoravo ascoltare gli audiolibri di Harry Potter, ma ora ogni volta che li faccio partire non posso non pensare a una donna che sta attivamente mettendo in dubbio la mia esistenza e si è fatta alfiere di una battaglia contro la mia stessa comunità».