Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha definito Berlusconi “un agitatore” per conto della propaganda russa
Lunedì mattina Mykhailo Podolyak, il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha inviato a Repubblica un commento molto duro a proposito delle parole pronunciate domenica dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina. Parlando dell’invasione dell’Ucraina, Berlusconi aveva sostanzialmente addossato la responsabilità a Zelensky, dicendo che «bastava che [Zelensky] cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe avvenuto».
Podolyak ha definito Berlusconi «un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa» e «baratta la reputazione dell’Italia con la sua amicizia con Putin». Ha detto anche che l’ex presidente del Consiglio italiano deve ancora capire che le “repubbliche del Donbass” «non sono mai esistite» e che «nella primavera del 2014, durante la prima fase dell’invasione russa, gli occupanti hanno creato una enclave criminale sul territorio ucraino del Donbass. Assolutamente illegale». Ha aggiunto infine che «nessuno ha aggredito la Federazione Russa. Nel febbraio 2022 loro hanno lanciato una invasione su larga scala con l’intenzione di occupare l’intero territorio di un altro Paese e uccidere quanti più cittadini ucraini gli è possibile. Quindi Berlusconi deve smetterla di mascherare il suo vero desiderio e dichiarare pubblicamente di essere a favore del genocidio degli ucraini».
Le parole di domenica di Berlusconi non sono state una grossa sorpresa: nei mesi scorsi aveva più volte commentato la guerra in Ucraina con ricostruzioni false e interpretazioni controverse, e manifestando vicinanza e perfino affetto per il presidente russo Vladimir Putin. Aveva già creato diversi imbarazzi nel governo guidato da Giorgia Meloni, che invece è convinta del sostegno italiano all’Ucraina. Domenica sera il governo si è quindi affrettato a smentire le parole di Berlusconi, esprimendo la propria vicinanza all’Ucraina e condannando nuovamente la Russia.
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