Le elezioni regionali con l’affluenza più bassa di sempre
Sono quelle nel Lazio, dove ha votato il 37,2 per cento degli elettori, ma anche la Lombardia ha fatto registrare il suo record negativo
Alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, entrambe vinte dalla destra, il dato sull’affluenza è stato tra i più bassi di sempre: ben più della metà degli aventi diritto non è andata a votare. Il 37,2 per cento del Lazio è il record storico negativo di tutte le regioni italiane, mentre il 41,7 per cento della Lombardia è il terzo peggiore di sempre. Tra i due dati c’è l’affluenza al 37,7 per cento delle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2014, che furono vinte dal centrosinistra con Stefano Bonaccini (attualmente candidato alla segreteria del Partito Democratico).
Quella nel #Lazio è l'elezione regionale con l'affluenza più bassa di sempre e quella in #Lombardia è la terza elezione regionale con l'affluenza più bassa di sempre.#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/WmvQLzZdOT
— YouTrend (@you_trend) February 13, 2023
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Al di là del dato eccezionalmente negativo, è difficile fare confronti calzanti con le passate elezioni regionali negli stessi territori: nel 2018 per esempio l’affluenza era stata del 73,8 per cento in Lombardia e del 66,5 per cento nel Lazio, ma si votava insieme alle elezioni politiche, che per la rilevanza nazionale suscitano generalmente maggiore interesse e attirano più elettori. Lo stesso discorso vale per le elezioni regionali del 2013, che ebbero un’affluenza ancora più alta. Probabilmente il confronto più adeguato, e che sta circolando di più in queste ore, è quello con le elezioni del 2010: votò circa il 72 per cento degli aventi diritto in Lombardia e circa il 61 nel Lazio.
Il calo è in ogni caso molto vistoso se confrontato con i precedenti delle due regioni, ma è in linea con la tendenza osservata un po’ in tutte le elezioni degli ultimi anni: meno di 5 mesi fa, alle elezioni politiche del 25 settembre, si era registrata un’affluenza del 63,9 per cento, la più bassa nella storia dell’Italia repubblicana. Avevano votato 4,5 milioni di persone in meno delle elezioni politiche precedenti, quelle del 2018: rispetto a quell’anno, a queste elezioni regionali in Lombardia hanno votato circa 2,5 milioni di persone in meno, nel Lazio circa 1,2 milioni di persone in meno.
La vicinanza alle ultime elezioni politiche in queste settimane è stata più volte citata come una delle possibili spiegazioni dello scarso interesse verso queste elezioni regionali, che in generale si sono fatte notare poco: le campagne elettorali sono state necessariamente molto brevi ed entrambe non hanno avuto particolari temi o avvenimenti che riuscissero a coinvolgere l’opinione pubblica.
In Lombardia questa assenza di eventi notevoli è stata parte della strategia politica del presidente uscente e vincitore di queste elezioni Attilio Fontana, che nelle ultime settimane ha rifiutato tutti i confronti pubblici con gli altri candidati: Fontana sapeva che gli sarebbe bastato non fare danni per ottenere una vittoria comoda, forte di un elettorato di destra molto solido in Lombardia, e al momento il suo risultato sembra essere andato addirittura oltre le aspettative più ottimiste.
L’affluenza è stata molto bassa anche a Roma e Milano, dove è stata rispettivamente del 33,1 e del 42,1 per cento. Il dato di Roma, che ha quasi la metà degli abitanti di tutto il Lazio, ha contribuito ad abbassare considerevolmente quello regionale: e la destra sembra averne guadagnato, passando in città dal 37 per cento delle ultime politiche al 46 di queste regionali. Anche a Milano la destra ha guadagnato qualche punto, pur restando la seconda coalizione dietro al centrosinistra: è passata dal 34 per cento delle politiche al 37 delle regionali.
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