La fuga della giornalista russa che aveva criticato l’invasione dell’Ucraina in diretta TV
A ottobre Marina Ovsyannikova era scappata dal suo paese affrontando una serie di peripezie: ora vive in Francia e le ha raccontate
Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che nel marzo del 2022 aveva protestato contro l’invasione dell’Ucraina mostrando un cartello durante una trasmissione in diretta del canale televisivo Russia 1, ora vive in Francia. È scappata dalla Russia lo scorso ottobre, insieme a sua figlia, una settimana prima dell’inizio del processo in cui sarebbe stata giudicata per le sue critiche al governo. Venerdì Ovsyannikova ha raccontato la sua fuga in una conferenza stampa a Parigi organizzata con Reporter senza frontiere, l’ong dedicata alla difesa la libertà di stampa che l’ha aiutata ad allontanarsi dal suo paese e in questi mesi in Francia.
Apparently, a woman just ran onto the stage during a Russian state television news broadcast with a sign that said, “Stop the war! Don’t believe propaganda! They’re lying to you here!” pic.twitter.com/nn5XWsh4Wn
— Kevin Rothrock (@KevinRothrock) March 14, 2022
Il direttore di Reporter senza frontiere Christophe Deloire era in contatto con la giornalista fin dal giorno dopo la sua protesta in TV, perché le aveva scritto per chiederle se avesse bisogno di aiuto. Nei mesi successivi Ovsyannikova era stata arrestata più volte, e più volte condannata a pagare delle multe per le sue critiche al governo, secondo le consuete modalità russe di repressione del dissenso. In un primo momento era fuggita in Germania, ma poi era tornata nel suo paese per risolvere una disputa legata alla custodia dei suoi due figli. A settembre infine aveva contattato Reporter senza frontiere tramite un intermediario per andare via definitivamente dalla Russia. Non è stato facile perché i vicini e i familiari della giornalista sono filo-putiniani e temeva che potessero denunciarla. «È stata una fuga incredibile», ha detto Deloire.
La giornalista era agli arresti domiciliari al momento della fuga e il suo avvocato le aveva consigliato di andarsene perché sarebbe stata condannata al carcere. Indossava un braccialetto elettronico che ne segnalava la posizione e che ha dovuto tagliare per scappare. Per lasciare Mosca e poi la Russia ha usato sette diversi veicoli, uno dopo l’altro, e ha dovuto attraversare una foresta di notte, a piedi, per uscire dal paese: «L’ultimo veicolo che abbiamo usato era rimasto incastrato nel fango e non avevamo rete nei telefoni, così abbiamo dovuto orientarci guardando le stelle. Ci nascondevamo dalle luci delle guardie di frontiera». Per ore Ovsyannikova e la figlia hanno vagato cercando di passare il confine prima di farcela.
La giornalista ha anche raccontato la reazione dei suoi colleghi di Russia 1, che è il principale media della propaganda russa, dopo la sua protesta in diretta. Alla giornalista di BBC Lucy Williamson ha detto: «Vidi negli occhi dei miei colleghi un’espressione di totale compassione. Mi guardavano con occhi sbarrati, che dicevano addio. Pensavano che non mi avrebbero mai più rivista».
Ovsyannikova ha comunque ricevuto molte critiche per aver lavorato a lungo per Russia 1 contribuendo alla propaganda del governo prima della sua protesta, sia da giornalisti ucraini che da dissidenti russi. In particolare in Ucraina era stato contestato il suo lavoro per il quotidiano tedesco Die Welt la scorsa estate. La giornalista ha ammesso di essere stata complice del regime russo per anni, preoccupandosi solo di amici e familiari, e di essere stata spinta a ribellarsi dall’«enorme shock» della guerra.