Guida alle elezioni regionali nel Lazio
La scelta è tra Alessio D'Amato del centrosinistra, Donatella Bianchi del M5S e Francesco Rocca della destra, il favorito
Domenica 12 e lunedì 13 febbraio si voterà per rinnovare il Consiglio regionale del Lazio ed eleggere il nuovo presidente della regione, dopo due mandati di Nicola Zingaretti e dieci anni di governo di centrosinistra. A queste elezioni la coalizione di destra è favorita, almeno stando agli ultimi sondaggi pubblicati due settimane fa, ma il vantaggio della destra è meno consolidato rispetto a quello nell’altra regione in cui si vota, la Lombardia, e anche per questo durante la campagna elettorale il candidato di centrosinistra, Alessio D’Amato, ha cercato di mostrarsi fiducioso di poter rimontare il candidato della destra, Francesco Rocca.
I seggi per votare saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Nel Lazio la legge elettorale regionale prevede una votazione a turno unico, perciò verrà eletto il candidato o la candidata che prende più voti. Per quanto riguarda i rappresentanti al consiglio regionale, che sono 50 in totale, almeno 40 saranno eletti con metodo proporzionale, mentre i restanti 10 saranno eletti come premio di maggioranza alle liste collegate al presidente eletto purché queste non superino complessivamente il 60% dei seggi.
Francesco Rocca è il candidato che più degli altri è stato al centro dell’attenzione per il suo passato. Fino all’annuncio della candidatura era stato presidente della Croce Rossa italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), e ancora prima aveva avuto vari incarichi in ambito sanitario. Ma si è parlato di lui soprattutto perché quando aveva 19 anni fu condannato a tre anni di carcere e 7 milioni di lire di multa per spaccio di eroina. All’epoca Rocca era entrato in contatto con un gruppo criminale proveniente dalla Nigeria che doveva vendere un grosso quantitativo di eroina nei quartieri a sud di Roma, verso il litorale di Ostia. In seguito ha spesso parlato di questa sua esperienza, dicendo di aver imparato dai suoi errori di gioventù.
Alessio D’Amato invece è un volto noto ai residenti del Lazio in quanto assessore alla Sanità negli ultimi dieci anni. In questo ruolo si è fatto conoscere soprattutto durante gli anni della pandemia da coronavirus. Il giudizio sul lavoro di D’Amato, almeno in questo specifico ambito, è stato complessivamente positivo, perché quando iniziò la campagna vaccinale il Lazio riuscì a vaccinare con ritmi tra i più alti in Italia, nonostante i quasi sei milioni di abitanti.
L’ultima a candidarsi in ordine di tempo è stata Donatella Bianchi, per il Movimento 5 Stelle. Bianchi è stata la storica conduttrice del programma Linea Blu su Rai 1 fin dalla prima edizione, nel 1994. Aveva iniziato la sua carriera da giovanissima sempre in Rai, a Domenica In, quando la conduceva Corrado (1978). Negli anni Ottanta aveva partecipato alla trasmissione Sereno Variabile e all’inizio degli anni Novanta era passata a condurre il telegiornale regionale del Lazio. È originaria della Spezia ma vive a Roma.
Uno dei temi più discussi in questi giorni prima del voto è stata la sanità, anche perché è l’ambito di competenza sia di Rocca che di D’Amato. Altre discussioni hanno riguardato il trasporto pubblico, la gestione dei rifiuti e i soldi del PNRR (il piano nazionale di ripresa e resilienza).
Nel primo confronto pubblico tra i candidati, lo scorso mese, aveva tenuto a lungo banco la questione del termovalorizzatore per Roma, l’impianto che il sindaco Roberto Gualtieri vorrebbe costruire per migliorare almeno in parte il problematico ciclo dei rifiuti della capitale. Su questo le posizioni dei candidati erano un po’ diverse: Bianchi, in linea col suo partito, era nettamente contraria. D’Amato era invece pienamente favorevole, mentre Rocca aveva mantenuto una posizione interlocutoria.
La questione è emersa anche in un confronto successivo organizzato da Sky TG24 la scorsa settimana. In quest’occasione i candidati hanno ribadito la loro posizione, tranne Rocca che si è sbilanciato di più: «Hanno approvato il piano rifiuti solo pochi mesi fa» ha detto. «Il PD ha avuto dieci anni per fare un piano rifiuti e dare una risposta. […] In realtà il termocombustore serve, è essenziale. Però bisogna educare e lavorare perché la differenziata diventi una risorsa».
Sempre nello stesso confronto c’è stato più accordo su cosa fare con i trasporti (potenziare le linee ferroviarie) e meno sulla sanità, specie tra Rocca e D’Amato: secondo il primo la situazione è disastrosa e bisognerebbe «dare dignità ai cittadini», per il secondo invece bisognerebbe proseguire il lavoro fatto in questi anni puntando su una «grande digitalizzazione».
Generalmente i sondaggi pubblicati fin qui danno in vantaggio la coalizione di destra, e quindi Rocca. Secondo l’ultimo pubblicato dall’istituto Ipsos il 27 gennaio, Rocca è dato al 41,2 per cento e D’Amato al 34,1 per cento. Bianchi invece sotto al 20 per cento: ma ci sono anche moltissimi indecisi, il 47 per cento, quasi uno su due. Le cifre di Ipsos sono molto simili a quelle dell’ultimo sondaggio di Quorum per Sky TG24, mentre l’istituto SWG ha rilevato un distacco più ampio: Rocca viene dato al 45 per cento e D’Amato al 33 per cento. L’AGCOM, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, vieta la diffusione dei sondaggi nei quindici giorni precedenti al voto.
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