La prima ministra della Moldavia si è dimessa
Natalia Gavrilita ha detto di non avere abbastanza sostegno: il suo governo era alle prese con forti pressioni dalla Russia e problemi economici
Venerdì la prima ministra della Moldavia, Natalia Gavrilita, ha annunciato le sue dimissioni, dopo un anno e mezzo in carica. Il governo da lei guidato, filoeuropeista, ha dovuto affrontare in questi 18 mesi un gran numero di problemi, molti dei quali legati all’invasione russa dell’Ucraina.
La Moldavia, un paese di 2,6 milioni di abitanti e dal PIL pro capite più basso in Europa, ha dovuto gestire una grande crisi energetica, è alle prese con un’inflazione altissima e ha dovuto anche occuparsi di un gran numero di profughi provenienti dalle zone di guerra. Ciclicamente il suo spazio aereo è stato invaso da missili russi diretti verso l’Ucraina (l’ultima volta giovedì).
La prima ministra dimissonaria Gavrilita in conferenza stampa ha detto: «Nessuno pensava che il mio governo avrebbe dovuto gestire così tanti problemi. E se avessimo avuto in patria lo stesso sostegno che abbiamo dai nostri partner europei, avremmo potuto fare molti più progressi. Ma credo nella Moldavia».
Dal 1990 una piccola regione filorussa, la Transnistria, ha proclamato l’indipendenza, non riconosciuta dalla comunità internazionale. Un giorno prima delle dimissioni di Gavrilita il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva dichiarato in sede europea di aver condiviso con le autorità moldave alcune informazioni su un piano russo per invadere e «distruggere» il paese. In seguito i servizi segreti moldavi hanno confermato di essere a conoscenza del piano, descritto come finalizzato a «destabilizzare l’ordine pubblico».
La Moldavia prima della guerra in Ucraina era dipendente al 100 per cento dalla Russia per le importazioni di gas e la stessa Russia negli ultimi due decenni aveva cercato di influenzare le decisioni politiche con campagne economiche, come il divieto di esportazione sul proprio territorio dei vini moldavi (uno dei prodotti di punta del settore agroalimentare del paese). Più recentemente la presidente Maia Sandu, laureata ad Harvard, dalle posizioni molto filoccidentali ed eletta con una campagna incentrata sulla lotta alla corruzione, aveva accusato il regime di Putin di «portare instabilità in Moldavia». La Russia è sospettata di alimentare campagne di disinformazione e di sfruttare la crisi energetica per destabilizzare il governo moldavo.
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Lo scorso giugno la Moldavia era stata accettata come candidata all’ingresso nell’Unione Europea, insieme all’Ucraina. La candidatura di per sé non garantisce un reale ingresso in futuro, e comunque presuppone un iter molto lungo, che può durare anche un decennio. Di pari passo la presidente Sandu, di fronte alle forti pressioni da Mosca, aveva detto di poter considerare per il futuro l’abbandono della neutralità del suo paese per una adesione alla NATO, finora non contemplata.
Poche ore dopo le dimissioni di Gavrilita la presidente Sandu ha nominato primo ministro Dorin Recean, segretario del consiglio di sicurezza del paese e in passato ministro dell’Interno, anche lui dalle posizioni filoccidentali: dovrà ottenere la fiducia dal parlamento.