I palloni cinesi sono in giro da un pezzo, dicono gli Stati Uniti
I servizi di intelligence e il Pentagono stanno informando alleati e partner di operazioni di sorveglianza avvenute in altri paesi
di Ellen Nakashima, Shane Harris, John Hudson e Dan Lamothe - The Washington Post
I servizi di intelligence statunitensi hanno stabilito un legame tra il pallone spia cinese abbattuto sabato scorso e un ampio programma di sorveglianza attuato dall’esercito cinese, e le autorità americane hanno iniziato a fornire informazioni ad alleati e partner i cui paesi sono stati oggetto di incursioni simili.
L’operazione di sorveglianza coi palloni spia, che è in corso da anni e utilizza tra le altre le basi nella provincia di Hainan al largo della costa meridionale cinese, ha raccolto informazioni sulle dotazioni militari dei paesi e delle regioni di interesse strategico per la Cina, tra cui il Giappone, l’India, il Vietnam, Taiwan e le Filippine. Lo dicono vari funzionari statunitensi che, come anche altre persone intervistate per questo articolo, hanno accettato di parlarne in anonimato, data la delicatezza dell’argomento.
Secondo quanto dichiarato dai funzionari, questi velivoli di sorveglianza, gestiti almeno in parte dall’aviazione dell’Esercito Popolare di Liberazione, sono stati individuati in cinque continenti.
«I cinesi hanno preso una tecnologia incredibilmente vecchia e, di fatto, l’hanno abbinata a strumenti di comunicazione e osservazione moderni» per cercare di racimolare informazioni di intelligence sulle altre nazioni, ha detto un funzionario statunitense, che ha aggiunto: «È un lavoro enorme».
Stando a una fonte informata sulla questione, lunedì la vicesegretaria di Stato Wendy Sherman avrebbe tenuto un incontro informativo sui palloni spia cinesi a cui avrebbero partecipato circa 150 persone provenienti da una quarantina di ambasciate. Il Dipartimento di Stato inoltre avrebbe inviato a tutte le ambasciate statunitensi delle «informazioni dettagliate» sullo spionaggio, da condividere con alleati e partner.
Al tempo stesso i funzionari americani hanno iniziato a condividere alcune specifiche tecniche con i colleghi di altri paesi, come il Giappone, le cui installazioni militari erano state tra gli obiettivi dei cinesi.
Un importante funzionario dell’amministrazione americana ha spiegato: «I nostri alleati e partner hanno dimostrato un forte interesse. Molti di loro si rendono conto di essere almeno potenzialmente vulnerabili da questo punto di vista, o che potrebbero essere oggetto delle attenzioni della Repubblica Popolare Cinese».
In Giappone, nel 2020, un pallone aereo aveva fatto molto discutere. Secondo un funzionario giapponese, «alcuni pensavano fosse un UFO. Ora molti si stanno rendendo conto che si trattava di un pallone spia cinese. Ma all’epoca era una novità assoluta, nessuno aveva mai visto una cosa del genere… L’attenzione adesso è molto maggiore».
Anche se la maggior parte delle operazioni di sorveglianza a lungo raggio della Cina viene condotta dalla sua crescente rete di satelliti militari, gli strateghi dell’Esercito Popolare di Liberazione avrebbero individuato quella che per loro è un’occasione di effettuare la sorveglianza dagli strati più alti dell’atmosfera, superiori a quelli in cui volano i jet commerciali, utilizzando palloni che raggiungono tra i 18mila e i 25mila metri di altezza o anche oltre.
Gli analisti interpellati non sanno ancora quanto sia numerosa la flotta di palloni, ma ci sarebbero state «decine» di missioni a partire dal 2018. La tecnologia utilizzata viene da un’azienda privata cinese che partecipa a un progetto di collaborazione tra il settore civile e quello militare, in cui le aziende private sviluppano tecnologie e capacità che poi vengono sfruttate dall’esercito cinese.
In una conferenza stampa di sabato scorso, alcuni funzionari di alto livello del Pentagono hanno accennato al programma e hanno fatto notare che i palloni sono attivi anche in altre zone dell’emisfero occidentale. «Questi palloni fanno parte della flotta della Repubblica Popolare Cinese sviluppata per effettuare operazioni di sorveglianza, violando anche la sovranità di altri paesi», ha detto un funzionario della Difesa che ha anche negato con nettezza che l’oggetto che stava sorvolando gli Stati Uniti fosse un pallone sonda meteorologico finito fuori rotta a causa dei venti, come affermato dalla Cina. «Non è vero. Era un pallone di sorveglianza della Repubblica Popolare Cinese, che aveva deliberatamente sorvolato Stati Uniti e Canada. E siamo abbastanza certi del fatto che servisse a monitorare dei siti militari sensibili», ha detto.
Alcuni commentatori hanno scherzato sull’operazione cinese, facendo notare che i palloni non sarebbero esattamente la più avanzata delle tecnologie. Ma altri hanno raccomandato di non prendere troppo alla leggera il loro potenziale.
Il deputato repubblicano Michael Gallagher, presidente della commissione speciale della Camera sulla Cina, ha commentato le dichiarazioni fatte dal Pentagono nel fine settimana dicendo che «credo che chi si è fatto un’idea ottimistica delle informazioni di intelligence effettivamente raccoglibili con questo pallone stia sottovalutando i modi con cui l’Esercito Popolare di Liberazione potrebbe usarlo per la sorveglianza o la raccolta di dati d’intelligence, o anche per il trasporto di armi».
Negli ultimi anni sono stati almeno quattro i palloni individuati sopra Hawaii, Florida, Texas e Guam, oltre a quello della settimana scorsa. Tre di questi quattro casi si sono verificati durante l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump, ma solo di recente sono stati identificati come velivoli di sorveglianza cinesi. Altri sono apparsi in America Latina e in paesi alleati nel Pacifico, stando ai funzionari americani.
Il presidente americano Joe Biden aveva dato istruzioni perché tutti i siti sensibili fossero protetti dal tentativo di spionaggio. «Una cosa semplice, perché siamo stati in grado di seguire il percorso del pallone e di evitare attività sensibili e comunicazioni non criptate nelle sue vicinanze», ha spiegato il coordinatore della comunicazione strategica del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, John Kirby, che ha aggiunto: «Al contempo, abbiamo ribaltato la situazione a sfavore della Cina e raccolto informazioni sul pallone, in modo da capirne meglio le dotazioni e le capacità».
Il monitoraggio di quest’ultimo pallone avrebbe contribuito a colmare le lacune di informazione sui quattro casi precedenti. L’aviazione statunitense ha inviato dei caccia e altri aerei per osservare il velivolo nel corso della settimana scorsa. Anche un altro pallone spia cinese che si era schiantato al largo delle Hawaii a giugno avrebbe fornito informazioni utili, tra le altre cose anche sul genere di tecnologia usata dalla Cina. Alcuni dei palloni sarebbero dotati per esempio di sensori ottici o fotocamere digitali che, a seconda della risoluzione, possono scattare immagini molto dettagliate, e di sistemi di trasmissione radio e satellite.
Hainan, una delle località da cui le autorità americane ritengono che partano i palloni, è un’isola al largo della costa meridionale cinese, che da tempo ospita un centro di controllo e comando dell’Esercito Popolare di Liberazione. Pur essendo più nota per le infrastrutture navali, la base dispone di un campo di volo che aveva fatto da base per i caccia intercettori cinesi J-8 che nel 2011 erano entrati in collisione con un aereo spia americano EP-3.
A gennaio l’esercito statunitense aveva dato notizia di una manovra definita «non sicura» effettuata il mese prima da un caccia cinese; secondo alcuni funzionari militari statunitensi, si sarebbe avvicinato troppo a un aereo di ricognizione americano nello spazio aereo internazionale vicino all’isola. Il caccia J-11 cinese si era portato a meno di sei metri dal muso dell’aereo americano, «costringendo l’RC-135 a effettuare delle manovre evasive per evitare una collisione», come detto in una nota del comando statunitense nell’Indo-Pacifico.
Il pallone spia abbattuto sabato era entrato nello spazio aereo americano per la prima volta il 28 gennaio, in Alaska. Aveva superato le isole Aleutine da nord per tornare a sorvolare la terraferma in Alaska, poi in Canada e infine nel nord dell’Idaho la settimana scorsa, ma il Pentagono non ne aveva segnalato la presenza finché la rete NBC News non aveva rivelato, giovedì scorso, che il Pentagono stesso stava seguendo il percorso del pallone sopra il Montana.
Il clamore politico che ne è risultato (alcuni Repubblicani hanno criticato pesantemente l’amministrazione Biden per non aver abbattuto prima il pallone) ha portato Antony Blinken, il segretario di Stato, a rimandare il suo viaggio a Pechino, con un annuncio fatto poche ore prima del decollo programmato.
Gli analisti dei servizi segreti americani avrebbero poi identificato come palloni spia alcuni oggetti prima ritenuti semplicemente non identificati. I progressi della tecnologia hanno permesso di rilevare alcune informazioni d’intelligence, dette MASINT (Measurement and Signature Intelligence), che comprendono dati sui segnali radar e elettromagnetici, simili a quelli che potrebbero essere emessi dai palloni di sorveglianza.
Secondo i funzionari intervistati, in certi casi gli esperti militari e dei servizi segreti sono stati in grado di stabilire con esattezza i paesi di provenienza di quei palloni: tra questi c’era la Cina.
Il fatto che i palloni cinesi siano stati scoperti solo ora spiegherebbe almeno in parte perché i funzionari dell’amministrazione Trump, anche agli alti livelli, non fossero a conoscenza delle incursioni durante il loro mandato.
Alcuni funzionari hanno detto che la Cina avrebbe fatto un uso significativo dei palloni per monitorare obiettivi a terra. La tecnologia usata però spesso non è di ultima generazione e, nella maggior parte dei casi, i sensori non sono in grado di raccogliere più informazioni di quanto potrebbe fare la Cina usando un satellite.
Ma i palloni aerostatici presentano alcuni vantaggi: possono soffermarsi sopra un obiettivo per ore, mentre un satellite che orbita intorno alla Terra ha soltanto pochi minuti per scattare una foto dell’obiettivo. Charlie “Tuna” Moore, che è stato pilota di caccia dell’Air Force americana, ha guidato le operazione del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America (NORAD) ed è stato vice comandante del Cyber Command americano, in pensione da ottobre, ha spiegato che «un pallone che si muove molto lentamente permette di concentrarsi su una zona, cosa che invece sarebbe impossibile per un satellite».
Gli analisti americani ritengono che i palloni, come i droni, possano essere pilotati a distanza, a velocità che andrebbero dai 50 ai 100 km all’ora. E poiché i palloni seguono i venti d’alta quota, i loro percorsi sono meno prevedibili e quindi più difficili da seguire. Sono anche molto meno costosi da produrre e lanciare, rispetto ai satelliti spaziali.
Alcuni dei palloni sono stati lanciati dalla Cina su dei percorsi di volo che li hanno portati a circumnavigare tutto il mondo, secondo i funzionari.
Le fonti statunitensi hanno fatto notare anche che sembra che il ministero degli Esteri cinese sia stato colto di sorpresa e non abbia accolto bene la cancellazione della visita di Blinken. Inizialmente il ministero aveva rilasciato una dichiarazione in cui affermava che la Cina «è dispiaciuta che il velivolo, per errore, sia finito negli Stati Uniti». Da quel momento Pechino ha iniziato a contattare i suoi vicini per tenere aperte le linee di comunicazione in mezzo alla crisi che stava scoppiando. Secondo un funzionario che opera nella regione del Pacifico, questo sarebbe un segnale che il volo del pallone sopra gli Stati Uniti abbia messo in imbarazzo la Cina, che ora sta cercando di risolvere la controversia.
In una dichiarazione rilasciata nel fine settimana, un portavoce del ministero degli Esteri ha chiesto di tenere un atteggiamento «lucido e prudente» nei confronti dell’incidente.
Un funzionario americano ha spiegato che «non sembra» che l’incursione del pallone nello spazio continentale degli Stati Uniti alla vigilia della visita di Blinken sia stata una provocazione deliberata. Ma ha anche detto: »Siamo abbastanza certi che si tratti di un programma globale con degli obiettivi specifici».
Il funzionario in questione ha poi aggiunto: «La politica estera cinese è costantemente in cerca di strumenti di pressione, e in moltissimi casi le opportunità non mancano. Questa volta sembra che ne abbiano pochissime. Insomma, se i cinesi richiamano alla calma e ai nervi saldi, vuol dire che non hanno altre armi».
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(traduzione di Elia Rigolio)