Tornare diciottenni a 45 anni
Ci sta provando il milionario statunitense Bryan Johnson con una dieta vegana, molto esercizio fisico, approcci vagamente scientifici e un sacco di soldi
Bryan Johnson quest’anno spenderà circa 2 milioni di dollari per la propria salute. Non ha una malattia che richiede costosi trattamenti né patologie sconosciute: semplicemente, vuole fare di tutto per evitare di invecchiare e mira addirittura a ringiovanire. È una fissazione che Johnson ha da qualche anno e di cui si è discusso molto nelle ultime settimane tra appassionati di fitness, “superfood” e integratori dopo che Businessweek l’aveva raccontata in un lungo articolo.
Johnson ha 45 anni e si può permettere il trattamento di giovinezza milionario grazie al denaro ricavato dalla vendita della sua società per i pagamenti elettronici Braintree a PayPal, avvenuta una decina di anni fa per 800 milioni di dollari. Non è l’unico tra i milionari della Silicon Valley ad avere sviluppato il pallino per la ricerca di sistemi che invertano i processi di invecchiamento. Proprio intorno al periodo in cui Johnson stava per ricavare centinaia di milioni di dollari, Larry Page, uno dei cofondatori di Google, aveva investito molto denaro in Calico, una società che avrebbe dovuto sviluppare soluzioni per la salute e il benessere, comprese quelle per invecchiare più lentamente. La società esiste tuttora e fa parte di Alphabet, la grande holding che controlla Google, ma non ha portato a particolari risultati nel settore.
A differenza di Page e di altri suoi colleghi milionari, Johnson ha preso molto personalmente la questione al punto da sperimentare su se stesso tecniche e soluzioni contro l’invecchiamento. Si fa assistere da una trentina di medici, segue le loro indicazioni e ha in pochi anni cambiato buona parte delle proprie abitudini, da quelle alimentari a quelle legate all’attività fisica. La dedizione non sembra mancargli, ma per i detrattori il grande impegno dimostra più che altro che Johnson è soprattutto interessato a fermare il proprio, di invecchiamento, e non quello del prossimo.
Il gruppo di medici è guidato da Oliver Zolman, un medico britannico di 29 anni specializzato in medicina rigenerativa. Per decidere quali strategie mettere in pratica, Johnson e Zolman sono diventati avidi lettori di ricerche scientifiche che si occupano di invecchiamento: ne consultano una grande quantità e decidono poi insieme quali sperimentare. Il punto di partenza è scientifico, ma l’approccio in generale sembra essere meno sistematico e strutturato rispetto a come si organizzano sperimentazioni cliniche e ricerche. Le varie pratiche riguardano del resto una sola cavia: Johnson stesso.
L’obiettivo finale è estremamente ambizioso e prevede che il suo corpo da uomo di mezza età ringiovanisca di quasi trent’anni, arrivando ad avere la forma fisica di un diciottenne. Da più di un anno, le iniziative e gli sforzi per provare a raggiungere questo risultato sono raccolti all’interno di “Blueprint”, un progetto a metà tra un diario sui progressi raggiunti da Johnson e un sito per consigliare ad altre persone le migliori strategie per raggiungere i medesimi obiettivi, possibilmente senza spendere milioni di dollari. Le informazioni scientifiche sono tutto sommato poche, mentre molto spazio è dedicato agli stili di vita da adottare, sulla falsariga di quelli seguiti rigidamente dal milionario che vuole tornare giovane.
Johnson assume ogni giorno poco meno di 2mila calorie seguendo una dieta vegana, dedica un’ora al giorno all’esercizio fisico e va sempre a dormire alla stessa ora, dopo avere indossato per un paio di ore speciali occhiali che filtrano la “luce blu” come quella degli schermi, che può interferire con i cicli sonno-veglia. Utilizzando dispositivi di vario tipo tiene costantemente sotto controllo la propria attività fisica e si sottopone una volta al mese a una lunga serie di test medici: dalle risonanze magnetiche per valutare lo stato degli organi interni alla colonscopia, passando per esami del sangue e visite di vario genere.
Su Blueprint sono riportati alcuni dati raccolti dai medici che seguono Johnson e che dovrebbero dimostrare i progressi raggiunti finora. Secondo le loro analisi, il quarantacinquenne avrebbe un cuore da trentasettenne, la pelle di un ventottenne e la capacità polmonare di un diciottenne. Le stime sono effettuate confrontando vari parametri per ogni organo con le statistiche raccolte tra popolazioni di varie età, ma non è molto chiaro come siano calcolate. Zolman ha detto comunque a Businessweek di non fare troppo affidamento su quei dati: «Non abbiamo ancora ottenuto particolari risultati. Con Bryan abbiamo raggiungo piccoli e ragionevoli risultati come ci aspettavamo».
Johnson è sicuramente tra i clienti più importanti di Zolman, che nel 2021 ha fondato 20one Consulting, una società che offre consulenze legate all’inversione dei processi di invecchiamento. Zolman dice di utilizzare particolari “biostatistiche” per valutare l’efficacia dei trattamenti e si è posto l’obiettivo di raggiungere «una riduzione dell’invecchiamento del 25 per cento nei 78 organi entro il 2030». Riconosce che al momento non ci sono persone di 45 anni che ne dimostrino 35 in tutti gli organi, ma ritiene che Johnson potrebbe essere il primo a raggiungere il risultato, diventando una sorta di esempio e di modello da studiare.
Anche in questo caso l’approccio non sembra essere molto scientifico, considerato che i risultati – se mai raggiungibili – riguarderebbero un solo individuo con caratteristiche specifiche. La ricerca scientifica si basa in buona parte sulla possibilità di riprodurre gli esperimenti svolti da altri ottenendo risultati comparabili, cosa che difficilmente avverrà nel caso di un eventuale ringiovanimento di Johnson.
Gli “esperimenti” condotti dal milionario a ben guardare non sono molto diversi da ciò cui si sottopongono alcuni atleti per dare il meglio nella loro attività sportiva, seguendo per esempio particolari regimi alimentari e allenamenti. Johnson in un certo senso è un atleta che sta provando a eccellere in una disciplina in cui si cimenta buona parte del genere umano: vivere il più a lungo possibile. Da qui derivano le costanti misurazioni del peso, della massa grassa, della temperatura corporea, dei livelli di glucosio, del battito cardiaco e di molti altri parametri che tiene d’occhio anche un atleta professionista nel corso della propria preparazione.
Trattandosi di una disciplina non sottoposta all’antidoping, Johnson assume inoltre una grande quantità di integratori e farmaci. Prende pillole contenenti licopene per la circolazione; curcuma, pepe nero e zenzero per il fegato e per ridurre le infiammazioni; zinco per completare la dieta vegana; fa ricorso al microdosing di litio, cioè all’assunzione di piccole quantità di questa sostanza che dice aiuti la sua salute mentale. L’assunzione di integratori va molto di moda da qualche anno, ma come ricordano medici e nutrizionisti se si ha una dieta bilanciata e non si hanno particolari disturbi gli integratori sono spesso inutili, perché il nostro organismo dispone già delle sostanze di cui ha bisogno, producendole da sé o ricavandole dall’alimentazione.
Altri trattamenti cui si sottopone Johnson sembrano essere più orientati all’estetica che all’effettivo ringiovanimento. Ha da tempo deciso di esporsi il meno possibile al Sole, per ridurre l’invecchiamento causato dai raggi ultravioletti, e impiega sette creme diverse da applicare ogni giorno sulla pelle. Si sottopone inoltre a trattamenti come peeling, per rimuovere gli strati più superficiali della pelle, e a trapianti di grasso al viso per rinnovare lo strato di cellule che tengono in tensione la pelle riducendo la formazione di rughe.
In più occasioni, Johnson ha raccontato di avere deciso di cambiare vita dopo un periodo di depressione durato una decina di anni, parzialmente coinciso con la fase in cui seguiva la propria startup. Si era sposato, aveva avuto tre figli e infine aveva divorziato. Era sovrappeso e non faceva molto per mantenersi in forma, fino a quando iniziò a interessarsi alle iniziative (spesso più commerciali che scientifiche) nella Silicon Valley per mantenersi in forma, avere dispositivi che analizzino facilmente la propria attività e con i quali programmare dieta, esercizio fisico e più in generale abitudini di vita.
Il settore del fitness legato al digitale nell’ultimo decennio è diventato tra i più fecondi e ricchi per le principali aziende tecnologiche, che dedicano grandi risorse alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti come tracker, orologi e altri dispositivi per mantenersi in forma. Queste soluzioni sono alla base di prodotti di successo come gli Apple Watch di Apple o di società nate espressamente allo scopo come Fitbit, acquisita da Alphabet nel 2021. Ci sono stati grandi successi, alcuni fallimenti e storie finite malissimo come nel caso di Theranos, che prometteva esami completi dello stato di salute tramite l’analisi di una goccia del proprio sangue con un dispositivo che non ha mai funzionato.
Naturalmente anche nella Silicon Valley ci sono società che studiano l’invecchiamento e i modi per rallentarlo o invertirlo con un approccio più scientifico, coinvolgendo gruppi di ricerca e finanziano le attività nei laboratori di alcune delle università più importanti degli Stai Uniti e non solo. E proprio ad Harvard, tra gli atenei statunitensi più prestigiosi, lavora il biologo australiano David Sinclair diventato famoso grazie ad alcune dichiarazioni altisonanti sui risultati raggiunti dai suoi studi in laboratorio, complice una buona capacità divulgativa e di promozione di se stesso.
A inizio anno, Sinclair ha pubblicato sulla rivista scientifica Cell uno studio sulla “teoria dell’informazione dell’invecchiamento”, secondo cui i nostri corpi invecchiano per la confusione che si accumula col passare del tempo nel materiale genetico. Secondo Sinclair, ogni volta che il DNA subisce un danno e le nostre cellule cercano di ripararlo accumulano nuove modifiche e inevitabili errori, simili a quelli che si ritrovano nei programmi per il computer e che possono poi causare malfunzionamenti. Nello studio, il gruppo di ricerca ha illustrato come sia riuscito a creare una sorta di interruttore biologico per intervenire in quei processi e mettere ordine, invertendo alcuni dei cambiamenti dovuti all’invecchiamento.
– Ascolta anche: “Ci vuole una scienza” sul lavoro di Sinclair
Il lavoro di Sinclair, ricercatore che gode di grande visibilità, è stato accolto con interesse da chi si occupa di invecchiamento, ma per stessa ammissione di chi lo ha realizzato contiene ancora molti aspetti da chiarire e funziona solamente in laboratorio su alcune cavie. È però la dimostrazione di come il settore sia ampiamente esplorato e con approcci più elaborati, e dalle grandi implicazioni, rispetto a interventi di portata diversa come cambiare radicalmente la propria dieta e fare molto esercizio fisico.
Johnson non esclude di ricorrere in futuro a trattamenti sperimentali legati alla genetica, anche se i suoi piani in questo senso non sono ancora molto chiari. E proprio la difficoltà a vedere una certa coerenza negli esperimenti su se stesso ha contribuito ad attirargli negli anni le critiche. C’è chi lo ha accusato di avere un disordine dell’alimentazione e problemi psicologici, manifestati dalla sua ossessione sull’invecchiamento, un processo che del resto riguarda qualsiasi essere vivente e che alle attuali conoscenze non può essere evitato. Johnson si considera però un pioniere in un settore che riceverà sempre più attenzioni e non sembra essere molto interessato alle critiche. Anche se vuole tornare diciottenne, ha vissuto abbastanza a lungo per imparare a ignorarle.