Twitter è stato bloccato per ore in Turchia
Su decisione del governo turco, probabilmente per limitare le critiche rivolte al presidente Erdogan sulla risposta disorganizzata e tardiva al terremoto di lunedì
Tra il pomeriggio di mercoledì e le prime ore di giovedì, mentre si moltiplicavano le critiche alla risposta lenta e disorganizzata del presidente turco Recep Tayyip Erdogan al devastante terremoto di tre giorni prima, il governo turco ha bloccato temporaneamente l’accesso a Twitter, probabilmente proprio allo scopo di fermare le stesse critiche. Non è la prima volta che Erdogan restringe l’accesso alle piattaforme social in momenti di emergenza.
Inizialmente, rispondendo a una domanda sul fatto che nel paese fosse molto difficile accedere a Twitter, il vicepresidente turco Fuat Oktay aveva attribuito le difficoltà a «problemi tecnici», una risposta però che era sembrata fin da subito non reggere. Secondo NetBlocks, un’organizzazione non profit che si occupa tra le altre cose di monitorare l’accesso a Internet e che per prima ha notato l’anomalia, il blocco è stato il risultato di un ordine governativo, dato che è stato realizzato con un software installato dalle principali società che forniscono la connessione a Internet.
Il metodo, noto come “SNI filtering”, è molto utilizzato dai paesi che ricorrono di frequente al blocco di determinati siti internet, e può essere normalmente aggirato usando una VPN, un servizio che permette di fingere che il proprio computer sia connesso da un altro paese rispetto a quello in cui ci si trova.
⚠️ Confirmed: Real-time network data show Twitter has been restricted in #Turkey; the filtering is applied on major internet providers and comes as the public come to rely on the service in the aftermath of a series of deadly earthquakes
📰 Report: https://t.co/CEbfgeBpvz pic.twitter.com/3884wMpYD2
— NetBlocks (@netblocks) February 8, 2023
L’agenzia di stampa governativa turca Anadolu ha raccontato che alcuni funzionari di Twitter si sono incontrati con il governo. Omer Fatih Sayan, viceministro turco dei trasporti e delle infrastrutture, avrebbe ricordato a Twitter «la sua responsabilità nella lotta alla disinformazione». Il capo dell’azienda Elon Musk ha poi detto di essere stato informato dal governo turco che «l’accesso sarebbe stato riattivato a breve».
Lo scorso ottobre il parlamento turco aveva approvato una legge “contro la disinformazione” che tra le altre cose obbliga le aziende tecnologiche a rimuovere tempestivamente contenuti se viene richiesto dalle autorità, ma anche di fornire loro i dati di chi ha pubblicato quei contenuti. In base alla legge – che secondo i critici fa parte dei molti tentativi del governo turco di silenziare l’opposizione a Erdogan e controllare ulteriormente le comunicazioni nel paese – le aziende che non rispettano le richieste governative possono subire un rallentamento dei loro servizi in Turchia.
Dato che Twitter è il social network usato principalmente da giornalisti e politici, ma anche quello a cui moltissime persone ricorrono per chiedere aiuto in momenti di emergenza, la piattaforma attira particolarmente l’attenzione dei governi. In questo caso, in seguito al terremoto che ha colpito soprattutto Turchia e Siria provocando migliaia di morti, il social network si è velocemente riempito di foto e video che mostravano la devastazione provocata dal sisma, ma anche richieste di aiuto e critiche sulla lentezza dei soccorsi.