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  • Giovedì 9 febbraio 2023

Il governo non ha ancora soluzioni per il blocco dei passaporti

Nonostante le proteste di migliaia di persone e numerose promesse, sta continuando a prendere tempo

passaporto
(Questura di Lucca/ministero dell'Interno)
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Il governo non è ancora riuscito a trovare una soluzione alla lunghissima attesa necessaria per ottenere il passaporto. Nonostante le estese lamentele, i viaggi saltati e le proteste degli operatori turistici, i ministeri dell’Interno e del Turismo hanno fatto soltanto generiche promesse di intervenire in tempi brevi, senza specificare quando e soprattutto come: in sostanza, il governo si è preso altro tempo per tentare di risolvere una situazione molto complicata.

Nelle ultime settimane i problemi sono peggiorati. In quasi tutte le province italiane i primi appuntamenti sono disponibili a distanza di alcuni mesi, fino a otto nei casi peggiori. Spesso, inoltre, il sistema di prenotazione online sui siti delle questure risulta bloccato o inaccessibile.

Le conseguenze sono molto evidenti. Ogni giorno i giornali locali danno conto di decine e in alcuni casi di centinaia di persone in coda fuori dagli uffici delle questure per chiedere informazioni o per tentare di ottenere un appuntamento con priorità. Con tempi così lunghi e in assenza di certezze sul rilascio del documento è difficile programmare viaggi fuori dall’Unione Europea, un guaio soprattutto per chi deve spostarsi per lavoro.

Secondo Assoviaggi-Confesercenti, una delle associazioni che rappresentano le agenzie di viaggi, il mancato rinnovo dei passaporti ha causato 80mila disdette di viaggi con una perdita di circa 150 milioni di euro. I danni sono stati stimati in base a un’indagine realizzata nelle ultime settimane: il 96,5 per cento delle agenzie ha segnalato problemi e in media sono saltati 7 viaggi per ogni agenzia.

I disservizi sono motivati dall’aumento delle richieste dopo le restrizioni introdotte per via della pandemia. Negli ultimi mesi le domande sono aumentate moltissimo perché al numero normale di richieste si sono aggiunte quelle delle persone che negli ultimi tre anni non avevano rinnovato i documenti. Anche Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha avuto conseguenze.

Uno dei motivi dell’aumento della domanda sono state le richieste di passaporto presentate da studenti delle scuole superiori in vista di gite scolastiche nel Regno Unito. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto che nel 2022 sono stati rilasciati 1,8 milioni di passaporti con una media di 151mila documenti al mese, un andamento in crescita dalla fine dell’anno e soprattutto dall’inizio del 2023.

Le questure hanno organizzato diversi “open day” per smaltire le code. Si tratta di giornate in cui gli uffici rimangono aperti più ore rispetto al solito, lavorano più funzionari e chiunque può presentarsi anche senza appuntamento. Nelle province più piccole questa possibilità è stata di aiuto, mentre nelle più grandi ci sono stati diversi problemi. A Torino, per esempio, le richieste erano così tante che nelle sedi della questura – nel quartiere San Donato, in via Olivero al Lingotto e in corso Spezia a Nizza Millefonti – si sono formate code fin dalla notte. Le prime persone si sono presentate alle 3:30 del mattino e alle 8, quando gli uffici sono stati aperti, la coda aggirava quasi totalmente le sedi della questura.

Tra le altre cose, diverse questure hanno segnalato che l’impossibilità di ottenere il passaporto in tempi brevi ha spinto molte persone a trovare stratagemmi per aggirare il sistema di prenotazione. Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’associazione nazionale funzionari di polizia, ha detto a Radio 24 che molte persone hanno acquistato un biglietto di voli a basso prezzo e di sola andata soltanto per ottenere la priorità assicurata a chi ha in programma un viaggio imminente. «Questo trucco molto antipatico ha fatto sì che ci ritrovassimo più persone con la richiesta d’urgenza rispetto agli altri utenti», ha detto Lacquaniti. «Anche questo rischia di far saltare sistemi che servono per far contenere in qualche modo la situazione».

Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha risposto a due interrogazioni sul tema. Piantedosi ha ammesso che la situazione è critica e ha promesso di risolverla in breve tempo, senza chiarire come. Una delle ipotesi di cui si è discusso negli ultimi giorni riguarda il miglioramento e il potenziamento del sistema informatico delle questure per evitare i blocchi ricorrenti. Il ministro non ha fatto accenni a nuove possibili assunzioni per risolvere la carenza di personale denunciata dai responsabili di molte questure.

Anche la ministra del Turismo Daniela Santanché è intervenuta per assicurare che il governo adotterà «misure urgenti per risolvere una problematica complessa, ferma da tempo, e che ora sta ulteriormente penalizzando il comparto del turismo». L’1 febbraio Santanché ha detto che la soluzione sarebbe stata trovata «nei prossimi giorni», mentre il 6 febbraio ha detto che entro 10 giorni, quindi entro la fine della prossima settimana, sarà individuata una soluzione strutturale.