I morti per il terremoto in Siria e Turchia sono oltre 11mila
È il più grave terremoto per numero di morti da oltre un decennio: i soccorsi sono ancora in corso
Mercoledì il numero dei morti per il gravissimo terremoto avvenuto nella notte tra domenica e lunedì nel sud della Turchia e nel nord della Siria ha superato le 11mila persone. Come le precedenti stime è un numero provvisorio: i soccorsi sono al lavoro da giorni e ci sono ancora migliaia di dispersi sotto le macerie.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che 8.
persone sono morte in Turchia, mentre in Siria sarebbero morteSta diventando sempre meno probabile che i dispersi vengano trovati vivi: secondo le squadre di soccorso al lavoro, per salvare i sopravvissuti sono cruciali le prime 72 ore dal momento del terremoto (cioè i primi tre giorni: oggi è l’ultimo).
Sia in Siria che in Turchia i rispettivi governi hanno mobilitato tutti i mezzi e i servizi disponibili, ma i danni sono estesissimi e per far fronte a tutto servono ulteriori aiuti. Molti ospedali sono sovraffollati e senza il personale e gli strumenti necessari per far fronte a tutto.
La situazione è ulteriormente complicata in Siria, dove è in corso da oltre un decennio una guerra civile che già prima del terremoto aveva devastato il paese. In molte aree del nord-est della Siria, quelle controllate dai ribelli e proprio quelle più colpite dal terremoto, l’accesso dei soccorsi è invece complicatissimo e possibile solo attraverso il confine con la Turchia, e comunque con percorsi lunghi e complicati. Qui operano soprattutto i Caschi bianchi, un’organizzazione di volontari di difesa civile noti per i soccorsi prestati alla popolazione durante la guerra. I Caschi bianchi hanno chiesto in queste ore aiuto per riuscire a gestire tutti i soccorsi.
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