Alla fine Kyrie Irving se ne va dai Brooklyn Nets
Il campione più discusso e deludente del basket NBA è stato ceduto ai Dallas Mavericks, dove troverà Luka Doncic
La scorsa settimana Kyrie Irving, uno dei giocatori più discussi del basket NBA, aveva chiesto alla sua squadra, i Brooklyn Nets, di essere ceduto altrove prima della cosiddetta trade deadline, la scadenza stagionale dei trasferimenti della lega, fissata al 9 febbraio.
Dopo anni di malumori e continui problemi, Brooklyn ha accontentato la richiesta del suo playmaker titolare, ma con una soluzione piuttosto inaspettata. Lo ha scambiato con i Dallas Mavericks (insieme a Markieff Morris) in cambio di altri due giocatori (Spencer Dinwiddie e Dorian Finney-Smith), di una scelta al primo turno nei prossimi draft e di due al secondo (significa che quando in estate le squadre sceglieranno i migliori giovani dai college o dall’estero, Brooklyn potrà farlo anche nelle finestre che sarebbero spettate a Dallas).
In precedenza si era parlato soprattutto di un suo possibile passaggio ai Los Angeles Lakers, dove si sarebbe ritrovato con LeBron James, con cui ai tempi dei Cleveland Cavaliers vinse un titolo NBA. E ai Lakers un giocatore di alto livello come Irving, anche se molto discontinuo, sarebbe servito parecchio, visto che rischiano seriamente di restare fuori dai playoff per il secondo anno consecutivo.
Per il proprietario dei Nets, tuttavia, l’obiettivo era proprio di evitare di scambiarlo con i Lakers, una squadra in difficoltà ma con un potenziale sempre molto alto. Per Irving i Lakers avevano offerto due prime scelte ai prossimi draft, e, si dice, anche Russell Westbrook. All’asta per il giocatore si erano poi aggiunti i Los Angeles Clippers e i Phoenix Suns — finalisti nel 2021 — che tra le altre cose offrivano Chris Paul, il loro playmaker titolare.
Alla fine i Nets hanno quindi evitato di rinforzare squadre ritenute troppo insidiose, per motivi diversi, preferendo l’offerta dei Dallas Mavericks e ricevendo in cambio un loro ex giocatore già apprezzato ai suoi tempi, ossia Spencer Dinwiddie. Poco dopo la pubblicazione della notizia, LeBron James ha scritto ironicamente su Twitter: «Forse sono io», alludendo anche a quando Irving lasciò Cleveland dopo il titolo vinto nel 2016 per andare a giocare a Boston.
Maybe It’s Me
— LeBron James (@KingJames) February 6, 2023
A Dallas Irving troverà soprattutto lo sloveno Luka Doncic, uno dei migliori giocatori del campionato, che a 23 anni sta disputando la miglior stagione da quando è arrivato in NBA. Ma Dallas potrebbe essere anche solo una tappa provvisoria per Irving. A fine stagione diventerà infatti un free agent, uno svincolato: sarà quindi libero di accettare contratti da altre squadre, dato che nel recente trasferimento secondo la stampa sportiva americana non avrebbe dato nessuna garanzia di permanenza alla sua nuova squadra.
Quello che è certo di questa storia è che per i Brooklyn Nets si è conclusa un’epoca tanto raccontata quanto mai veramente iniziata. Irving infatti era arrivato nel 2019 insieme a un altro grande giocatore del campionato, Kevin Durant, e insieme avrebbero dovuto creare una squadra da titolo. Negli anni successivi a loro si era aggiunto anche James Harden, uno dei migliori realizzatori del campionato, ma le cose non avevano mai funzionato a dovere, tra continui infortuni e altri problemi di gestione interna: Harden era andato via già un anno fa, Irving lo ha fatto ora e Durant ci aveva provato la scorsa estate.
La maggior parte di questi problemi ha riguardato proprio Irving, che in questi anni a Brooklyn ha saltato oltre 130 partite, quasi più di quelle giocate. Oltre a diversi infortuni, su queste assenze aveva pesato in particolare la sua decisione di non farsi vaccinare contro il coronavirus, motivo per cui nella passata stagione aveva giocato nemmeno trenta partite. Nella stagione in corso era stato invece sospeso circa un mese a novembre per aver pubblicato online dei contenuti antisemiti, finendo inevitabilmente al centro di grandi critiche.
Nell’ambiente dei Nets il suo trasferimento è stato preso da alcuni quasi come un sollievo, anche se in fin dei conti la squadra ci ha perso sotto ogni punto di vista: in questi quattro anni il suo rendimento è stato ben al di sotto delle aspettative, ad eccezione di qualche breve periodo, pur costando oltre 30 milioni di dollari a stagione. E poi ha causato moltissimi problemi alla squadra, per ultimo con un trasferimento non vantaggioso come avrebbe potuto essere in altre circostanze.
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