È morto l’ex presidente pakistano Pervez Musharraf
Arrivato al potere con un colpo di stato, guidò il Pakistan tra il 2001 e il 2008
È morto Pervez Musharraf, che fu presidente del Pakistan dal 2001 al 2008 dopo che nel 1999 aveva guidato un colpo di stato incruento ai danni del primo ministro Nawaz Sharif, in conseguenza del quale il paese fu escluso dal Commonwealth, l’organizzazione di stati erede dell’Impero britannico.
Musharraf aveva 79 anni e nei suoi anni da presidente aveva guidato il Pakistan in modo dittatoriale, con grande accentramento dei poteri, brogli elettorali e corruzione. Cercò a fatica di mantenere sempre buoni rapporti con l’Occidente basati su garanzie di lotta al terrorismo e all’estremismo islamico. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 si schierò a favore della “guerra al terrorismo” intrapresa dagli Stati Uniti, pur mediando però quella posizione con le pressioni chi lo criticava per quella alleanza.
Era stato il rivale politico di Benazir Bhutto, che negli anni Novanta fu la prima e unica donna a diventare prima ministra del Pakistan. Bhutto fu uccisa nel 2007 in un attentato dopo che era rientrata da un lungo esilio per partecipare alle elezioni del 2008.
Musharraf lasciò il Pakistan dopo aver perso quelle elezioni, tra molti scandali e grossi problemi per il paese. Era tornato nel 2013 per candidarsi per le elezioni generali ma era stato arrestato poche settimane dopo. Le accuse contro di lui erano state formalizzate quello stesso anno, ma nel 2016 gli era stato concesso di tornare per motivi di salute a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove è morto in seguito a una lunga malattia.
Nel dicembre del 2019 era stato condannato a morte in contumacia per alto tradimento, con diverse accuse che riguardavano gli anni in cui era al potere. Nel gennaio del 2020 l’Alta Corte di Lahore aveva cancellato però la condanna ritenendola incostituzionale, perché arrivata al termine di un procedimento giudiziario irregolare.