Liz Truss dà la colpa dei suoi fallimenti anche al «sistema economico»
L'ex prima ministra britannica ha parlato per la prima volta delle vicende che lo scorso ottobre portarono alle sue dimissioni
Liz Truss, l’ex prima ministra britannica che ha guidato il governo più breve nella storia del Regno Unito, ha parlato pubblicamente per la prima volta delle vicende che portarono alle sue dimissioni lo scorso ottobre in un lungo intervento sul Telegraph, quotidiano di orientamento conservatore. Truss, che di fatto è stata la protagonista di uno dei più plateali fallimenti politici della storia del suo paese, ha in parte ammesso le proprie responsabilità per la crisi finanziaria causata dal suo piano di riduzione delle tasse per i ricchi, ma ne ha anche attribuite al sistema economico e al mancato sostegno del Partito Conservatore, di cui fa parte.
Non sto sostenendo di non avere colpe per ciò che è successo, ma fondamentalmente non mi è stata data una possibilità concreta di portare avanti le mie politiche da un sistema economico molto potente, aiutato da una mancanza di sostegno politico.
Truss era diventata prima ministra il 6 settembre. Aveva preso il posto del dimissionario Boris Johnson, che aveva rinunciato all’incarico a causa delle forti pressioni provenienti dall’opposizione e dai membri del suo stesso partito, dopo mesi di scandali legati alle feste organizzate in violazione delle restrizioni in vigore durante i lockdown.
Decisa a tagliare le tasse per i ricchi, con l’ambizione di proseguire le riforme fiscali ed economiche di stampo neoliberista approvate negli anni Ottanta dall’allora prima ministra Margaret Thatcher, Truss aveva preparato un piano di riduzione fiscale finanziato a debito che il 23 settembre era stato annunciato da Kwasi Kwarteng, Cancelliere dello Scacchiere del governo di Truss, l’equivalente del nostro ministro dell’Economia.
Il piano sorprese lo stesso Partito Conservatore, fu giudicato dai mercati rischioso e poco sostenibile e fece crollare la sterlina e salire i rendimenti offerti sui titoli di stato a livelli record. A quel punto, la Banca d’Inghilterra era dovuta intervenire con un piano di emergenza per calmare gli investitori sui mercati finanziari. Kwarteng venne sostituito e nel suo intervento sul Telegraph Truss ha raccontato di essere stata molto scossa dal doverlo fare:
Credo ancora che cercare di portare avanti la politica originale su cui avevo basato la mia campagna per l’elezione a capo del partito fosse la cosa giusta da fare, ma le forze contrarie erano troppo forti.
Riguardo alla reazione del suo partito all’annuncio del piano di riduzione fiscale invece ha detto:
Avevo sottostimato la resistenza che ci sarebbe stata tra i parlamentari del Partito Conservatore nei confronti di uno spostamento verso un’economia con tasse più basse e meno regolata.
Nel giro di qualche settimana le pressioni politiche su Truss erano diventate insostenibili, e aveva dovuto dimettersi a sua volta, dopo soli 45 giorni dall’inizio dell’incarico. Ora ci si aspetta che a partire dall’intervento sul Telegraph voglia provare a rilanciare la propria carriera politica.