In Australia l’MDMA e la psilocibina potranno essere prescritte per alcune terapie psichiatriche
Da luglio i medici autorizzati potranno usarle con pazienti affetti da disturbo da stress post-traumatico o da depressioni resistenti ai farmaci
Il 3 febbraio la Therapeutic Goods Administration (TGA), l’agenzia governativa australiana che si occupa della regolamentazione dei farmaci, ha annunciato che dal primo luglio del 2023 l’MDMA e la psilocibina, due sostanze psicoattive che sono droghe illegali nella maggior parte del mondo, Australia compresa, potranno essere prescritte da psichiatri australiani autorizzati all’interno di alcune terapie.
L’MDMA, a cui spesso ci si riferisce come “ecstasy”, potrà essere usata per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), mentre la psilocibina, che è la sostanza presente nei funghi psichedelici, per il trattamento delle forme di depressione su cui i farmaci che si usano abitualmente non hanno effetto. La TGA ha spiegato che queste due condizioni patologiche sono le uniche per cui «attualmente ci sono prove sufficienti che suggeriscono potenziali benefici per alcuni pazienti».
Negli ultimi anni entrambe le sostanze sono state al centro di numerose ricerche per trovare nuove cure per alcune malattie psichiche, al pari di altri psichedelici che, dopo essere stati studiati per possibili applicazioni terapeutiche tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono stati considerati droghe pericolose per decenni. L’Australia è comunque il primo paese ad approvare l’uso come farmaci di MDMA e psilocibina, sebbene con definite limitazioni. L’uso dei solo funghi psichedelici a scopo terapeutico è invece ammesso, dallo scorso novembre, in Colorado, negli Stati Uniti.
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L’MDMA, il cui nome tecnico è 3,4-metilenediossimetanfetamina, venne sintetizzata per la prima volta agli inizi del Novecento, ma rimase di fatto sconosciuta fino agli anni Ottanta, perché non fu sottoposta a sperimentazioni. Chi la assume percepisce sensazioni positive, si sente energico e prova un senso di vicinanza e trasporto affettivo nei confronti delle persone che ha intorno; non rende aggressivi, libera dal giudizio di sé e riduce la libido. Dopo che venne “riscoperta” dal chimico americano Alexander Shulgin, che ne suggerì l’uso da parte degli psichiatri per facilitare i colloqui con i pazienti avendone provato gli effetti su sé stesso, si diffuse come droga ricreativa nelle discoteche e in simili ritrovi sociali. In casi rari può causare insufficienza epatica o renale, o un arresto cardiaco, ma come per ogni farmaco gli effetti dipendono anche dal dosaggio.
La psilocibina è contenuta in molte specie di funghi diffusi in tutto il mondo (anche in Italia) e ha effetti psichedelici. Non è facilissimo descrivere a parole di cosa si tratta: le sostanze psichedeliche amplificano gli stimoli esterni che arrivano al cervello, dando un aspetto nuovo a immagini e suoni del tutto comuni, come un semplice filo d’erba o il verso di un uccello, cambiando il modo in cui la mente li percepisce. Si dice spesso che causino allucinazioni, ma a differenza di quando si ha una vera e propria allucinazione con gli psichedelici non si vedono cose che non esistono nella realtà: cambia solo la percezione di ciò che c’è. Tra le droghe illegali la psilocibina è quella che causa minori e meno gravi effetti collaterali negativi.
Si ritiene che, se assunta all’interno di un percorso psicoterapeutico, la psilocibina possa aiutare le persone depresse perché aiuta a liberare ricordi e sentimenti repressi. Per quanto riguarda l’MDMA invece si pensa che possa mettere le persone con PTSD, come ad esempio molti reduci di guerra o vittime di violenza, in una condizione mentale migliore per rielaborare con un terapeuta i propri traumi, senza dover affrontare anche il proprio autogiudizio. Per nessuna delle due sostanze esistono studi sugli effetti dell’assunzione a lungo termine, che però potranno essere ottenuti solo portando avanti le sperimentazioni in corso.
In Australia le due sostanze si potranno usare legalmente in modo molto limitato, almeno inizialmente, e continueranno a essere considerate droghe illegali in tutti i contesti diversi rispetto alla prescrizione da parte degli psichiatri autorizzati. Per ottenere l’autorizzazione a prescriverle, gli psichiatri dovranno prima essere valutati da un comitato etico e poi dalla stessa TGA. Le somministrazioni di MDMA e psilocibina dovranno avvenire solo all’interno di contesti medici controllati dallo psichiatra prescrittore, all’interno di un percorso di psicoterapia.
Dato che per il momento la TGA non ha approvato nessuno specifico farmaco contenente MDMA o psilocibina, inizialmente gli psichiatri potranno utilizzare preparati non approvati delle due sostanze.